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Music to light your joints to #11

Creato il 26 agosto 2014 da Cicciorusso
Le tipiche lettrici di Metal Skunk in un momento di relax

Le tipiche lettrici di Metal Skunk in un momento di relax

Nell’attesa del ritorno di vari pesi massimi annunciati per dopo l’estate (Electric Wizard, Sleep, John Garcia, Yob), passiamo in rassegna un po’ di cose uscite quest’anno in ambito narcosatanista. La corruzione delle giovani anime non va mai in ferie, ecco quindi un bel po’ di robetta per allietare le vostre residue serate estive a lume di zanzara.

 

bood eagle
CONAN – Blood Eagle (Napalm)

Crown Of Talons, l’incipit dell’album, è a modo suo qualcosa di sublime. Album di una pesantezza inaudita e un minimo più dinamico rispetto al precedente Monnos. Tutto il lavoro alla lunga è un po’ sfiancante, però. Li ho persi due volte in due festival diversi, gruppo maledizione dell’anno; pare che dal vivo buttino giù i muri.

 

SLOMATICS – Estron (Burning World)

Discorso abbastanza simile a quelli di cui si parlava sopra (con cui hanno pure diviso un split qualche tempo fa) ma con un cantato più versatile e delle frequenti variazioni liquide che ne allargano lo spettro sonoro in maniera significativa. Papabili per finire in playlist a fine anno.

 

THE OATH – s/t (Rise Above)

Due tipe bionde che invocano i demoni e fanno rituali, noi ci cadiamo sempre.

 

blood farmers
BLOOD FARMERS – Headless Eyes (Resurrection Productions)

Band di cui non conoscevo l’esistenza ma che pare abbia pubblicato un album negli anni ’90 per poi andare in ibernazione per circa vent’anni. Escono dal freezer abbastanza in forma con un approccio uber passatista in cui occasionalmente affiora (involontaria?) proprio la provenienza novantiana. Citazioni ovunque, alcune nascoste, alcune palesi, fichissimi i lunghi strumentali paurosi.

 

PILGRIM – II: Void Worship (Metal Blade)

Sempre la solita roba di riff Iommi-driven. A livello di doom classico forse il disco migliore uscito quest’anno. 

 

HERDER – Gods (Reflections)

Questi alzano un bel po’ il livello di violenza, incorporano varie esasperazioni del metallo più estremo e al contempo mantengono un qualcosa di ragionato. Ogni tanto poi vanno in pieno decontrollo e danno il meglio di loro. Herder is harder dicono loro; un po’ hanno ragione. 

 

SIGIRYA – Darkness Died Today (Candlelight)

Album azzeccato solo a metà, il nuovo vocalist ha più il physique du role del cantante stoner (è un barbone pulcioso) ed è probabilmente anche più bravo, ma il tipo che c’era prima nella sua ruvidezza dava un complessiva impronta quasi- punk al tutto. Secondo me hanno perso la loro cifra stilistica, tanto che quando vanno completamente fuori tema fanno le cose migliori, affiora spesso una insolita componente malinconica (grunge?) che sembra essere particolarmente nelle loro corde. Il finale della conclusiva Sleeping With The Dogs lo spiega meglio di mille parole. 

 

FU MANCHU – Gigantoid (At the Dojo)

California, Dogtown, Vans, surf, fregne assortite e cannoni sulla spiaggia. I Fu Manchu tornano potenti e stilosi come una Mustang anni settanta. Il suono è sempre bello ruvido come piace a noi. Con Gigantoid a palla nello stereo l’estate non finisce mai.

Fuori tema: il 23 settembre esce Commune il nuovo disco dei Goat, se siete un minimo smanettoni già lo trovate in giro sull’internets. È una figata totale.



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