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Recensione di The Choice di Annamaria Lorusso

Creato il 18 agosto 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Guardando The Choice lo spettatore ha la netta sensazione di smarrimento e di disorientamento. L’attrice e regista Annamaria Lorusso con questo cortometraggio ha dato vita ad uno splendido e allucinante viaggio in bilico tra l’orrore e l’onirico che, in maniera quasi magica, cattura l’attenzione dello spettatore. Se già i precedenti Ombre nella memoria e Il tempo di un respiro erano dei lavori di buona fattura, con The Choice la regista novarese alza ancora di più l’asta e con il supporto di un’ottima squadra compie un salto non straordinario, ma da record.

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Dal sito ufficiale del cortometraggio si può apprendere che

Eric, un uomo disperato, viene catapultato in un viaggio tra erotismo, follia e violenza. Qui si troverà ad un bivio: dover scegliere tra la vita e la morte.

The Choice narra la discesa agli inferi di un Dante moderno che senza la sicura guida del Virgilio di turno è costretto ad avanzare a tentoni in una zona di incubo. Il mondo creato dalla regista è un’allucinazione surreale, polverosa ed erotica che ad un prima visione può lasciare increduli. Le mie parole non possono rendere giustizia alla visionarietà di questo lavoro: come quando si cerca di raccontare ad altri un incubo che ci ha terrorizzato, ma non si riesce a trasmettere agli astanti la visione pur così chiara che noi abbiamo. Una visione, ecco cosa è The Choice.

Il piacere che da dolore, la speranza perduta, il disprezzo per il dono della vita. Questi sono solo alcuni dei temi trattati dalla regista. Ho avuto la suggestione che James Wan abbia guidato la mano della Lorusso in fase di scrittura: la colpa più grande di cui ci si può macchiare è quella di svendere la propria vita e di rinunciare ad essa lasciando che la tristezza e la disperazione non ci facciamo apprezzare l’unica vita che abbiamo.

Di seguito due battute esemplari

– Tu hai sputato in faccia alla vita. Tu hai sputato in faccia a tutti coloro che vogliono vivere più a lungo, ma non gli è concesso.

– La vita è un dono non concesso a tutti. Molti sanno apprezzarla ed onorarla come devono a differenza di chi, come te, la spreca e la umilia. (…) Il buio dopo la vita non ti permetterebbe alcuna scelta. Ricorda: abbiamo solo un’occasione e non dobbiamo sprecarla.

L’attore protagonista è il poliedrico Roberto D’Antona (Insane, Johnny, A.Z.A.S), uno dei più giovani e dotati attori italiani. D’Antona interpreta Eric, un uomo che commette il gesto estremo del suicidio. Lo spettatore ha di fronte agli occhi un uomo che si ritroverà in un inferno peggiore di quello da cui cercava di fuggire. Questo giovanissimo attore mi stupisce ogni volta che lo vedo all’opera perché ha una mimica fuori dal comune: gli basta muovere leggermente un muscolo del volto per comunicare cose che le parole non direbbero con la stessa efficacia. Nonostante la giovanissima età, D’Antona ha la plasticità del miglior Jim Carrey associata ad un’intensità che normalmente si riscontra in un attore navigato.

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Il possente e carismatico Michael Segal (Wrath of the Crows, Anger of the DeadUna ragione per combattere) da anni è diventato uno dei più famosi e ricercati attori del panorama indipendente italiano e in questo corto ci regala una interpretazione di grande spessore. Con una voce stentorea, un corpo che sembra scolpito nel marmo e dei diabolici occhi saettanti Seagal interpreta L’Imperatore, un malvagio demone che metterà Eric davanti ai suoi errori e alle sue responsabilità.

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La regista Annamaria Lorusso interpreta l’anima del povero Eric. Un’anima abbandonata a se stessa, ma compassionevole e che nel momento del bisogno sarà più forte di tutta l’oscurità che cercherà di possederla. Con pochi e semplici gesti e con degli occhi carichi di malinconia, ma anche determinazione l’attrice-regista da vita a quello che forse è il personaggio chiave di tutta la vicenda.

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Proprio due giorni fa (16 Agosto) si è festeggiato San Rocco, il patrono del cinema, e dopo la visione di questo cortometraggio bisognerebbe ringraziare lui e tutti gli altri dei della settima arte per aver fatto sì che si formasse la coppia D’Antona-Lorusso. Dalla loro collaborazione sono scaturiti sempre progetti di buon, se non ottimo, livello: The Choice è solo l’ultimo di una ricca serie di progetti che hanno visto entrambi lavorare insieme.

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L’interprete principale Roberto D’Antona e la regista Annamaria Lorusso

Da un punto di vista tecnico The Choice è superiore a molti altri progetti indipendenti.

Credo sia più che doveroso segnalare l’ottima direzione degli attori svolto dalla regista e la notevole fotografia di Stefano Pollastro (che riveste anche il ruolo di co-produttore). All’inizio del corto, nel mondo reale, si ha una luce quasi accecante una forte luminosità, in seguito nel mondo delle visioni infernali tutto è caratterizzato da una grande oscurità e dai contrasti di luce ed ombra, infine, nella sala del trono dell’Imperatore si ha una fotografia instabile con la camera (affidata alla bravura di Davide Marini) in continuo movimento e che trasmette, in tal modo, ansia. Segnalo una sequenza, all’inizio del corto, realizzata con una steadycam: un vorticare vertiginoso che permette al piano ultraterreno e a quello reale di congiungersi spiazzando lo spettatore e cancellando ogni punto di riferimento.

I costumi, curati dalla stessa regista, sono impeccabili e insieme ad una messa in scena austera (a cura della regista, di Paola Laneve e di Domenico Uncino) si innestano perfettamente nel mondo di incubo creato dalla Lorusso.

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Ho molto apprezzato le musiche di Olsi Baba che in alcuni momenti hanno un’importanza veramente notevole nella vicenda e scandiscono con ritmo la narrazione.

Di seguio il trailer di The Choice e una citazione di Friedrich Nietzsche che, secondo me, ben si adatta a questo splendido lavoro

Se scruterai a lungo nell’abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.

Scrivendo questa recensione ho cercato, per quanto possibile, di non fare spoiler per permettere, a chi lo vorrà, di guardare il cortometraggio acquistando una copia in DVD o Blu-ray. In questo modo non solo avrete la possibilità di vedere un ottimo cortometraggio, ma anche di sostenere il cinema indipendente. Cosa che, secondo me, coi tempi che corrono non fa mai male.

Andrea Bianciardi



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