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Chaplin dal muto al sonoro

Creato il 23 luglio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Chaplin dal muto al sonoro. Se la magia esiste l’abbiamo toccata con mano.

La danza dei panini

Se un film comico gioca, riuscendoci, anche sulle corde dell’amore tenero, quello è un film destinato a entrare nella storia. Se al film in questione si aggiunge una colonna sonora degna di essere definita tale, il termine “capolavoro” ha ragione di esistere e, soprattutto, di essere usato. Raramente ci è capitato, e ci capita, di assistere a serate degne di essere segnate in rosso nell’agenda dei nostri eventi, da dieci anni a questa parte due, o forse tre. Ma quella vissuta nella cornice della Fortezza di Civitella del Tronto, un bellissimo paese medievale in provincia di Teramo, merita davvero un posto speciale per l’immensa qualità del suo profilo artistico e culturale. Pubblicizzata malissimo (e forse non c’era alcuna intenzione di farlo), la serata era dedicata a Charlie Chaplin e a The Gold Rush (La febbre dell’oro), film muto girato nel 1925 del quale lo stesso Chaplin, ma solo negli anni ’40, scrisse la colonna sonora. Tre gli ingredienti che hanno trasformato una calda serata di luglio in un evento memorabile: la bellezza del film, dato in versione originale e integrale grazie a un magnifico restauro, l’esibizione dal vivo dell’Orchestra Città Aperta e la bravura da genio della musica di Timothy Brock, direttore d’orchestra famoso per aver composto o riarrangiato o ammodernato le colonne sonore di alcuni dei più grandi film della storia del cinema. Tanto per  capire chi è Timothy Brock diciamo solo che ha restaurato la partitura originale di Tempi moderni, sempre di Chaplin, che ha poi eseguito con la Los Angeles Chamber Orchestra; ha composto la colonna sonora per Il vaso di Pandora di G. W. Pabst; composto e restaurato le musiche di Sunrise e Faust di Murnau, Il gabinetto del dottor Caligari di Wiene e Nanook del Nord di Flaherty. Cotanto musicista ha scelto un’orchestra italiana (di Fossa in provincia dell’Aquila), per l’incisione di due delle colonne sonore dei film di Chaplin, La donna di Parigi, già effettuata a marzo e questa per La febbre dell’oro che, dopo Civitella del Tronto, approderà a Dicembre a New York. Il risultato di quella che sembra essere una collaborazione destinata a durare nel tempo, è stata una visione onirica, un mix di emozione, suggestione, commozione e incanto, tutti termini che servono a giustificare l’unico poi possibile: magia. E quando capitano queste serate spesso ci si chiede a cosa serva il resto, a cosa servano gli pseudo artisti che girano le piazze d’estate magari reduci da “Amici” o da “X-Factor”, da Sanremo o dall’aver azzeccato una canzone, dicasi una, in tutta la loro carriera. E mentre Mal ripropone con una pervicacia degna di un ospite di Villa SorrisoFuria, cavallo del West”, in qualche paese sperduto della penisola c’è qualcuno che tenta operazioni un po’ più complesse del fai-da-te televisivo di cui onestamente ci siamo stancati. Viviamo purtroppo in un contesto in cui non è possibile apprezzare un evento in sé senza essere colti da conati di vomito insistenti pensando al poco resto che c’è. Non è possibile godere di un cielo stellato, di immagini in bianco e nero perfette, di una acustica impeccabile e di un’orchestra che suona senza mai eccedere, senza mai un sopra le righe disturbante e devastante e non pensare agli atti vandalici di qualche politico ignorante nei confronti della cultura e dello spettacolo con la “s” maiuscola. Al termine di una proiezione (e di un concerto) a cui non assistevamo da tempo, ci siamo ritrovati ad applaudire non ricordando l’ultima volta in cui lo abbiamo fatto per trasporto vero e per il risultato incredibile ottenuto da un ensemble per il quale adoperiamo il termine “perfezione” senza vergognarci. E dire che in qualche castello della penisola, c’è un guitto che canta “Mare chiaro”. E lo applaudono pure.


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COMMENTI (2)

Da Stefano
Inviato il 07 marzo a 21:00
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Grazie di cuore!Per fortuna c'è ancora chi apprezza l'Arte! Stefano D'Ermenegildo, violinista di Città Aperta.

Da Orchestra Città Aperta
Inviato il 15 gennaio a 15:01
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Non ci sono parole per ringraziarvi del fatto che abbiate apprezzato il nostro spettacolo.Siamo onorati di avere spettatori come voi.E' un operazione folle e faticosa questa di Chaplin.Teniamoci in contatto per luglio prossimo con tempi moderni.Avrete un posto d'onore.

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