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"Anonymous" regia di R. Emmerich

Creato il 07 marzo 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Elena Bigoni Cari lettori, 
In occasione del nostro speciale dedicato a William Shakespeare, abbiamo deciso di uscire dalla carta per entrare nella pellicola recensendo "Anonymous" film uscito nel 2011 e diretto da Roland Emmerich che dà una nuova luce e strane ombre sulla figura del bardo. 
Titolo: Anonymous 
Regista:Roland Emmerich 
Casa di produzione:Sony Pictures 
Genere:Thriller, Storico 
Durata: 130 min. 
Data di uscita: 18 novembre 2011 
Data di uscita dvd: 7 marzo 2012 
Trama Edward de Vere, conte di Oxford, era un poeta e un drammaturgo affermato alla corte della regina Elisabetta nell'Inghilterra del XVI secolo. Alcune teorie letterarie del XX secolo ritengono che sia lui in realtà l'autore dei lavori attribuiti a William Shakespeare

Cast: Rhys Ifans - Conte di Oxford 
Vanessa Redgrave - Regina Elisabetta I 
Rafe Spall - William Shakespeare 
David Thewlis - William Cecil 
Edward Hogg - Robert Cecil 
J. C. Bower - Conte di Oxford da giovane 
J. Richardson - Regina Elisabetta I da giovane 
RECENSIONE  “Il nostro Shakespeare è una cifra, uno spettro. Quindi lasciate che io vi offra una diversa storia, una storia più fosca, d’inchiostro e sangue, di potere e di tradimento, di un teatro conquistato e un trono perduto” 
Un attore, da un palco di un teatro di Broadway, ci racconta che di William Shakespeare, il bardo, colui che meglio ha saputo descrivere le diverse sfaccettature dell’animo umano, sappiamo poco e che molti sono i misteri e le incongruenze che avvolgono questa famosa figura storica. 
L’azione si sposta, le ambientazioni cambiamo, lo spettatore viene catapultato nella Londra elisabettiana e una storia nasce sotto i suoi occhi; si scopre così che un’altra figura si nasconde dietro alle eccelse opere scritte da William Shakespeare. Durante la narrazione conosceremo Edward de Vere, conte di Oxford, un poeta nell’animo, obbligato dalle rigide regole sociali a non mostrare le proprie doti e opere. Conosceremo un attore con il fiuto negli affari, tal William Shakespeare, che trarrà giovamento da quelle stesse rigide regole. Conosceremo intrighi di corte, corruzione, guerre, tradimenti, amori e parole. Parole, quelle dell’immortale bardo, declamate in un teatro o sussurrate nell’alcova, parole che hanno più potere della spada, come spesso il protagonista ci ricorda. Perché Anonymous nasce come un thriller storico legato alla figura di William Shakespeare, ma ben presto si trasforma sotto agli occhi dello spettatore in qualcosa di molto diverso. 

Rhys Ifans

 Nella prima metà del film cominciamo, un tassello alla volta, a conoscere i protagonisti della nostra storia: Edward de Vere, Conte di Oxford, interpretato dal giovane e talentuoso Jamie Campbell Bower (Harry Potter e I doni della morte; Twilight saga; Sweeny Tood) in tutti i flash back che faranno luce su questo sensibile e appassionato uomo diviso tra i propri obblighi e i propri desideri; un interessante e quanto mai inusuale Rhys Ifans (Nothing Hill, Harry Potter) interpreta, invece, il Conte di Oxford adulto. Lo stesso gioco tra presente e passato mette a confronto le splendide interpretazioni di Joely Richardson (nip/tuck) e della madre Vanessa Redgrave (Espiazione; casa Howard) nell’imponente ruolo della Regina Elisabetta I d’Inghilterra: la loro interpretazione regala una continuità sullo schermo tra presente e passato molto forte e un’immagine della regina estremamente vivida e intensa, che destabilizza ma cattura irrevocabilmente lo spettatore. 
Giocate nell’ombra ma con la medesima efficacia sono le interpretazioni di Edward Hogg e David Thewlis (Harry Potter; Il bambino con il pigiama a righe), che interpretano Robert e William Cecil, i consiglieri privati della regina e figure di primaria importanza nelle trame della politica inglese e della successione al trono. Attorno a questo trittico di personaggi si sviluppa in realtà Anonymous e ben presto lo spettatore si accorge che la storia e l’identità dell’autore degli scritti del bardo sono solo corollario ad una vicenda ben più complessa, che racconta e dipana i misteri che si celano nella corte della regina Elisabetta e nell’animo di tutti coloro che sono imprigionati dalle strutture e le formalità sociali. La dimostrazione di ciò è il ruolo marginale che viene dato proprio alla figura dell’attore Wiliam Shakespeare, il furfante con il naso per gli affari che sfrutterà l’impossibilità del Conte de Vere di pubblicare le proprie opere a suo nome perché contro ogni decoro. 

Joely Richardson


Ronald Emmerich (2012, Independence day, The day after tomorrow) abbandona il filone di film catastrofici che lo hanno reso famoso, per lanciarsi in questo progetto, decisamente diverso, ma altrettanto ben confezionato e in grado di affascinare lo spettatore per tutta la durata del film senza pause né cali. 


Diversi sono i pregi di questo film: una trama articolata, sviluppata su flashback a volte un po’ disorientanti, che rievoca non solo un periodo storico ma anche dei luoghi e delle vite; una sceneggiatura potente che richiama spesso e in contesti non prettamente teatrali le immortali parole del bardo, che ci accompagnano durante il corso di tutta la narrazione sottolineando le sfaccettature dell’animo umano nei momenti di maggiore pathos. Fotografia e costumi estremamente raffinati riescono a dipingere un’epoca con forza e vigore, trasportando lo spettatore tra le vie melmose di Londra e nelle stanze private della regina. Infine, un cast magistrale e perfettamente equilibrato: la capacità interpretativa dell’intero cast è talmente elevata che lo spettatore ne rimane incantato durante il corso dell’intera narrazione e il cui riverbero rimane anche a proiezione conclusa. E’ senza dubbio questo elemento che rende il film di Emmerich pregevole. 

Roland Emmerich

I personaggi storici che affrescano la vicenda sono talmente pregni di personalità e di passato che qualunque interpretazione poco riuscita avrebbe potuto rovinare l’intera opera. Unica pecca del film è la scelta del regista di osare, forse troppo, creando un intreccio perfettamente congeniato dove ogni singolo pezzo, evento o personaggio storico si incastra perfettamente all’interno della storia, lasciando nello spettatore un forte retrogusto di finzione. Il periodo storico e la vita dei personaggi realmente esistiti vengono piegati e manipolati a favore di una trama poco attendibile. Appare evidente che l’intera vicenda poggia le basi su congetture che lasciano lo spettatore soddisfatto per l’intrattenimento ricevuto ma forse un po’ deluso per le forzature.  
Un film decisamente consigliato per il livello qualitativo dell’intera produzione, che ha la capacità di affascinare lo spettatore durante l’intero spettacolo. 
Quale sia poi la verità dietro agli scritti di William Shakespeare, in realtà, poco importa, perché in fin dei conti: 
"Ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo."
Romeo e Giulietta, Shakespeare

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