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L’italiano d’Australia: intervista a Fabio Nannini, a metà tra due emisferi

Creato il 20 luglio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

L’italiano d’Australia: intervista a Fabio Nannini, a metà tra due emisferiIntervista di Analia Pavan, argentina di stanza in Nuova Zelanda che ha incontrato l’atleta azzurro

Fabio Nannini sta per concludere la sua esperienza australiana con All Saints Liverpool, dove gioca anche con Matthew Sands, e tornerà in Italia per la partita contro la Russia, quando la Azzurra viaggerà a Mosca per la Shield Cup. Dopo l’8 settembre Nanno rimarrà a Firenze per seguire le sue attività con Unione Rugby Prato Sesto e continuerà a pensare alla RLWC dell’anno prossimo, obiettivo prefissato da tempo.

“Questa è la prima volta che esco dall’Italia per giocare”, racconta Nanno spiegando che “sono andato a fare qualche corso in Europa, ma mai per un’esperienza come questa. Ho trovato che qua tutto è lasciato all’allenamento individuale, gli allenamenti sul campo sono solo due a settimana in quasi tutte la categorie tranne la NRL, c’è tanto lavoro in palestra e sulla parte individuale, c’è tanta cultura di fare la parte fisica da soli per cui si lavora tanto sulla parte tecnica e quindi il livello si alza immediatamente”.

Con più di qualche kilo in meno e anche partite disputate per il Knox Rugby Hornsby Union, il pilone azzurro spera di riuscire a portare in Italia tutte le sue nuove conoscenze: “Ho fatto un corso d’allenatore di due giorni con la Federazione Australiana che la squadra mi ha gentilmente offerto. Purtroppo a Firenze manca una squadra F.I.R.L. per cui spero di poterla organizzare il prossimo anno io stesso, magari con qualche aiuto, e così dare una mano ai ragazzi lì. Spero avere ancora tanti anni da giocatore, ma allo stesso tempo spero poter trasmettere tutto questo”.

Ma non è questo l’obiettivo più vicino …
“No, penso che quello lo farò più avanti, adesso l’obbiettivo più vicino è essere nella rosa di quelli che andranno al mondiale. Spero di dimostrare che posso esserci nella RLWC con questa partita contro Russia per la Shield Cup, o se ci sarà modo anche durante la European Cup od altrimenti durante il campionato italiano. Penso che dopo questa esperienza qualcuno possa interessarsi a me come allenatore e quindi continuare questa esperienza che mi piace molto, altrimenti darò vita a una squadra e porterò la mia esperienza a queste persone”.

Quanto bello sarebbe poter raggruppare i giocatori più tempo prima delle partite, proprio adesso che si sta cercando la rossa ed il gioco giusto per la RLWC?
“Sarebbe la cosa più giusta da fare ma purtroppo ci sono degli ostacoli logistici importanti e non ultimo la distanza. Oggi il grosso dei giocatori che andranno al mondiale stanno giocando in Australia mentre tutti i giocatori che partecipano al campionato italiano di Rugby League giocano Rugby Union, molti dei quali lo fanno al primo livello, tutti in squadre che si allenano tre o quattro volte a settimana, quindi non si può chiedere a questi giocatori stipendiati di andare via due o tre settimane prima di una partita, di lasciare tutto per andare a giocare League perché alla fine è come andare a giocare un altro sport. Questo è completamente un’altra gestione, per cui è difficile di fare una cosa del genere, sarebbe giusto, sì, ma sarebbe una scelta di vita, la gente dovrebbe mollare, come ho fatto io quest’anno, il Rugby Union e dedicarsi ad altro. Per me era facile perche non ero stipendiato ed è stata una scelta ma non tutti possono farlo”.

Ormai è quasi finita la stagione, adesso tornerai in Italia per la prossima partita contro Russia, e dopo?
“Il campionato che sto giocando adesso con gli All Saints Liverpool finisce una settimana dopo la partita contro Russia ma l’8 di settembre sarò a Mosca per cui non farei in tempo ad essere a Sydney per tornare per l’ultima gara. Per il dopo ci sarebbe la possibilità di tornare, nel senso che loro sarebbero lieti di riavermi, ma io ho un lavoro in Italia e devo riprendere … si tratterebbe di lasciare il lavoro per un altro anno e dopo ritornare in Italia ma ormai senza quello. Per questo mi sembra che, purtroppo, la mia esperienza australiana finirà ad agosto, mi son divertito tanto ma in Italia sto proprio bene, ho troppi interessi là. In Australia comunque il fatto economico è un po’ bassino perche c’è tanto livello ma poco professionismo, quello è lasciato solo alle prime due categorie: la NRL e le sue riserve”.

Quanto ti è costato prendere questa decisione?
“Se fosse successo ai 18 anni non ci avrei pensato un attimo, adesso ne ho quasi 28, me la son goduta tanto ma adesso bisogna tornare a casa. Mi porto via solo cose positive, mi porto tutta questa esperienza al mondo del Rugby Union che è sempre stato il mio mondo (dove ricomincerò a settembre con Rugby Prato Sesto), ho conosciuto un sacco di amici nuovi in Australia ma più di così non posso fare. A casa alleno ragazzini, c’è il lavoro, ho la mia casa, la macchina, la moto … è vero, sono cose che potrei avere anche in Australia, ma adesso sono là, ho gli amici e torno a casa, dove sempre mi sono trovato bene. Avevo l’interesse di fare una nuova esperienza, l’ho fatta e porto a casa solo lati positivi”.

Dopo la vittoria dell’Italia contro Germania per la Shield Cup, come ti sembra che sarà la partita contro Russia?
“Purtroppo l’ultima volta che Italia ha giocato contro Russia io non ero in campo, ero fuori per motivi personali, non ero nella rossa dei convocati per la qualificazione al mondiale. Ovviamente essendo in Australia non ho potuto vedere tutta la partita contra Germania ma ho parlato con i ragazzi e so che è stata una bella partita e che hanno giocato bene anche se probabilmente l’avversario non era all’altezza della rosa che abbiamo presentato noi. Sono molto contento perché hanno segnato tante mete, anche i ragazzi alla prima o seconda esperienza con la Nazionale in Rugby League. Questo mi fa piacere, io non ho mai segnato ma so quanto una meta possa cambiare anche l’animo. Contro la Russia sarà diversa, adesso andiamo a casa loro, non sarà facile e c’è anche il viaggio da affrontare. Comunque se la rosa sarà competitiva non penso che ci saranno grossi problemi”.

Adesso con l’inverno da queste parti ed il caldo a casa, non c’è niente che ti manca?
“Io soffro il caldo ma mi mancano gli Strani Tipi, mi mancano gli amici, il beach rugby, non il caldo ma l’ambiente. Quando sono partito per l’Australia avevo deciso di stare fino a settembre quindi sapevo che non sarei stato con loro quest’anno. Posso farlo l’anno prossimo e sono contentissimo della mia esperienza, era ovvio che era la scelta giusta da fare, ma là c’è il beach e qua c’è il vento che non ti lascia camminare … mi manca tanto, molto più della pastasciutta e della pizza”.


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