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Musica, David Sylvian in concerto a Milano per «Mito SettembreMusica»

Creato il 19 settembre 2013 da Molipier @pier78
Musica, David Sylvian in concerto a Milano per «Mito SettembreMusica» tweedy tweedy vedi altri articoli 19 settembre 2013 09:30

Continua la rassegna del MITO festival, che da 7 anni regala alle città di Milano e Torino musica classica, jazz e rock, con nomi del panorama internazionale. Quest’anno, dal 4 al 21 Settembre abbiamo potuto godere dei frutti di questo festival, con concerti, balletti, mostre e rappresentazioni teatrali.

In vista del termine, si presenta come un dessert finale un nome importante, forse il più importante di tutto il festival: David Sylvian. Nasce nel ’58 in Inghilterra, nella periferia di Londra, col nome di David Alan Batt. Dal ’78 all’83, David canta, compone e suona nella band Japan, composta, oltre a lui da altri 4 musicisti, tra cui suo fratello alla batteria (Steve Jansen, vero nome Steve Batt).

I Japan riscuotono un discreto successo in terra britannica, prima di arrivare anche da noi, e vengono etichettati come gruppo post-punk, new-wave, synth-pop e altri generi che sembrano essere stati coniati per farli calzare all’apposito gruppo. Il primo album si chiama “Adolescent Sex”, palesemente influenzati dai “fratelli maggiori” David Bowie e Bryan Ferry.

Nell’80 sfornano il terzo album, decisamente più sperimentale e interessante, chiamato “Gentleman Take Polaroids”, e nel corso dello stesso anno, il secondo chitarrista (il primo è lo stesso Sylvian), decide di abbandonare il gruppo, così rimangono in quattro. Per molti l’uscita di Rob Dean dal gruppo è considerata una benedizione: senza di lui daranno luce all’album più bello: “Tin Drum”.

Dopo poco tempo, il gruppo si scioglie definitivamente, salutando i fan con la pubblicazione di “Oil on Canvas”, album live. I quattro rimasero in buoni rapporti, tanto da collaborare anche in futuro nonostante la decisione di continuare da solisti; i risultati di questi contributi diedero vita ad una reunion, ma cambiandosi il nome in “Rain Tree Crow”, che successivamente diventerà anche un album, precisamente nel ’91.

Dopo questo breve ritorno al pubblico, gli ex Japan scompariranno definitivamente, ma iniziando la vera carriera solista, soprattutto il nostro Sylvian. Sette in totale gli album pubblicati, non male se consideriamo che hanno brillato nel firmamento delle stelle musicali solo 5 anni. Molti gruppi formatisi successivamente si sono ispirati a loro, nell’agghindarsi da dandy e nei suoni new-romantic, citiamo i Duran Duran, i Visage, gli Ultravox e gli Spandau Ballet.

David rimasto solo, da libero sfogo al suo genio, e partorisce musiche ambient, elettronica e rock progressive, non dimenticando di collaborare con musicisti a loro volta ex membri di band, tra cui Robert Fripp, fondatore dei King Crimson, Holger Czukay, bassista dei Can, il premio Oscar Mark Isham per aver composto la migliore colonna sonora di “In Mezzo Scorre il Fiume” (film del ’92 diretto da Robert Redford), e ultimo in ordine ma non per importanza, Ryuichi Sakamoto, col quale parteciperà per la stesura di “Forbidden Colours”, colonna sonora di “Furyo”, meglio noto in Europa col nome di “Merry Christmas Mr. Lawrence” (pellicola dell’83, diretta da Nagisa Oshima).

Dall’84 a oggi sono 24 gli album che il versatile Sylvian ha pubblicato da solista, alcuni dei quali con l’etichetta da lui fondata, la Samadhisound. Dai veri estimatori, sono 3 gli album che vengono considerati opere eccellenti: “Brillian Trees” (’84), “Gone to Earth” (’86) e il memorabile “Secrets of the Beehive” (’87).

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Le sue sonorità minimal sono richieste per comporre soundtrack o per accompagnare installazioni, come è successo nel 2007 nell’isola di Naushima, in Giappone, dove al posto di creare una voce narrante, la Naushima Fukutake Art Museum Foundation incaricò all’artista di comporre musiche ambient per guidare le persone da una location all’altra dell’isola. Insomma, abbiamo davanti un altro genio che a mio avviso vale la pena di celebrare, stasera a Milano, all’Alcatraz (20,00€, ore 21), si esibirà accompagnato da Stephan Mathieu (già compagno nell’album “Wandermüde“, 2013) e Christian Fennesz. L’esperimento a tre si chiama “The Kilowatt Hour”: garantita la goduria per orecchie e occhi.


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