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Etichette di fine anno

Creato il 05 gennaio 2012 da Lacocchi @laCocchi
Buon anno. Eeeeh. E' il 2012. Boom.
Sono convinta che i Maya ci porteranno botte di culo a non finire.
Se state leggendo, siete sopravvissuti al peggior incubo di tutti. Se state leggendo, avete lasciato il Capodanno alle spalle e per altri 360 giorni potete allegramente dimenticarvi della fatidica domanda che uccide ogni spirito: “Cosa fai l'ultimo dell'anno?”
Riassunto breve del mio Capodanno. Solo per cuori e spiriti forti.
Festa con 180 persone, più o meno. Di cui almeno 160 non rientravano nelle mie simpatie. Alle restanti venti voglio molto bene. Ed è per quello che sono finita alla festa. Che poi sapete qual è il problema del Capodanno? E' quel cavolo di minuto che precede la mezzanotte.
Il problema del Capodanno sono in realtà le 23.59. Quel minuto è il minuto più brutto di tutto l'anno. La gente in quel minuto impazzisce. Tutti urlano, scalpitano, alla disperata ricerca di una bottiglia, di qualcosa da stappare, di un bicchiere, di un uomo o una donna da baciare, del posto strategico per vedere i fuochi d'artificio meglio. Che poi, dei fuochi d'artificio, ma chi se ne frega? La gente in quel minuto regredisce allo stato mentale di bambini di cinque anni, quelli che ogni secondo ti chiedono “E perché?”
Bene. In quel minuto, mentre io cercavo invano un bicchiere, il DJ ha sbagliato il conto alla rovescia. Mentre lui pensava ai secondi, la gente già stappava bottiglie e si baciava indistintamente. Io ero nell'unico luogo della festa dove di uomini nemmeno l'ombra. Intorno a me solo donne. Ho beccato il più brutto della festa venti minuti dopo la mezzanotte e gli ho detto: “Tu, uomo, mi puoi fare gli auguri?” Dalla sua faccia posso dirvi che molto probabilmente avrebbe preferito baciare la bionda che stava vicino a me. Poi ho sentito la canzone più brutta del momento, quel tormentone brasiliano inascoltabile. E tutti che cantavano. E ballavano. Tutti così sorridenti nel sentire questa canzone che batte in bruttezza anche gli Aventura di “No es amor”. Ed io in quel momento ho pensato che più infelice a Capodanno, più felice tutto l'anno.
Come ogni Capodanno che si rispetti, ho piantato le mie figure merdavigliose. Perché rientra nello spirito della festa chiedere a una che mi sembrava di conoscere benissimo “Allora come stai Marta?” E sentirsi rispondere: “No guarda, mi chiamo Valeria.” E allora mentre ero lì che cercavo di salvare la situazione, dicendo che ah, ma certo, e come no, Valeria, come avevo potuto dimenticare, Marta è tua sorella, no? Non ho sorelle, ho pensato che la vita sarebbe più semplice se avessimo delle etichette. Come le etichette delle valigie, ma non con indirizzo e CAP che potrebbe anche non interessarmi, ma con nome, cognome e situazione sentimentale. Un'etichettina al polso. Così, carina anche, un braccialettino fashion con nome cognome e “FIDANZATO/A- SINGLE E PRONTA/O ALL'USO- MOLTO SPOSATO” e varie ed eventuali.
Se avessimo le etichette, non avremmo più problemi con i nomi.
Non dovremmo escogitare piani diabolici per recuperare nomi e cognomi o salvare il numero della persona appena conosciuta sotto “Tizio/a festa biondo/a alto/a basso/a moro/a”. O sotto le cose che ricordiamo. Tipo: “Tizia autobus” per la fortunata conosciuta sull'autobus, “Dj festa sabato”, "Limone in discoteca".
Una volta ho salvato uno sotto “Tizio uni” nel senso che l'avevo conosciuto all'università. Poi ne ho conosciuto un altro. Di un'altra facoltà. Sempre "Tizio Uni" (che poi con questo c'era anche scappato un bacio).
Un giorno gli ho mandato un sms, chiedendogli gli appunti di chimica del suolo.
"Cioè non ti fai sentire per mesi e poi mi chiedi gli appunti? E tra l'altro io studio economia."
Da lì ho capito che lui evidentemente non aveva gli appunti che cercavo.
Se avessimo le etichette, potremmo evitare figure tremende, provandoci spudoratamente con qualcuno già impegnato. Eviteremmo di stare lì a fissare qualcuno tutta la sera che poi quando prendiamo coraggio e ci avviciniamo lui o lei si bacia con qualcun'altro che non siamo noi. Eviteremmo di provarci con una persona che si è appena mollata, e che ci intratterrà per mezz'ora con racconti sull'ex. Eviteremmo di incappare negli sposati con bambini. 
Uno legge l'etichetta e, a seconda del caso, ci prova o lascia stare, o scappa ancora prima di iniziare l'approccio, se necessario.
Se avessi avuto l'etichettina, con su scritto "NON BACIO NESSUNO STASERA", il mio finto innamorato alcolizzato ventenne, alla festa, avrebbe capito da solo che io di limonare proprio non volevo. Che della sua linguetta viscida e colorata di vino rosso proprio non ne volevo sapere. Che non c'era bisogno si strusciasse su di me come si struscia un orso su un albero per grattarsi le chiappe.
E invece niente. Non avevo l'etichetta, e lui non voleva capire, nemmeno dopo il trentesimo NO.
E mi sono pure sentita dare dell'antica.
Perchè invece di un bacio con lingua gli ho offerto un Havana Cola.
E dire che era pure doppio.

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