How I Live Now (UK 2013) Regia: Kevin Macdonald Sceneggiatura: Jeremy Brock, Tony Grisoni, Penelope Skinner, Jack Thorne Tratto dal romanzo: Come vivo ora di Meg Rosoff Cast: Saoirse Ronan, George McKay, Tom Holland, Anna Chancellor, Harley Bird, Danny McEvoy Genere: incestuoso Se ti piace guarda anche: Il domani che verrà – The Tomorrow Series, Hunger Games, The Spectacular Now
How I Live Now parte come un classico teen movie. Evvai, il bimbominkia che è in me sta già esultando! Saoirse Ronan, ah la splendida piccola grande Saoirse Ronan, è un’americana che se ne va in Inghilterra, spedita dal padre a passare l’estate insieme ai cuginetti che non ha mai visto prima. Ci aspetta una classica pellicola in cui la fanciulletta, una tipa ganza troooppo dark e troooppo scontrosa, vivrà l’estate della sua vita, tra primi bacini e primi pompini? Sì, in parte sì. Nella prima parte Saoirse Ronan poco a poco entra in confidenza con i cuginetti più piccoli e si fa il più grande… Ma cos’è ‘sta moda che tra cugini si fanno tutti come se niente fosse, in questo film così come ne I segreti di Osage County e The Wolf of Wall Street (grande Jonah Hill!)? A quanto pare, il cinema sta sdoganando alla grande l’antica tradizione delle ciulate in allegria tra parenti. Un altro tabù che cade. Il mondo di oggi fa sempre più progressi. Oppure era forse meglio se questo tabù rimaneva? Nah, non facciamo tanto i bacchettoni e facciamoci anche noi le cugine che è la tendenza dell’anno! Vorrete mica essere sorpassati e fuori moda?
"Che fai, cugino, mi baci?"
"Sì, e non solo..."
"Cioè raga, mi sparo Emma Marrone a tutto volume. Sono troppo alternativa!"
Nonostante questa svolta drammatica, i toni lievi e delicati della prima parte non svaniscono del tutto. How I Live Now non ci scaraventa in mezzo agli orrori della guerra. Ce li fa vivere in maniera piuttosto distante, senza mostrarci troppo. Non ci vengono nemmeno spiegati i motivi del conflitto e non ci sono riferimenti politici. La scelta precisa delle pellicola, tratta dal romanzo Come vivo ora di Meg Rosoff, è quella di presentarci la guerra da un punto di vista infantile/adolescenziale, come qualcosa che gli adulti combattono senza ragione alcuna. Una scelta in parte apprezzabile, non fosse che così il film taglia via un sacco di aspetti che sarebbero potuti essere interessanti. La guerra non ha senso, okay, ma poi che altro vuole dirci questo film? Il suo messaggio fondamentale, e un pochetto moralistico, è che un evento tragico come la guerra può cambiare del tutto la prospettiva di una persona. Una ragazza superficiale che un tempo si preoccupava di cose come la dieta e il conteggio delle calorie, dopo la guerra capisce che quelle cose non erano poi così fondamentali. E vabbè, grazie, te credo. Però cos’altro c’è, qui dentro?"Pare che non tutti vedano molto bene il sesso tra parenti..."
"Aaah, in che terribile mondo di bigotti viviamo!"
Per ritrovare di nuovo Saoirse al top comunque non dovremo aspettare a lungo. Tra poco la vedremo in The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che ieri si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino, mentre l'Orso d'Oro è andato al cinese Bai ri yan huo (Black Coal Thin Ice) di Diao Yinan.