George Benson – Guitar Man
0Pubblicato il 2012/01/08 da Mario Cascino![George Benson – Guitar Man0Pubblicato il 2012/01/08 da Ma... George Benson - Guitar Man](http://m2.paperblog.com/i/196/1964622/george-benson-guitar-man0pubblicato-il-201201-L-2RYNdD.jpeg)
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In questo lavoro, tanto vario quanto stilisticamente uniforme grazie allo stesso GB che fa quasi da collante tra le varie sessioni di registrazione, affrontate con animo disteso e un’impostazione che guarda costantemente all’improvvisazione, possiamo trovare una semplice e divertente versione di My Cherie Amour di Stevie Wonder in cui ritorna anche la sorprendente voce di Benson, più giovanile che mai.Si continua con un omaggio strumentale a Jhon Coltrane con Naima e uno a Wes Montgomery conTequila, ma tra gli artisti che GB ringrazia e fa propri in questo disco ci sono anche Jesse Harris (con Don’t know why), Rod Temperton (The lady in my life), e Johnny Hartman di cui ri-arrangia la famosa My one and only love.Tra le altre tracce, tutte piene di sentimento ed emozione, si fanno notare una versione molto ritmata di Paper Moon con il quartetto base chitarra, piano, basso e batteria, e anche una interessantissima versione solista della famosa canzone irlandese Danny Boy: da ascoltare con attenzione, perché Benson fa suonare le sue corde come se fossero cornamuse, un chiaro segno di stile che dimostra perché è considerato uno dei migliori al mondo.Il tutto si chiude con una formidabile e sincopata Fingerlero, scritta da Ronnie Foster,collaboratore di Benson ai tempi di Breezin’ (1976 per la cronaca) che lui stesso considera “il miglior tastierista al mondo”. Foster mandò la traccia a Benson quasi per scherzo, e il chitarrista riconobbe subito quanto fosse ritmicamente intrigante. “I knew before he sent it that it was going to be unusual, but I didn’t know how unusual,” dice Benson nell’intervista che ha lasciato per la Concord Records, la sua attuale etichetta discografica. “It was so interesting that we had to try it. David wrote out the changes for the guys. We did it a couple times and it worked. It had a really unique vibe to it.”Per Benson è sempre stato molto più che un tabù o un limite da infrangere l’unire la forza del jazz agli standard del pop, una sfida che il chitarrista ha sempre vinto anche con le limitazioni che necessariamente vengono dalle grandi labels. Per chiudere vale la pena citare una seconda volta il suddetto articolo che potete trovare anche qui:
“Le persone categorizzano le cose perché hanno bisogno di trovare un angolino in cui sistemarsi loro stesse. Per me è solo musica. Anzi penso che un sacco di canzoni pop che sono diventate famose negli States negli anni passati siano state registrate da musicisti jazz, dietro le quinte. La maggior parte dei lavori della Motown sono stati registrati così. Erano semplicemente musicisti jazz che vivevano in Detroit e sono stati chiamati a fare un lavoro, e l’hanno fatto bene… io cerco esattamente di fare la stessa cosa. In fondo ci sono solo due tipi di musica, quella buona e quella cattiva. Ci sono un sacco di cose nel mezzo, ma finiranno tutte per scivolare da una parte o dall’altra di questa divisione”.