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Kurt Cobain: l’antisessista, l’antirazzista e (a tratti) femminista leader dei Nirvana

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Bambole Spettinate e Diavole del Focolare è un blog che nasce per  raccontare le vite di donne che hanno combattuto e si sono rifiutate di incarnare quei ruoli marginali e stereotipati che le società hanno da sempre imposto al genere femminile.

Oggi però farò uno strappo alla regola dedicando questo post ad un artista un po’ controverso del quale tanto si è parlato in passato per la sua vita fatta di eccessi e terminata in modo tragico, ma soprattutto per la sua musica: Kurt Cobain.

In occasione del suo compleanno vi racconterò del re del grunge, del portavoce della Generazione X e del perché anche lui è in un qualche modo un “BamboloDiavolo”.


Kurt Cobain nacque il 20 Febbraio del 1967 ad Aberdeen e nel 1987, insieme con Krist Novoselic, formò quello che in pochissimo tempo sarebbe diventano uno dei migliori gruppi della storia della musica: I Nirvana.

Kurt CobainKurt Cobain

In molti ricorderanno Kurt Cobain come “quello che si è suicidato con un colpo alla testa”, “il cantante di Smell like teen spirits”, “il marito di Courtney Love”,  “quello che si drogava”, “il cantante morto a 27 anni” ecc.. ecc.. ma è stato anche altro.  Esistono tante sfaccettature che spesso non si raccontano e che si tralasciano.

Il leader dei Nirvana era profondamente anti-sessista, anti razzista, contro il machismo e la violenza!

Sin da piccolo, Kurt, fu vittima di bullismo a scuola, veniva spesso apostrofato, in senso dispregiativo,  come gay soprattutto dopo aver stretto amicizia con un suo compagno dichiaratamente omosessuale. Kurt reagì a queste “accuse” accogliendole. A lui non importava essere definito omosessuale e non cambiò le sue frequentazioni.

“Cominciai ad essere davvero orgoglioso di essere omosessuale, anche se non lo ero”

Negli anni marcò sempre di più la sua posizione a riguardo: nell’estate del 1986 fu arrestato per vandalismo per avere imbrattato alcuni muri della sua città con le scritte “God is gay” e “Homosex rules”.

Qualche anno più tardi, dopo la puntata del Saturday Night Live nel 1992, si scambiò un bacio appassionato con Krist Novoselic per pura provocazione o, per dirla alla Kurt, “per fare incazzare gli omofobi”.

Il gesto non fu ben accettato dai produttori che rimossero subito quell’immagine, tagliando i crediti finali da far apparire sullo schermo. Il cantante commentò sul suo diario personale l’episodio con questa frase:

I am not gay although I wish I were, just to piss off homophobes”.

Kurt CobainKurt Cobain

Cobain si espresse senza riserve contro il sessismo, l’omofobia ed il razzismo, fu un aperto sostenitore della comunità LGBT e del movimento Pro-choice per la libertà di scelta in tema di aborto ed eutanasia. Nelle note di copertina di Incesticide  invitò esplicitamente sessisti, razzisti e omofobi a non comprare i dischi dei Nirvana:

At this point I have a request for our fans. If any of you in any way hate homosexuals, people of different color, or women, please do this one favor for us – leave us the fuck alone! Don’t come to our shows and don’t buy our records.

Krist Novoselic, di origine croata, si impegnò per le vittime di abusi sessuali in Bosnia-Erzegovina dopo lo scoppio della guerra e organizzò un concerto dei Nirvana i cui ricavi vennero interamente destinati a quelle donne. Kurt Cobain diede sempre il suo appoggio artistico a questo genere di iniziative.

NirvanaNirvana

Le sue battaglie venivano gridate a gran voce all’interno dei suoi testi. Tutti conosciamo Smell like teen spirits o Come As You Are ma esistono canzoni che sono una vera è propria denuncia. La controversa Rape me, inizialmente mal interpretata, è una condanna dello stupro. La semi  sconosciuta Sappy, che non finì in nessun album, è contro la violenza sulle donne: racconta i tentativi di una donna di soddisfare le esigenze del marito, per ritrovarsi umiliata nella gabbia di un matrimonio patriarcale: “he’ll keep you in a jar and you’ll think you’re happy now you’re in a laundry room”.

Forse qualcuno pensava di trovare la solita biografia che raccontava la vita di un uomo dall’animo impetuoso stroncata dalla depressione e dalla droga. Ma  non è questo il Kurt Cobain che voglio ricordare e di cui voglio parlare. Quella storia la conosciamo tutti purtroppo.

Ho voluto rendere omaggio a un grande uomo che sin da giovane non si è fatto condizionare dai pregiudizi e dalle male lingue della gente, andando avanti per la sua strada e perseguendo un sogno che alla fine è diventato reale e che, nonostante la sua morte, continua ancora oggi. Un uomo che si è sempre schierato apertamente dalla parte di quelli che vengono definiti dalla società “i più deboli” e che “purtroppo” ha avuto un animo così sensibile e una personalità così genuina da non riuscire a vivere in un mondo che voleva usare e commercializzare la sua rabbia, le sue emozioni…la sua musica.

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