Magazine Cultura

FATES WARNING – Darkness in a Different Light (InsideOut)

Creato il 11 febbraio 2014 da Cicciorusso

fates-warning-darkness-in-a-different-light-2013Lo ammetto, quando nel ‘97 uscì A pleasant shade of gray, di musica, ma pure di saper star al mondo, non capivo veramente una fava lessa. O dio, non che adesso. Ero, come dire, troppo appiccicato alle sonorità dei nipotini Dream Theater e ai motivetti quasi cantabili dell’album precedente (Pale Fire, Outside Looking In) o alla magniloquenza di Momentum per accorgermi della oscura bellezza che si nascondeva tra le sfumature (appunto) di quel nuovo disco, e lo liquidai con un mmffh… Noiosetto, senza degnarlo di ulteriori ascolti.
Qualche tempo dopo iniziò l’Università e così mi trasferii dalla Cittadina alla Città. Sì, quella “da bere”. L’offerta discografica in vetrina era infinitamente più varia. Sicché m’imbattei nel VHS (lacrimuccia) di A pleasant shade of gray, risuonato dal vivo dall’inizio alla fine senza Kevin Moore, ma con un buon turnista ai tasti neri e bianchi. Niente bis, niente classiconi, niente filler. Epifania. Miracolo. L’album spaccava. E parecchio.

Rapido salto in avanti.
E’ il 2005. Nel frattempo non avevo perso mai un’uscita dei Fates Warning, però sempre distrattamente, quasi (sottolineato tre volte) per dovere di completismo. Troppi riff e poca sostanza rispetto al passato, continuavo a ripetermi. Mica fanno thrash questi, mi dicevo, tentando di autogiustificare la mia nonchalance. Mancavano i guizzi, i fraseggi intricati, la melodia che ti si attacca. Tutte balle. Me ne accorsi, neanche a farlo apposta, con un altro video, il Dvd Live in Athens, preso più che altro per la curiosità di vedere dietro alle pelli Nick D’Virgilio (Genesis, Spock’s Beard, Kevin Gilbert, Big Big Train ed altri millanta progetti decisamente molto prog e poco metal), suggerito a Matheos e soci da un certo Portnoy il quale, ogni tanto, sostituiva il dimissionario Zonder, e ogni tanto – pota – teneva da fare.
Boom. Altro flash. I pezzi della recente produzione erano incendiari.
A chi non ha ancora visto questo concerto (ma anche a chi l’ha già visto, dai), suggerisco di dare un occhio al pezzo di apertura, One. Nei tre secondi che vanno dal 5:09 al 5:12, come dire, quello lì è il metal. Punto.

Ed arriviamo ai nostri giorni. Settembre 2013. Darkness In A Different Light.
Formazione nuova, Bobby “ho-suonato-con-le-migliori-band-ma-non-m’e-n’è-sopravvissuta-una”Jarzombek in pianta stabile, Aresti tornato all’ovile anche in studio, Matheos rinvigorito dalle recenti ottime prove sia con gli OSI sia in coppia con Arch . E com’è l’album? Vigoroso e cervellotico al punto giusto. Dal primo ascolto convince subito.
E’ un bilanciamento perfetto tra sonorità attuali (qua e là scorgo pure qualche velato riferimento ai Tool) e classiche (da Parallels in avanti, lasci ogni speranza chi vaga ancora alla ricerca di Porte d’Avorio).
L’unica novità rispetto al passato è del sottoscritto che, questa volta, li aspettava al varco.
Sì, perché, siccome son duro di comprendonio ma non del tutto e siccome ho capito che dal vivo sono iper compatti e con un frontman degno di questo nome, ho deciso di seguire un manipolo di ardimentosi e di recarmi con costoro al Colony di Brescia. Un covo di metallo che neanche la ex Falck.
Colpito e affondato.
Ecco la scaletta, non credo serva altro.
Ah, sì, li ho conosciuti e ci ho anche parlato. Gran brave persone.

Batcat (Mogwai)
One Thousand Fires
Life in Still Water
One
A Pleasant Shade of Gray, Part III
Another Perfect Day
Down to the Wire
A Pleasant Shade of Gray, Part VI
Pieces of Me
I Am
The Eleventh Hour
Point of View
Firefly
Through Different Eyes
A Pleasant Shade of Gray, Part XI
Monument
Still Remains



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :