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Parolacce, polemiche, puttanate (aka "Lo fai per le views")

Creato il 09 ottobre 2014 da Sommobuta @sommobuta
Parolacce, polemiche, puttanate.
Le 3 “P” auree che consentono al 95% di internet di prosperare oggi.
Ormai sono giunto alla solida conclusione che è questo quello che fa andare avanti e fa fare le proverbiali views a un sito internet, a un blog o (meglio ancora) a un canale YouTube.
Un tempo dicevano che la qualità premiava, che contavano i contenuti.
Un tempo.
Oggi...
...oggi sono tutte cazzate.

Vuoi un canale youtube pieno di iscritti?
Fai polemica o strilla come un coglione mentre giochi ai videogames, vedrai che arriveranno masse di persone a polemizzare con te (o a strillare GesùCristi, GiudaBallerini e SanteMadonne nel più pio dei rosari cybernetici).
Vuoi avere un blog con un frappo di commenti?
Fai critica spiccia senza entrare nel merito, fallo sempre e comunque. Parla male di libri, film, telefilm, fumetti o meglio ancora: sputtana altri blogger. Fai in modo di dire che è tutto “merda”.
Stai sicuro che si innescherà una reazione a catena per la quale tutti parleranno del tuo spazio e avrai un’infinità di commenti pro/contro l’argomento in questione.
E sarai innalzato a guru e #massimoesperto, e la tua dottrina sarà vista come l’unica verità possibile.
Vuoi essere sempre sulla cresta dell’onda internettiana?
Parla di puttanate. Le più semplici, le più spicciole. O gettati sull’argomento del giorno. Ma dev’essere “del giorno”, che se già arrivi 3 giorni dopo, nessuno se lo incula più (vedi l’articolo di ieri).
E ovviamente fai tuoi i consigli di sopra: se dell’argomento del giorno parli male, critichi e polemizzi…beh, risultato assicurato, my friend!

Lo fai per le views, d’altronde.
Il che è vero.
Perché vedi, non c’è nessuno sul web che scrive/si riprende per sé stesso. O perché ha voglia di parlare da solo. E sì, ok: c’è quella storia del divertimento, che se non ti diverti a farlo non ha senso comunque.
Ma se poi scrivi un articolo come questo che ha richiesto un’ora di tempo, e al massimo sono venuti a leggerlo in 4 gatti se comparati alla massa che ha letto quello del giorno prima (e che erano 4 cazzate scritte in 5 minuti d'orologio), che senso ha?
Sì, insomma, stiamo tornando sull’argomento spinoso del bloggare.
Avevo promesso una risposta a Davide Mana, che gentilmente, settimana scorsa, mi aveva regalato QUESTO ARTICOLO.
E le promesse internettiane si mantengono.

Io l’ho detto più e più volte: il blog ormai è una piattaforma elitaria. Che nonostante abbia una funzione ben definita, sta cominciando a perdere terreno. Nel giro di pochi anni (profezia sommobutica mode on) rimarranno in piedi solamente quelle piattaforme con un bacino d’utenza enorme, con numeri da capogiro, che hanno per proprietà transitiva profili social con numeri da capogiro.
Facebook, Twitter e fratellini hanno cannibalizzato tutto. YouTube ha fatto il resto, prendendo il posto di quello che erano i blog solo 2-3 anni fa.
Non ritorno su cose dette e scritte, lo sapete voi e lo so io.
Quindi che senso ha bloggare oggi, 9 ottobre 2014?
Che senso ha scrivere un articolo come quello di Primer, o come questo, o come molti altri che sono qui sul blog, che non sono né polemici, né pieni di parolacce, né ricolmi di puttanate?
Bella domanda.
La risposta però, come insegnano i filosofi, è insita nel quesito.
Perché non voglio ridurmi ad essere come quelli che per fare le proverbiali views ricorrono al giochino facile della polemica, della parolaccia o della puttanata*.
O quantomeno, non sempre.
Benchè il livello medio si stia abbassando sempre di più, tanto che anche un semplice “io dico che per me” viene recepito in maniera oggettiva, per cui quel “io dico che per me” diventa un dato fatto incontrovertibile e non un’opinione (e quindi va demolita a suon di “vaffanculo non capisci un cazzo che c’entra…”), voglio ancora sperare di rimanere lucido quel tanto che basta per raggiungere voi, che ancora riuscite a dirmi quanto fa 2+2 se sforzate bene l’unico neurone che vi è rimasto**.

È una sorta di battaglia.
E badate: non voglio fare il filosofo #distaceppa parlandovi di massimi sistemi o di quanto sia stata tatticamente brillante la manovra a tenaglia di Annibale nel corso della battaglia di Canne***.
Non sono qui a darvi risposte, né a risolvere i vostri problemi esistenziali.
Non è compito mio.
Non in questa sede, comunque.
Io posso solo darvi degli input, posso solo aiutarvi a mettere in moto quell’unico neurone di cui sopra****.
Il resto ce lo dovete mettere voi.
Se volete.

Di nuovo, come già detto, non vi punto una pistola alla tempia per leggermi. O per vedere un mio video. O per mipiacciare e commentare i miei status su Facebook.
Rimane il fatto che la “mia” idea di cosa voglia dire bloggare "per me" ce l’ho sempre avuta.
E una risposta ve l’ho anche (appena) data.
Qualcuno direbbe che oggi, dove imperano piattaforme in cui chi “parolaccia, polemizza e (s)puttaneggia” domina, uno spazio che cerca di lanciare input è inutile.
Perché non abbassa il livello, non fa views e non si mette sullo stesso livello degli altri.
Ma a questo punto, oggettivamente, la questione è: se io abbasso il livello, non mi rendo complice alla stessa maniera di chi “parolaccia, polemizza e (s)puttaneggia”?
E quindi non commetto un vero e proprio "crimine"?

La risposta è: ovviamente sì*****.
E io questo non lo voglio.
A costo – paradossalmente – di rimanere a parlare da solo con lo Spider di Google che passa per aggiornare la mia pagina web a beneficio delle Serp.
E questo è uno dei motivi per cui sto preparando, molto masochisticamente, un secondo blog.
Monotematico.
Che viste le recenti "statistiche a tema" sarà davvero letto solo da me e dallo Spider di Google.
Ma che almeno, quando ci saremo trasformati totalmente nella società di Idiocracy e sarò visto come il freak della situazione, potrò dire di essermi costruito una gabbia confortevole.
Perché piaceva a me.
E non perché faceva figo andare dietro al gusto (pieno di parolacce, polemiche e puttanate) degli altri.
Ovviamente, quando sarà (settimana prossima) sarete i benvenuti a bordo.
Sempre che vi interessi.
Sempre che lo vogliate.

Ps: spesso mi arrivano mp e mail da parte di ragazzi che mi chiedono: “Voglio aprire un blog/canale youtube, ma non so cosa scrivere/che video fare. Che cosa mi consigli, sommo?”
La mia risposta standard: “Non fare video. E non iniziare a scrivere.”
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*Sì, lo state pensando. Anche questo in fondo è un articolo polemico, in cui dico sostanzialmente puttanate utilizzando pure qualche parolaccia. Beh, non avete tutti i torti, in fondo. :3
**Sarcasmo mode on.
***Tanto brillante da essere stata studiata nei successivi 2000 anni e insegnata a memoria in tutte le accademie militari del mondo. Ma, ehi…forse non sapete nemmeno di che cosa sto parlando, vero?
****A questo punto dovrebbe entrare in scena quello che dice: “Ehi, nessuno te l’ha chiesto di fare il blogger! Non te la tirare!”. Poi succede che se per una settimana sparisco dai radar internettiani, quando riaccendo il pc mi ritrovo frotte di mp/mail/messaggi da parte di gente che mi chiede perché non aggiorno blog/sito/youtube/facebook.

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