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cap11.Minuto per minuto, l’esorcismo di papa Fidel alla Magliana

Creato il 24 gennaio 2015 da Claudiober

Caro direttore

tornata abbronzato dalla spiaggia di Capalbio, sono subito  andata a vedere cosa combina  papa Fidel..

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Roma è circondata dalla Contra trasteverina ma l’Onu si ostina a difendere gli islamici della Curia.Mi sono travestita da  catto musulmana e sono andata a zonzo per la città eterna.( nella foto , l’inviata Alina Suchianova del Papier Diplomatique alla Magliana)
“Non sapevo dov’era il sud  e il nord quando arrivai in Italia. Diventai ancora piu’ confuso quando mi chiamarono “ stregone”. povero me….” canta  papa Fidel  in un  cortile d’un capannone alla Magliana.E’ qui che s’è rifugiato il Vaticano, dopo la cacciata da Roma da parte degli islamici chic.  E’  questa una canzone  diventata ormai popolare nel Lazio, anche se pronunciata in lingua dello Zambia: è stata composta da papa Fidel  per descrivere la disperazione e l’ironia dell’uomo di chiesa acclamato  da migliaia di fedeli cattolici come guaritore e esorcista, ma guardato con sospetto da alcuni cardinali in Vaticano, che vedevano in lui ( almeno fino al giorno della sua elezione al soglio pontificio dopo le forzate dimissioni di Francesco )  un pericoloso eretico. Abbiamo incontrato il primo papa  comunista della storia di ritorno a Roma dopo il suo annuale pellegrinaggio alla Mecca. E mentre si prepara ad annunciare il Ramadan, non perde di vista il suo gregge. E canta ed esorcizza in mezzo ad una folla festante di africani. Una voce disumana di leva dalla folla: “ Arrivo a prenderti, Fidel : io sono Satana!”
“ Oggi non lo sarai piu”  risponde il papa ” io ti caccero’”. Nel grande cortile almeno duemila  tra hutu, tutsy, nigeriani e senegalesi , il popolo catto islamico di Roma, esplode in un applauso liberatorio. Scene di un esorcismo. L’ultimo in pubblico del Pontefice prima dell’ordine impartitogli dal segretario della Congregazione della Fede, Monsignor  Mohammed Ravasio di non celebrare piu’ questi riti “ Non licet” gli ha scritto, non è lecito far dire messa cosi’ tra la gente. C’è ormai aria di scisma, all’interno della Chiesa cattolica in questa Roma assediata , e papa Fidel  è cauto.
Il maxiparcheggio alla Magliana è già quasi completo, molte auto con le targhe africane  ma anche dell’Albania e della Bosnia . In un angolo, la sorpresa piu’ grande: dieci pulman, venuti da Torino, con a bordo centinaia di prostitute nigeriane. Sperano anche in un suo rito vodoo. Il parcheggiatore, un hutu, ha capito al volo: “ giornalista, eh? quando vi deciderete a dire la verità? Porca!”
Il capannone che fa ormai le veci della chiesa di san Pietro, trasformata in Moschea su ordine del gran Mufti’ di Gerusalemme, è a forma di L e ha un cortile  dove si trovano i bagni pubblici. C’è anche un telefono, ma molti frati parlano al cellulare. Già alle 5 del mattino è cominciata la distribuzione dei numeri progressivi che danno diritto alla benedizione personale del Papa in una saletta privata di quattro metri per cinque. In poco piu’ di un quarto d’ora i posti sono stati assegnati.  Sul palco in questo momento c’è una donna, una laica, tale Fatma Mannoia, che alterna canti a orazioni e comunicazioni di servizio: “ si preparino i numeri dal l68 al 3OO”, “ signori, vi prego di fare silenzio, perchè, oltre a me, disturbate anche Gesu’ che ci sta facendo le grazie ma poi ce le toglie”.

Papa Fidel  si farà vedere piu’ tardi, ora è di là, nella saletta delle udienze, dove lo attendono una trentina  di fortunati in attesa di un incontro personale  con il  papa bocciato dai suoi cardinali. Aspetta il suo turno anche un ragazzino algerino di l3 anni, dice che è un indemionato e che il suo calvario ha avuto inizio dopo la morte del nonno, quando alle sue apparizioni durante il sonno  seguivano dei segni sanguinanti di frustate. “ Qui dentro – gli dice indicandogli la pancia -è come se ci fosse una porta aperta, qualunque demone puo’ entrare e uscire quando vuole. Ogni tanto guardo la parete e la mia mano da sola disegna il ritratto del nonno. I miei compagni di scuola pensano che sia matto, e io non so come spiegare la verità”.
La madre, in chador, infastidita lo porta via di  peso. I  trenta che attendono nella saletta sono campi di stato: Congo, Zaire, Sudafrica, Mozambico, Albania, portano tutti in mano una bottiglia d’acqua minerale, un po’ d’olio, del sale, le fotografie di parenti e amici e alcune cannottiere, che probabilmente appartengono a dei loro familiari ammalati.  A turno si inginocchiano su un cuscino di velluto color rosso porpora per farsi benedire  tutti quegli oggetti.  All’approssimarsi di Papa Fidel  un cinquantenne, che finora ha atteso composto e sorridente, mostra segni di agitazione. Muove nervosamente una gamba, si guarda in giro con sospetto. All’improvviso accusa dolori addominali, si piega in  due, grugnisce,  piu’ cresce il  tono delle preghiere degli altri,  piu’ le sue grida si fanno strazianti. Fino a quando gli uomini del servizio d’ordine, dei tutsy riconoscibili per dei kalasnikov al collo, intervengono a bloccarla. Ma il momento piu’ shoccante arriva quando un’altra indemoniata, questa volta sui 35 anni, avvolta nel suo chador entra da Fidel .  “ Stammi lontano” urla lei. “ Non fare cosi’, Gesu’ ti ama” dice lui.

(nella foto ex deputate grilline costrette a indossare il chador per andare a bere la’eritivo alla bouvette di Montecitorio ) 

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“Loro non vogliono lasciarmi andare”.Loro sono i demoni.
“Quanti sono,” chiede il  papa. Grida e rantoli. “‘ Sei venuta qui per liberarti?”
“ ahh, bruciooo”.Si contorce, sbava, con gli occhi rivoltati all’indietro. Ci vogliono tre Tutsy per tenerla ferma davanti al Pontefice, mentre Fidel  la tocca con le mani sulla fronte. La donna sembra perdere i sensi.  Frà Giovanni, uno dei religiosi francescani della Congregazione di san Giovanni Battista( fondata dallo stesso papa Fidel ) la benedice con l’olio santo disegnandole una croce sulla fronte.Un prete senegalese intanto arriva portando la statua della Madonna, mentre crescono le grida e le contorsioni nel settore dei posseduti, e i Tutsy non hanno un attimo di pace: calmano un uomo, a stento bloccano  una ragazza schiumante, e cosi’ via. Le grida degli indemoniati si levano alte. “ Portala via, via…”
Molti fedeli piangono, i bambini Hutu fuggono spaventati.
La ragazza crolla, si agita,urla. Due miliziani coi baffi le afferrano i polsi, la trattengono. “ ti prego, ti prego…” dice la ragazza. Una guardia del corpo di Fidel spiana le armi e ordina ai fedeli: “ non voltatevi, guardate   soltanto verso l’altare”. E poi: “ pensate che si sta liberando lo spirito dalla materia”.
La materia è anche una villa acquistata dalle suore Tutsy  ad Acapulco e che dovrà diventare la nuova sede dei seguaci del papa.  Al momento della questua, un francescano di Assisi ricorda che il costo è di cento miliardi.  Forse papa Fidel  non avrà problemi, da queste parti.
La messa Urbi et Orbi si chiude con la benedizione collettiva di acqua, sale, olio, fotografie e cannottiere varie che i fedeli hanno portato in Vaticano. Il diavolo fa un ultimo tentativo: “ Sono io Satana..” si leva un urlo dalla folla.“Oggi non lo sarai più -risponde il papa – perchè io ti caccerò”.“ Cosa puoi fare tu?”
A questo punto un ragazzo venuto dalle Antille si para davanti all’altare e indicando i presenti grida: ‘” Non osare sfidare il  potere di  Fidel !”
Il capannone esplode  in un interminabile applauso, mentre le televisioni propagano in mondovisione l’ultimo esorcismo del papa.
Prima di lasciare il pubblico, papa Fidel  parla in pubblico dell’ordine di Monsignor Ravasi di non celebrare piu’ questi riti in  Vaticano: “ se ci mandano via noi andremo da un’altra parte, e se ci mandano via ancora andremo sulla luna”. Ma ci sarà il diavolo lassu’?

Alina  Suchianova, inviata

 

PS

L’abbè di Montecassino , passato con la resistenza, mi ha passato una interessante rassegna stampa  che ti invio tramite il solito corriere.

 


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