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AC/DC: Rock or Bust, Sempre Meno Elettricità. In Attesa della data italiana del Tour.

Creato il 07 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il 1 dicembre 2014 gli australiani AC/DC hanno pubblicato il loro quindicesimo album in studio. Rock or Bust, destinato a colpire il mercato internazionale, sembra aver totalizzato ancora una volta un record di vendite. Peccato che anche quest’ultimo, come la maggior parte dei dischi rilasciati nel corso degli ultimi anni, contenga pochissimo materiale degno di nota: un altro album che richiama al più inequivocabile dei sound, senza però regalare all’ascoltatore una qualsiasi novità.

Il precedente Black Ice (2008) non fu da meno. In un paio di brani, tuttavia, gli appassionati hanno potuto godere di qualche ritornello o riff orecchiabile. In Rock or Bust, invece, il menu resta lo stesso dal 1980 ad oggi, senza però contenere una minima fonte di appeal. Le pile del rock ‘n’ roll sono scariche da talmente  tanto tempo che nessuno sembra farci più caso, inclusa la band, che entra per l’ennesima volta in studio con un pugno di mosche, nonchè orfana di Malcolm Young, elemento fondamentale sia per la composizione dei suoni, sia per il contributo compositivo.

Photo credit: Lost Parables / Foter / CC BY

Photo credit: Lost Parables / Foter / CC BY

Il disco dura poco più di mezz’ora, e si conferma il più corto della loro carriera dopo Flick of The Switch (1983). Per tutta la sua durata, si può udire una carrellata di situazioni sonore tipiche, unite tra loro dalla ormai proverbiale batteria in 4/4 e dai suoni di chitarra inequivocabili. Su 11 tracce nessuna contiene uno spunto di rilievo a cui legarsi emotivamente, le linee vocali di Brian Johnson entrano ed escono senza lasciar segno, e lo stesso vale per le chitarre: sempre le stesse, ma a cui manca la verve degli anni d’oro. Unico brano degno di essere ricordato è l’undicesimo, “Emission Control”, che contiene un giro di chitarra vagamente Funky. Anche questo già sentito, ma decisamente meno prevedibile delle dieci tracce precedenti.

Da un punto di vista oggettivo, il disco non è nemmeno paragonabile ad un qualsiasi grande titolo del passato: con questo disco gli AC/DC si riconfermano vivi fisicamente, ma sempre più spenti dal punto di vista artistico. Rock or Bust sembra una presa in giro, per non dire una trovata puramente commerciale, dato l’enorme trambusto creato dalla promozione e dal singolo “Play Ball”, che già da solo lasciava presagire una totale assenza di ispirazione. E’ palese che un nuovo disco significa nuovo tour mondiale, ma coi tempi che corrono, far uscire un disco per pretesto risulta essere tutto fuorché una buona idea.

Grazie a questo disco, però, gli AC/DC torneranno a riempire gli stadi di tutto il globo con la loro musica sparata a volumi apocalittici: l’unica buona notizia per tutti i fan, specialmente per quelli che non hanno ancora avuto la possibilità di sentirli dal vivo. Restano ancora incerti alcuni dettagli relativi alla formazione, data la continua lotta tra Phil Rudd (batteria) con la legge neozelandese, ma soprattutto data la ormai ufficiale mancanza di Malcolm Young, sostituito in quest’ultimo disco dal nipote Stevie Young. Per il resto, non occorre che attendere qualche mese prima che la notizia faccia il giro del mondo più veloce della luce, e sperare in qualche data sparsa sul territorio italiano. Per ora, il quotidiano online La Repubblica conferma che gli AC/DC, durante il loro prossimo Tour nel 2015, faranno sosta anche nel nostro paese. Secondo quanto detto da Claudio Trotta di Barley Arts, agenzia italiana che ha organizzato le ultime date della band, la città in programma è Roma. A breve la data ufficiale!

QUI potete consultare il sito ufficiale degli AC/DC.

Tags:ac dc,acdc,articolo,musica,rock,rock or bust

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