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Muse: “unintended”, quando il rock scava a fondo

Creato il 23 ottobre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

di Giacomo Parretti

You could be my unintendedChoice to live my life extended
You could be the one I’ll always love

Tu potresti essere la mia scelta involontaria di vivere la mia vita offerta. Potresti essere colei che amerò sempre. E’ l’inizio della canzone “Unintended” dei Muse.

Trattasi di un’esperienza personale non condivisibile da tutti, ma ho indelebile il ricordo della prima volta che le mie orecchie la udirono, e soprattutto ho il ricordo tatuato dell’effetto che ebbe all’altezza del diaframma.

muse 700x393 MUSE: UNINTENDED, QUANDO IL ROCK SCAVA A FONDO

I Muse – da zoomgossip.com

Il significato di questi tre versi della canzone può assumere svariate tipologie di significato: può essere una frase romantica da dedicare all’amato o all’amata di turno (bada bene … “di turno”), una frase da vecchio marpione inglese che si vuol “cuccare” la ragazzetta ingenua, una frase da dedicare ad un’arte come la musica inneggiando alla propria dedizione che si ha verso di questa, alla poesia, alla recitazione …

I Gen Rosso (band che si esibisce in composizioni ed esecuzioni di brani, tra cui molti di carattere liturgico, in chiave moderna ed esageratamente pop-leggera) potrebbero interpretarla come una frase verso Dio, anche se magari la comporrebbero senza l’utilizzo del condizionale sostituendolo con un bel più sicuro futuro.

Chissà quante idee vi vengono in mente per rivendervi questa dannata frase. Sì, dannata. Perché ne rimasi sconvolto.

Cominciamo col dire che i Muse concentrano i loro testi su argomenti quali le religioni, l’universo e soprattutto la misticità che c’è all’interno di questi. A tal proposito nella canzone “Uprising“, primo singolo dell’album “The resistence” uscito nel 2009, il ritornello recita la frase “They will not control us, we will be victorius”, che si vocifera sia dedicata agli “illuminati“, incitando alla resistenza verso la loro presunta volontà di controllare le persone.

In ogni caso, che si parli di apocalisse o di amore, i Muse scavano molto a fondo. I testi sono caratterizzati da parole che tendono a descrivere prontamente le emozioni e a trarne le reazioni. Gli arrangiamenti, un mix tra rock, classica ed elettronica, seguono esattamente la stessa linea del testo. Anche la musica parla dell’argomento della canzone, e molte volte ascoltandoli si ha la sensazione che qualcosa ci venga detto, anche se in quello scampolo di canzone nessuno canta. Infatti i Muse hanno sempre inserito nei loro album brani o interamente musicali o, anche se col il testo, con all’interno periodi solo musicali particolarmente lunghi. Questa è una cosa che va completamente al di fuori dei canoni di quella terribile etichetta che si chiama “musica commerciale”, e questo gli rende ovviamente omaggio.

Tornando ad “Unintended“, cos’è la scelta involontaria? Una scelta è involontaria solo quando in realtà non è una vera e propria scelta, o meglio non è ponderata. Qualsiasi pensiero o analisi nello scegliere una via o un’altra non è involontario, non può esserlo. La parola involontaria la si può intendere come non voluta? Parleremmo di una scelta obbligata… oppure… una scelta istintiva?… e se istintiva, come fa ad essere scelta?

Vi sarà capitato di sentirvi al sicuro in una o più situazioni, di sentirvi protetti con a fianco una specifica persona, o nel fare una specifica cosa la quale ci crea attorno quel mondo solo e soltanto nostro, all’interno del quale siamo completamente soli (Dama docet, e “docettano” a riguardo anche una marea di altri grandi artisti). Quello però non è un mondo illusorio, è un mondo vero… è IL mondo. E’ il NOSTRO universo, con il quale andiamo a sbattere come bolle contro altri universi, quelli di ognuno. Ognuno appartiene al proprio ed è il proprio, sia questo rappresentato da un’arte, da una persona, da un sentimento, da una casa. Sono elementi che NON sono quel nostro universo ma lo rappresentano perfettamente. A quell’elemento rimaniamo eternamente legati, continueremo ad appartenerne in eterno. Sarà una scelta non ponderata, non voluta, dettata dall’istinto, non da un riflesso ma da una volontà. Esatto, un’istintiva volontà, una scelta involontaria.

Questa sensazione di appartenenza ce l’abbiamo tutti, credo. Solo che per essere svegliata ha bisogno di un campanello. E a volte il campanello è una canzone. Spesso questa canzone è rock.

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