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Americani, sveglia! Ani e questa maledetta crisi: “E tu da che parte stai?”

Creato il 18 febbraio 2012 da The Book Of Saturday

Americani, sveglia! Ani e questa maledetta crisi: “E tu da che parte stai?”

Per quanto ci si possa sforzare di tenere fuori dai discorsi la politica, alla fine, poi, spesso è la stessa musica a tirarcisi dentro. Anzi, la musica, almeno dal Novecento a oggi, è stato uno dei propulsori per la propaganda, di vario genere, dalle rivolte sessantottine alle tematiche contro (o a afavore) di droghe, alcol, croci e demoni.

Se poi ci si mette che l’intero pianeta è colpito ormai da cinque anni da un male che sembra incurabile, e che porta il nome di crisi economica, allora parlare di politica e musica, sembra quantomai inevitabile. Sono gli stessi artisti a volerlo, ed è lo stesso pubblico a richiederlo. Lasciamo stare le solite stronzatelle amore e cuore di Sanremo e guardiamo oltreoceano. In quell’America «sull’orlo della plutocrazia», come scriveva ieri il columnist del Berkeley Daily Planet, Bob Barnett, facendo il punto sull’attuale crisi economica americana e sulle prossime elezioni presidenziali Usa. Che secondo lui saranno piuttosto «un referendum sulla leadership economica di Obama». In America si parla sempre più di «lotta di classe» e «divario sociale», tra chi guadagna troppo e chi troppo poco.

«Il 99% degli americani è preoccupato per il crescente divario economico, ma la buona notizia – sintetizza Barnett – è che questo 99 percento di americani non ha ancora capito che questa decennale lotta di classe sta per chiudersi con una loro sconfitta». La cartina tornasole dello stato d’animo popolare, spesso è affidata alla cultura, quindi anche alla musica, che si fa veicolo del malessere generale.

Tra gli artisti più impegnati negli States c’è sicuramente Ani DiFranco, che lo scorso 17 gennaio ha pubblicato il suo ultimo album: Which Side Are You On?. «Da che parte stai?», è il titolo di una famosa canzone di protesta, scritta nel 1931 (quindi a ridosso della prima grande depressione economica del ’29) da Florence Reece, moglie (e attivista) sindacalista Sam Reece, che quell’anno fu protagonista di un movimento di protesta dei minatori (Union Miner Workers) ad Harlan County, Kentucky. La canzone fu anche citata da Bob Dylan in Desolation Row, e fu cantata da tantissimi artisti di seconda fascia. Stavolta con Ani si prepara a sfondare nel grande pubblico, ma con un testo decisamente più lungo e in parte (tenuto dell’originale soltanto il ritornello), riadattato alla situazione odierna. Il primo passo è il riconoscimento che siamo in una guerra di classe e deve prendere posizione. «Recentemente – scrive Barnett – Ani Difranco ha aggiornato le parole della vecchia canzone dell’Union, Which Side Are You On?. Giustamente riassumono la situazione politica attuale:

Thirty years of diggin’

Got us in this hole

The curse of Reaganomics

Has finally taken its toll.

Lord knows the free market

Is anything but free

It costs dearly to the planet

And the likes of you and me.

I don’t need those money lenders

Sucking on my tit

A little socialism

Don’t scare me one bit!

Which side are you on now

Which side are you on?



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