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Cranimo – Perturbante (2013)

Creato il 16 febbraio 2013 da Salcapolupo @recensionihc
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cranimoPrendere o lasciare? Non ci sono dubbi che questo secondo LP dei Cranimo – band calabrese di industrial-elettronico contaminato con decine di influenze differenti – ponga un quesito di questo genere in primo piano: ma attenzione, non si tratta del solito dilemma che le band più oltranziste tendono a proporre (ad esempio quelle storiche death metal che non variano di un millimetro l’approccio musicale, e si riciclano senza pudore da un disco all’altro) bensì, nel caso di questo gruppo di Lamezia Terme, di un quesito che i nostri sembrano proporre, di natura molto più profonda e, per l’appunto, perturbante. Ovvero: cari ascoltarori, riuscite ad accettare che un disco possa non appartenere ad alcun genere? Del resto anche i più oscuri scribacchini di webzine sparsi per il mondo si sono rotti le unghie su una tastiera cercando di descrivere le sonorità più improbabili, coniando termini altrettanto improponibili come post-punk, proto-metal, boh-industrial e chi più ne ha, ne metta. Immersi in una produzione cristallina e davvero professionale, i Cranimo sono capaci di alternare stili, generi, suggestioni e stilemi coniugandoli con dei testi criptici, misteriosi ed al tempo stesso affascinanti nel proprio oscuro simbolismo, fatto di ripetizioni, giochi di parole e sottili metafore. Difficile descrivere meglio – o sistematicamente – questa sequenza di brani quali l’ipnotica (quasi psichedelica) E’ possibile (che fa coppia con l’ossessione allusiva di Fuori o dentro), l’introspettiva Benzodiazepine o anche Freakbeat (elettronica oscura e contorta) che risentono ognuno delle influenze più diverse, ma essendo tutte capaci di ereditare il feeling elettronico di band come i Front 242 così come dei Fear Factory più recenti senza pero’, badate bene, emulare goffamente i riff di questi ultimi in modalità new-metal (o emulo-metal che dir si voglia): tant’è che l’unico pezzo “commerciale” (termine che fa tremendamente anni 70, da questo caso da non intendersi alla lettera) è forse S.E.I., mentre l’unico vero brano (death-thrash) metal di “Perturbante” è rappresentato dalla conclusiva “horror track” “Circle of fire“, un devastante pezzo al fulmicotone che si richiama ad un vecchio brano dei Damnhard (sostanzialmente i Cranimo sotto “falso nome”). Il fatto che si tratti dell’unico pezzo “tradizionalmente” spinto di questa singolarissima band rende il lavoro, a mio avviso, talmente interessante che bisognerebbe chiedere direttamente alla band per saperne di più: il resto del CD, per la cronaca, è orientato su sonorità completamente diverse, che vanno dagli Einsturzende Neubaten (Fase dello specchio) a certi brani che si richiamano addirittura a Franco Battiato (la voce e le suggestioni tastieristiche quasi progressive di “Dal profondo“: “forse nell’aldilà questa vita conta meno di un secondo“).

Questi sono i Cranimo: inafferrabili, tanto creativi quanto “costituzionalmente violenti”, eppure capaci di momenti di mera riflessione, totalmente privi di sbavature e/o fastidiose auto-citazioni che ci farebbero “odiare”, nei limiti, artisti del genere. E, cosa ancora più interessante, “Perturbante” si scarica gratis dalla rete per una loro precisa scelta.

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