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Mariah Carey: “Me. I Am Mariah… The Elusive Chanteuse” in anteprima streaming

Creato il 21 maggio 2014 da Marianocervone @marianocervone
Mariah Carey: “Me. I Am Mariah… The Elusive Chanteuse” in anteprima streaming In uscita il prossimo 27 Maggio, Me. I Am Mariah… The Elusive Chanteuse, ultimo attesissimo album di Mariah Carey, è da oggi in anteprima streaming sulla piattaforma iTunes, ed io, naturalmente, non potevo esimermi dall’ascoltarlo e spoilarvelo tutto. È subito una partenza col botto, a cominciare dalla rarefatta Cry, che apre il disco, ballad in cui la voce della Carey ritorna finalmente potente e pulita, per poi sfumare, è proprio il caso di dirlo, in Faded, brano dalle sonorità R&B, che ricorda i brani inizio anni 2000. Si prosegue con #Beautiful, in coppia con il cantante Miguel, pezzo che ha un po’ animato la nostra estate dello scorso anno, uptempo vagamente latineggiante. Primo singolo ufficiale estratto dall’album, dopo i buzz (flop) di Eternal (You’re mine), lanciata per lo scorso San Valentino, è Thirsty, ma tra i pezzi migliori c’è sicuramente Make it look good, in cui la Carey è accompagnata da orchestra e tromba, rievocando le atmosfere cabaret-Broadway. Le disco trovano spazio anche due guest d’eccezione, Moroccan Scott Cannon e Monroe Cannon, figli avuti dal marito Nick, che con lei “cantano” in Supernatural. Tra i pezzi più ritmati (e radiofonici) Meteorite, un omaggio alla disco music, con echi anni ’70 e ’80, e You don’t know what to do featuring Wale. Capitanate invece da Camouflage, in chiusura troviamo tre ballad, tra cui la cover One more try di George Michael, e Heavenly. Le quindici tracce della standard edition diventano diciotto nella Deluxe, con ben due featuring d’eccezione: a The Art of Letting go, buzz single di qualche mese fa, viene ad aggiungersi It’s a wrap, pezzo di Barry White cantato in coppia con Mary J Blige, e Betcha Gon' Know con R. Kelly, mentre la Japanese Edition, rinuncia al Me. I Am Mariah... The Elusive Chanteuse, podcast in cui la cantante spiega la scelta della backcover e del titolo dell’album, per guadagnarci l’inno nazionale America the Beautiful. Archiviate produzioni improbabili come Triumphant, con questo disco Mariah sembra aver ritrovato davvero la sua strada, puntando innanzitutto sulla qualità su ottimi duetti e collaborazioni alchemiche, senza dimenticare quello stile unico che resta nel tempo.

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