Magazine Musica

Chris Robinson Brotherhood

Creato il 22 ottobre 2012 da Postscriptum

Chris Robinson Brotherhood

Quando mi contattarono – qualche mesetto fa – per invitarmi a collaborare su Post Scriptum, uscivo fuori da un’esperienza di satira politica su una rivista cartacea locale. Come tutti sanno, quando si comincia a far satira politica, occorre prestare molta attenzione allo sciocchezzaio quotidiano dei teatranti in questione, dunque quasi sempre si finisce a breve per uscirne seriamente demoralizzati. Ecco perché accettai di buon grado l’offerta che mi veniva fatta da Mick e Memm, con la promessa di garantirgli – questa l’intenzione originaria – la pubblicazione di recensioni esclusivamente musicali. Poi, come qualcuno si è accorto, sono passato ai libri, e infine sono riapprodato alla ciarla inutile, talvolta in veste di invettiva politica (tristemente senza più satira). A ragione di tutto ciò, come scusa, devo additare innanzitutto la noia, eterna procacciatrice di nuove idee. Ma incidentalmente credo abbia sostanzialmente partecipato anche il sorgere di un atteggiamento auto-critico. Avevo problemi con me stesso, brutta storia: chi sono io per dire “questo è buono, quello no!”??? In effetti, una qualcosa che io possa e voglia definire “una merda” (ad esempio i Blink 182 o i Linkin Park…oddio che impressione mi fa persino scriverli e dunque ammetterne l’esistenza!), potrebbe per alti essere fonte di gioie inaspettate. Insomma, per fare il “recensore”, il critico musicale, bisogna sempre un tantino sopravvalutarsi. Non ne vale la pena. Capiamoci, i blink & Co. per me restano quello che ritengo da tempo, ma in futuro mi limiterò ad esternarlo solo dinanzi ad una buona Guinness. Del resto, sono mie opinioni…dunque probabilmente errate!

E allora che fare quando, nel giro dello stesso anno (2012), escono ben due albums della Chris Robinson Brotherhood? Non dovrei parlarne, e invece ritengo che vada fatto, come se si trattasse di una missione evangelica. Chissà quali meccanismi – tra l’altro del tutto simili a quelli di chi si prostra in adorazione perpetua di Blink & Co. – mi fanno pensare che i Corvi Neri non siano mai riusciti a fare un brutto album. Persino quelli che non hanno voluto pubblicare – e circolano quali bootleg – sono una goduria per ogni buon appassionato di rock anni ’70. Ecco, questi due nuovi lavori del solo Chris Robinson, seguono la stessa scia lasciata dall’ultimo disco dei Crowes “Before the Frost/Until the Freeze”.

“Big Moon Ritual” e “The Magic Door” sono due capolavori, decisamente superiori ai due album da solista che Robinson inscenò qualche anno fa, sull’onda di quel fatuo amoretto e sposalizio con un’attricetta di qualche fama.

A dispetto del nome, Chris ha lasciato a casa il fratello chitarrista, e questa fratellanza (state buoni, non c’entrate voi ludici patiti della Setta degli Assassini) è meramente di carattere psichedelico. Di fatto, rispetto ai Crowes, c’è una maggiore inclinazione al tempo lento, meditativo. Spazio e tempo dilatato, come del resto già sperimentato ai tempi delle lunghe jam crowesiane. Ricordo con malinconia  l’epico medley Non-fiction/Hard to handle (il link è ad un’altra versione, pazienza), da un concerto in Italia trasmesso su Radio 2 ai tempi in cui ancora fumavo sigarette a go go e andavo al liceo in chiodo. Lunghissimi brani come Tulsa Yesterday (link) o la meravigliosa Vibration & Light Suite (link) rievocano quei periodi. Nel frattempo siamo cresciuti tutti, persino io che ormai sono in grado  di riconoscere l’enorme influenza dei Grateful Dead su tali cose (link). Ovvio, mi rendo conto che si tratta di musica per musicisti, per chitarristi ad essere precisi. E non posso neanche dire che ci siano pezzi più diretti, adatti alle masse incolte. Rosalee forse lo sarebbe stata in un lontano tempo d’eroiche imprese, quando Disc Jockey quali il nostrano Salvino Donzella mandavano On Air brani come Casey Jones  (link), Friend of The Devil (link) o Sugar Magnolia (link). Ma, Dio del Santissimo Rock, che goduria sentirsi catapultati ancora in quei meravigliosi e floreali Seventies. Quello che mi è sempre piaciuto di Robinson, è la forte ironia di cui è intrisa la sua calda voce pregna di bourbon. Una voce da blues! Ed è proprio il Blues ad essere glorificato da questa Fratellanza!

Gaetano Celestre

Chris Robinson Brotherhood


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :