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I Rachel's, post rock avantgarde ensemble, quinta parte

Creato il 24 dicembre 2010 da Empedocle70

Nel 1996, inoltre, i Rachel's hanno realizzato il loro primo lavoro sinfonico registrato insieme alla Turtle Bluff Orchestra di Port Towsand, Washington. E hanno collaborato con registi, compagnie di danza, produttori teatrali e fotografi. Coltivando il loro amore per il cinema, hanno composto brani per film indipendenti e lungometraggi, tra i quali "Ogni maledetta Domenica" di Oliver Stone, "Star Maps" di Miguel Arteta e il francese "Una relazione privata". La loro musica è stata la colonna sonora del film-documentario "A day to remember" sull'inglese Channel 4.

Difficile parlare di rock ormai con i Rachel's di Systems/Layers (2003). Con questo disco, 19 brani però legati come un'enorme suite, i riferimenti ormai devono essere presi in altro ambito: Gavin Bryars, Philip Glass, Penguin Cafè Orchestra, Gorecky, gli ultimi Stars of The Lid... Systems Layers (Quarterstick, 2003) raccoglie musica composta per una compagnia teatrale, e soffre della frammentarietà di un simile lavoro, ma contribuisce anche ad introdurre nuove tecniche compositive, sviluppate sotto l'influenza dei Matmos. Found sounds e field recordings sono usati in tutta la registrazione, ma in un modo altamente austero e discreto. Il miglior mezzo per i Rachel è sempre l'antinomia romantico/cupo che permea i loro più lunghi pezzi da camera. Qui, è chiaro il modo in cui le scure, oppressive quasi funeree sonorità di Moscow Is In The Telephone, Esperanza, Water From The Same Source, Expect Delays, vengono temperate da melodie delicate (alternamente suonate al pianoforte, al violoncello e al violino). L'ensamble costruisce tessiture, e uno strumento, o una combinazione di strumenti, la disfa, come un raggio di sole che irrompe tra una fitta nebbia. La musica dei Rachel brilla veramente al confine tra romanticismo ed espressionismo. Il momento più romantico di questo faux romanticism è la sonata pianistica Anytime Soon, per il resto si registra una quasi totale assenza di percussioni, progressivo distacco dalla ciclicità minimale ormai sfruttata all'inverosimile, tono dell'opera a tratti molto cupo con grandi aperture romantiche, disco molto descrittivo, espressionista, malinconico, alternanza e sovrapposizione degli archi e delle parti strumentali con rumori ambientali, utilizzo sporadico dell'elettronica, voci e discorsi trovati, violoncelli drammaturgici, pianoforti esistenziali, accenni isolazionistici, perfino una canzone.
Ermetica e austera, la musica di Rachel's appartiene ormai di diritto alla tradizione cameristica dell'avanguardia.


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