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Ecco l’estate: 11 consigli musicali da RCB

Creato il 28 giugno 2012 da Lundici @lundici_it

Continuano gli appuntamenti musicali con i lettori dell’Undici per i quali, ogni fine mese, RCB sceglie 11 dischi da (ri)scoprire. Per voi, con l’arrivo di luglio, 11 consigli musicali sempre in bilico tra presente e passato,tra rock e classica, senza dimenticare la musica italiana. E’ la musica che propongo tutti i giorno agli ascoltatori di RCB, la webradio che trasmette solo buona musica ad ogni ora del giorno e della notte. Ascoltala adesso con iTunes, Windows Media Player, Winamp o Real Player, se hai un iPod, un iPhone o un iPad scarica l’App ufficiale di RCB. In ognuno di questi casi buon ascolto!

Ryan Adams - Ashes & Fire

Ryan Adams - Ashes & Fire

Evviva, Ryan Adams è tornato in sè e ha fatto un disco bellissimo. Sarà merito del matrimonio con l’attrice e cantautrice Mandy Moore, della sua neonata casa discografica Pax Am e degli eccellenti ospiti presenti nel disco (tra i quali Benmont Tench, storico tastierista di Tom Petty e Norah Jones che suona il piano e canta nei cori di alcuni brani), io credo proprio che sia uno dei suoi migliori lavori. Ashes & Fire è un disco curato, morbido e tranquillo che si avvicina molto alle atmosfere intime di Love is Hell anche se ci sono chiari riferimenti che ci portano fino a quell’Heartbreaker che nel 2000 l’ha fatto conoscere al mondo e ha definitivamente lanciato la sua carriera. Album decisamente superiore ad ogni aspettativa che ci riconsegna un artista in splendida forma, con le idee chiare e molto ispirato. Consigliatissimo!

 

Eddie Vedder - Ukulele Songs

Eddie Vedder - Ukulele Songs

Ukulele Songs è il secondo disco solista di Eddie Vedder e secondo me, nella sua semplicità di sola voce e strumento, è molto apprezzabile. L’ukulele non è certo uno strumento nuovo per Eddie Vedder che per anni, anche nei Pearl Jam, si è divertito ad utilizzare anche dal vivo. Ci sono molti piccoli gioielli in questo disco, alcune cover e qualche brano già suonato insieme ai Pearl Jam. La scelta minimale di Vedder rischia a tratti disuonare ripetitiva, ma concentrandosi sull’ascolto la breve durata dei brani e la classe di Eddie non ci fanno accorgere di nulla. Meravigliosamente adorabile!

David Crosby - If I Could Only Remember My Name

David Crosby - If I Could Only Remember My Name

Uno dei capolavori assoluti di David Crosby è questo. Un disco che ha fatto storia, che ha segnato un’epoca, in grado di regalare ancora oggi a chi l’ascolta (e che allora non era ancora nato!) incredibili sensazioni. Avvicinarsi ad un disco così oggi significa entrare in un’incantesimo, in un mondo magico fatto di chitarre sognanti e voci soavi. E’ un viaggio in un’altra dimensione dove si danza a piedi nudi sulla spiaggia intorno a grandi falò, dove si guarda il solo tramontare in mezzo al mare insieme agli hippy e dove relax è la parola d’ordine. Il disco, una vera pietra miliare del rock, è di una bellezza sconvolgente, roba da rimanerci dentro per sempre. Era il 1971, era la California, era David Crosby. Stupendo!

Ben Harper - Give Till Its Gone

Ben Harper - Give Till Its Gone

Sempre e solo Ben Harper. Senza Innocent Criminals e senza Relentless 7 in Give Till It’s Gone Ben Harper si riappropria della sua musica come non succedeva da tempo e tira fuori un grande album. Bello il singolo Don’t Give Up On Me Now, ma bello anche il resto del disco. Questo è il Ben Harper che preferisco: abbastanza rock, un po’ folk, a tratti blues, che lascia spazio a qualche buona ballata acustica. A me piace così!

Stephen Drury - In a Landscape Piano Music of John Cage

Stephen Drury - In a Landscape Piano Music of John Cage

Meraviglia delle meraviglie. Musica sublime per le orecchie, rifugio sicuro per l’animo, svago per la mente. Ho scoperto questo disco da poco, da quella sera in cui mia sorella studiava al pianoforte le musiche di In a Landscape mentre io cercavo di addormentare il piccolo Taddeo. Ammaliati entrambi dal dolce mantra siamo presto caduti in un profondissimo sonno dal quale ogni tanto continuavano a riemergere le splendide note scritte da John Cage. Momenti meravigliosi che solo la musica può dare. In a Landscape rimane per me un’opera eterna ed immortale, al di fuori del tempo (pensate che è stata scritta nel 1948!) e capace ancora oggi di regalare grandi emozioni. Nell’anno (2012) in cui si celebra il centenario di John Cage avvicinarsi alle sue opere tramite In a Landscape è un’esperienza che consiglio vivamente a tutti.

The National - High Violet

The National - High Violet

Gran bel disco, non c’è che dire. D’accordo non è Boxer, ma i National rimangono dei grandi. Mi piacciono le loro atmosfere, i suoni, il fatto che in High Violet diventano più minimali, ricercati e lenti. Tutto è ben fatto, preciso, perfetto e curato. E’ il disco che sdogana il gruppo di Brooklyn al grande pubblico, che li porta fuori dai circuiti indie alternativi senza dover pagare nessun dazio. Impresa non semplice e perfettamente riuscita. Consigliatissimo: per chi già li conosceva e per chi ancora li deve scoprire!

Apparat - The Devil's Walk

Apparat - The Devil's Walk

L’evoluzione di Sascha Ring (in arte Apparat) si chiama The Devil’s Walk: messi quasi definitivamente da parte i panni di DJ insieme a computer e sequencer, Sascha imbraccia la chitarra e il microfono per concludere il percorso iniziato con il bellissimo Walls (con Raz Ohara) che lo porta in terreni finora solcati da Sigur Ròs e Thom Yorke. La componente elettronica è ridotta veramente al minimo a favore della musica suonata da una band vera formata da Patrick Christensen dei Warren Suicide e Joshua Eustis dei Telefon Tel Aviv chiamati a sostenere Sascha in questa nuova veste. Anche se non tutto è perfetto, il risultato è non solo molto sorprendente, ma soprattutto piacevole e affascinante. Consigliato!

Nada - The Best Of Platinum

Nada - The Best Of Platinum

Cosa c’è da dire su una raccolta che racconta l’intera carriera di una splendida artista come Nada? Che è un MUST, bisogna averla. Ho riscoperto Nada da poco, dopo l’uscita di Vamp che mi ha letteralmente stregato e mi sono appassionato alla sua lunga carriera che inizia nel 1969 quando a soli quindici anni partecipò al Festival di Sanremo. Se avete voglia di (ri)scoprire Nada così come ho fatto io questo potrebbe essere il disco giusto, ma non dimenticatevi di sentire anche Vamp!

Lamb - 5

Lamb - 5

Con 5 i Lamb ritrovano l’ispirazione e la creatività dispersa nei rispettivi progetti solisti tornando a produrre un gran bel disco. La bella voce di Lou Rhodes unita alla produzione di Andy Barlow torna a far sognare ed incantare. Il sound è sempre lo stesso, forse un po’ meno dark e leggermente più pop se proprio vogliamo, comunque sempre capace di conquistare l’ascolto senza poter mai rimanere indifferenti. Siamo d’accordo, un pezzo come Gabriel rimane irraggiungibile e probabilmente esce una sola volta nella vita, ma con 5 i Lamb confermano di essere tornati ad un alto livello e questa è una bellissima notizia!

Raiz - Ya!

Raiz - Ya!

Sono così affezionato a W.O.P. che non riesco proprio a non buttarmi a capofitto dentro a Ya! sperando di trovarci qualcosa di simile. Raiz a me piace, lo trovo spontaneo e sincero nella sua multietnica visione musicale, anche se lo preferisco quando canta in italiano o inglese. E’ per questo che dò 5 stelle a brani come Full of Love, Domani, Domani, Domani e One Blood, qualcuna in meno agli altri. E’ sempre bravo il nostro Raiz, anche quando diventa più elettronico con la complicità dei Planet Funk che collaborano in diversi brani. Bravo!

Mauro Ermanno Giovanardi - Ho sognato troppo l'altra notte?

Mauro Ermanno Giovanardi - Ho sognato troppo l'altra notte?

E’ molto vintage il Mauro Ermanno Giovanardi di Ho sognato troppo l’altra notte? e si ha l’impressione di tornare direttamente nei gloriosi anni ’60 ascoltando le sue cover di alcuni successi di quegli anni. La meglio riuscita di tutte è sicuramente Se perdo anche te (Solitary Man), brano portato al successo da Neil Diamond e già italianizzato da Gianni Morandi, ma c’è anche Bang Bang (My Baby Shot Me Down) cantata insieme a Violante Placido. La formula cover anni ’60 funziona e la voce di Giovanardi si presta benissimo a questa operazione. Oltre a questo, l’album contiene anche il singolo Io Confesso cantato insieme ai La Crus e presentato a Sanremo che non fa altro che ribadire il concetto: Giovanardi è perfetto in questa dimensione vintage.

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