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Il Mare Nostrum della scuola italiana

Creato il 10 marzo 2015 da Pedagogika2
Il Mare Nostrum della scuola italianaContinua l’attacco sistematico del governo Renzi al mondo del lavoro e dell’istruzione pubblica. Dopo l’approvazione del Jobs Act, che riporta in condizioni di schiavitù i lavoratori del settore privato, tocca alla Scuola Pubblica con il disegno di legge sulla pseudo Buona Scuola.Dietro la falsa promessa di immettere in ruolo su posti già vacanti da anni una parte dei docenti precari, si nascondono una serie di interventi che rivoluzioneranno la vita dei docenti e degli alunni:1. Blocco degli stipendio fino al 2018 e sostituzione degli scatti di anzianità con quelli di “merito” (10/20 euro lordi in più dopo tre anni) sulla base dei criteri “intersoggettivi” stabiliti dal Dirigente Scolastico e dal suo “staff”, “sentiti anche gli studenti e le famiglie”.2. Eliminazione – non “svuotamento” - delle Graduatorie ad esaurimento e delle graduatorie di merito senza immettere in ruolo tutti i precari storici (almeno 30.000 non saranno stabilizzati), ed applicazione delle regole del Jobs Act per i precari storici licenziati dallo Stato. Su questo punto aggiungerei una riflessione, innanzitutto che si può notare la contraddizione già in termini, della questione, poiché da una parte promette a tutti gli iscritti nelle Gae (quindi anche ai non meritevoli ed a coloro che non hanno mai superato un concorso e tantomeno acquisita l'abilitazione) un posto di lavoro, ma poi di fatto vuole eliminare anche quelle di merito. Quindi dopo tanti anni che ci parlano di meritocrazia e competenza si scopre che forse non serve neppure essere bravi e meritevoli. Insomma si capisce che forse, bisogna di nuovo, portare patate e pomodori per farsi meritevoli del posto di lavoro. Forse meglio una Escort ( l'auto ovvio, che avevate pensato!), un orologio, una mazzetta (forse di segnalazione, pensate voi come potete usarla!) Tutto questo mentre promette 3 miliardi per le assunzioni, senza sapere dove prendere questi soldi. 3. Blocco della mobilità per i docenti in utilizzazione ed assegnazione provvisoria.4. Scuole di serie A, B, ecc. con il 5x1000 destinato alla scuola del proprio figlio.5. Aiuti alle scuole private: 4.000 € di detrazione per ogni figlio iscritto nei diplomifici.6. Altri 35.000.000 € di “premi” ai presidi che faranno valutare le proprie scuole.7. Curriculo scolastico ancora più impoverito dall'obbligo di 400 ore di alternanza scuola-lavoro (200 ore nei licei). Questo e tanto altro senza alcun investimento aggiuntivo del Miur su scuola, università e formazione professionale. Altra cosa non molto chiara è il testo sulle supplenze superiori ai 36 mesi, infatti: la durata dei contratti a tempo determinato del personale scolastico per la copertura di posti vacanti e disponibili nelle istituzioni scolastiche ed educative statali, non può essere superiore a 36 mesi, anche non continuativi.Lo prevede l’articolo 15 del DDL sulla Buona Scuola. Un articolo che di sicuro (o almeno è quello che ci si augura) dovrà essere meglio specificato in sede di conversione in legge, perché se dovesse passare così com’è, potrebbe sollevare un vero e proprio polverone.In pratica: cosa accade se il docente supera i 36 mesi di precariato? Verrà assunto a tempo indeterminato? Oppure il Dirigente scolastico non potrà più chiamarlo, rischiando di commettere un atto ingiusto, oltre che illegale?Un punto, questo, che va di sicuro chiarito, perché rischia di penalizzare i docenti con esperienza che potrebbero trovarsi senza lavoro, perché una norma impedisce al Dirigente di assumerli.Altro aspetto che merita di essere approfondito: come potranno i Dirigenti scolastici vigilare sul superamento del tetto dei 36 mesi?Italia Oggi, in un articolo del 10 marzo 2015, sostiene che “il dirigente scolastico, sulla base di apposita autocertificazione del docente individuato come aventi titolo, attestante il periodo di servizio prestato, sarà tenuto a scorrere la graduatoria. E se non lo farà ne risponderà personalmente con il proprio patrimonio. La misura servirà ad impedire l'abuso dei contratti a termine nella scuola”.Con un’interpretazione un po’ forzata, si ipotizza, quindi, una responsabilità per danno erariale in capo al Dirigente scolastico che “non se la sentisse di escludere il docente avente titolo, procedendo allo scorrimento della graduatoria”.Sempre in merito ai contratti superiori ai 36 mesi, il successivo articolo 36 parla di un indennizzo "a richiesta" per il pregiudizio subito dal lavoratore a seguito della reiterazione dei contratti a tempo determinato: “A coloro i quali abbiano stipulato in precedenza con l'amministrazione scolastica statale contratti annuali a tempo determinato su posti vacanti e disponibili di durata complessivamente superiore a 36 mesi, viene riconosciuto, a condizione che ne facciano istanza tramite Posta Elettronica Certificata entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge, un trattamento indennitario forfettizzato e onnicomprensivo che assorbe ogni eventuale pregiudizio subito dal lavoratore”.Tale risarcimento, secondo il DDL, sarà quantificato in 2,5 mensilità se i contratti a termine hanno avuto una durata complessiva di servizio effettivamente prestato tra 3 anni e 5 anni; di 6 mensilità se i contratti a termine hanno avuto una durata complessiva di servizio effettivamente prestato tra 5 anni e 10 anni; di 10 mensilità se i contratti a termine hanno avuto una durata di servizio effèttivamente prestato superiore a 10 anni.Questi importi saranno ridotti della metà se il personale sarà assunto a tempo indeterminato a decorrere dal 1° settembre 2015, secondo il piano di assunzione straordinario previsto dal Governo.In ogni caso, i periodi di lavoro maturati in base ai contratti a tempo determinato stipulati in precedenza con un'amministrazione scolastica statale non rilevano ai fini dell'anzianità lavorativa e contributiva. Insomma la #Buona scuola di Renzi è un vero marasma di contraddizioni, aggiungo solo per dovere di cronaca la nuova figura del mentor, ma tutto sembra pensato per far lavorare solo chi a scuola ci è già e, non si prendono in considerazione né i modelli, né i parametri europei di preparazione, valutazione e merito, non si prendono in considerazione gli altri professionisti dell'educazione: pedagogisti, in primis, consulenti, educatori, psicologi scolastici. Sembra che si prenda in considerazione una forma rara di insegnante: quello già insediato, l'unico che può accedere ai corsi di formazione indetti dal Miur, l'unico che può proporre progetti scolastici ed ora l'unico che, dopo segnalazione del preside può diventare anche mentor, insomma si parla di un insegnante tuttologo, che non ha bisogno di niente e di nessuno se non di sé stesso. Ed ovvio della fortuna di essere nato in due epoche fortunate anche se ben distinte, infatti ad oggi ci sono due tipi principali di docenti: quelli "anziani" che hanno avuto la fortuna di nascere in un periodo storico in cui si facevano ancora i concorsi e dove tali erano fatti effettivamente per le esigenze della scuola e non quelle dei governi, parlo quindi di quelli che sono stati immessi con gli ultimi veri concorsi 1985 e 1990. Poi ci sono i giovanissimi che hanno abilitazione automatica con la laurea e che, a settembre con l'immissione nelle graduatorie d'Istituto hanno avuto 70 punti regalati ad honorem ( non si sa su quali basi), mentre alcuni precari storici per fare gli stessi punti magari hanno alle spalle anni ed anni di supplenze temporanee e sporadiche. In mezzo, nel limbo, ci sono gli abilitati con il concorso del 2000, moltissimi SIS e TFA, ed i vincitori del concorso 2012. A questo punto si vede bene la contraddizione latente di governi vecchi e nuovi che di fatto hanno creato oltre al disordine costituzionale ( ad esempio il concorso del 2000 doveva essere l'ultimo abilitante, al quale si accedeva col solo diploma, poiché si prospettava che i nuovi fossero tutti laureati , ma poi il concorsone del 2012 aveva riaperto il concorso a tutti i diplomati sino all'anno 2003, infatti era incostituzionale ma nessuno l'ha bloccato in primis i docenti che da questo concorso avevano tutto da guadagnare ( concorso che fu da me definito una vera Waterloo degli insegnanti!) una serie di titoli di serie A e di serie B, esattamente come stanno facendo per le classificazioni scolastiche di ogni ordine e grado. Ultimo appunto: in tutto questo parlare di riforma non si è mai parlato di vera scuola, e di riodino dei cicli scolastici, dei programmi, non si è mai tenuto conto dei cambiamenti sociali ed economici, né delle esigenze di alunni e famiglie. E non racconto altro................. 

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