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Avere vent’anni: BLIND GUARDIAN – Imaginations From The Other Side

Creato il 29 aprile 2015 da Cicciorusso

Avere vent’anni: BLIND GUARDIAN – Imaginations From The Other Side
Era il 1997, forse il 1998. Avevo sedici anni, o giù di lì, e dissi al mio compagno di banco la seguente frase:

la gente che non conosce il coro dopo l’assolo di Imaginations From The Other Side non sa cosa vuol dire essere felici.

Il mio compagno di banco, Gianmarco, era talmente abituato a cose del genere che fece un sorriso come al solito e liquidò la cosa con un laconico ma li muerti tua. Però il concetto è più o meno quello; o meglio, il principio per me vale davvero. Nel senso che se non avessi conosciuto Imaginations From The Other Side sarei stato meno felice. Questo si può dire per molte cose, per carità: anche se non avessi conosciuto Illud Divinum Insanus sarei stato meno felice, perché certe volte mi viene in mente il pezzo che fa FALCOOOOR e penso a David Vincent in groppa al drago col pugno in aria, e rido da solo per strada; è un concetto che si può estendere a parecchie cose: anche a singole canzoni, per rimanere in ambito musicale. Però il modo in cui Imaginations From The Other Side ha inciso sulla mia esistenza fa sì che per me ci sia un pre e un post-IFTOS. Questo disco ha formato il mio immaginario, il mio concetto stesso di musica, e molti dei parametri con i quali mi sarei poi approcciato alla musica vengono da qui. Mi ha accompagnato per tutta la vita sin dal principio, come forse nessun altro. Non è stato il primo disco metal che ho ascoltato, e forse neanche il primo a cui mi sia davvero legato, però se penso al momento in cui tutto è cominciato mi viene in mente questo album. 

Avere vent’anni: BLIND GUARDIAN – Imaginations From The Other Side
Musicalmente questo è l’apice dell’evoluzione stilistica dei Blind Guardian. I primi cinque dischi sono tutti ugualmente belli, anche se ognuno in modi e per motivi diversi. Imaginations From The Other Side è il quinto: non è il termine dell’evoluzione, che continuerà coi seguenti Nightfall In Middle-Earth e A Night At The Opera, ma è l’ultimo album davvero inattaccabile della band. Non ho mai sentito nessuno parlare male di IFTOS, e non so di quanti dischi non ‘classici’ si possa dire lo stesso. Hansi Kursch, Andre Olbrich e Thomen Stauch sono probabilmente il meglio che il power metal tedesco abbia mai offerto nei rispettivi ruoli, e qui sono in stato di grazia come forse mai in vita loro. La produzione di Flemming Rasmussen è semplicemente perfetta: potentissima, nitida, calda, eppure mai fighetta. Anni novanta. Mordred’s Song è senza dubbio la canzone che più ho canticchiato in vita mia. Qui dentro c’è Bright Eyes. Madonna quanto è bella Bright Eyes. Fare una semplice recensione di questo disco mi sembra davvero ridicolo; se non lo conoscete ascoltatelo, ascoltatelo e amatelo, provateci anche se il power metal vi disgusta, provateci pure se siete fan di Ligabue e siete capitati su Metal Skunk cercando su google maiala antidroga aeroporto di francoforte: fatelo. Un’ultima cosa che mi sento di dire su Imaginations From The Other Side (e sui Blind Guardian in generale), tanto per farvi capire quanto profondamente abbia inciso su di me, è che a causa di Hansi Kursch a volte pronuncio un po’ alla tedesca certe vocali quando parlo in inglese. Gianmarco davvero non lo sapeva, cosa si stava perdendo a non ascoltarmi. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)



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