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Recensione "J. Edgar" di Clint Eastwood

Creato il 30 marzo 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Sara Guglielminetti Recensione Edgar Titolo: J. Edgar 

Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: David Lance Black
Genere: biografico, drammatico
Durata: 137 minuti
Data di uscita: 4 gennaio 2012
Data di uscita DVD: maggio 2012
Cast: Leonardo DiCaprio, Armie Hammer, Naomi Watts, Judi Dench
Trama:
La vita di J. Edgar Hoover, capo incontrastato dell’FBI per 50 anni: dagli inizi della carriera alla caccia ai gangster con la cattura del “nemico pubblico n°1” John Dillinger, dalle indagini sul rapimento del piccolo Lindbergh alle intercettazioni ai danni dei personaggi più potenti dell’epoca, Presidenti americani compresi.
RECENSIONE Dopo il dittico Letters from Iwo Jima (2006) e Flags of Our Fathers (2006), dedicati alla battaglia di Iwo Jima della 2° guerra mondiale, e Invictus (2009) sul presidente sudafricano Nelson Mandela, Clint Eastwood torna ad occuparsi di Storia e sceglie J. Edgar Hoover, il primo direttore dell’FBI, una figura estremamente controversa ma fondamentale nella storia americana del XX° secolo. La sua ascesa al potere, ottenuta anche grazie a metodi violenti e ai limiti della legalità, dalle retate violente durante il Maccartismo al “finto” arresto di Dillinger fino ai ricatti a JFK e Richard Nixon, ci viene raccontata da Eastwood con le sue luci e le sue ombre, senza mitizzare né giudicare Hoover.
L’attenzione del regista però si focalizza soprattutto sulla vita personale di Hoover e sulla sua presunta omosessualità. Sicuro di sé e arrogante sul lavoro, Hoover ci appare improvvisamente sottomesso e fragile nel rapporto con la madre autoritaria, interpretata da un’ottima Judi Dench, che gli impone una carriera e una vita di apparenza (spietato il commento “Meglio un figlio morto che un figlio gerbera”). Nonostante le insistenze della madre, Hoover non si sposerà mai e dividerà la sua vita, lavorativa e non, con il “collega” Clyde Tolson (Armie Hammer), anche se il rapporto fra i due si fermerà a livello platonico. Buona interpretazione anche per Naomi Watts nella parte dell’assistente personale Helen Gandy, fondamentale per Hoover anche dopo la morte.
Recensione Edgar Ma J. Edgar è soprattutto Leonardo DiCaprio, nominato ai Golden Globe come miglior attore drammatico ma snobbato per l’ennesima volta dall’Academy. Dopo The Aviator di Martin Scorsese nei panni di Howard Hughes, DiCaprio si trasforma in un altro personaggio realmente esistito, interpretando Hoover dai primi anni all’FBI (il film inizia con gli attentati anarchici del 1919) e, grazie al trucco, fino alla sua morte, avvenuta nel 1972.
Sceneggiato da Dustin Lance Black, famoso per lo script di un altro biopic, Milk del 2009, il film non vuole essere un “documentario”: è infatti Hoover stesso, ormai anziano, a dettare ai suoi assistenti la “sua” versione dei fatti. La narrazione, ricca di flashback, non è lineare e cronologica ma segue il ritmo dei ricordi del vecchio Hoover, in parte distorti e confusi.
Il nome di Hoover, celebre negli U.S.A. ma meno noto da noi, suona però familiare non solo agli appassionati di storia ma anche ai cinefili. Nel film Nemico Pubblico di Michael Mann, infatti, Billy Crudup è J. Edgar Hoover impegnato a dare la caccia a John Dillinger/Johnny Depp. Anche nella miniserie TV The Kennedys appare il personaggio di Hoover, interpretato dall’attore canadese Enrico Colantoni.
Sicuramente non il miglior Eastwood degli ultimi anni ma Clint firma un buon film grazie ad una regia solida ed asciutta che non cade nel sentimentale (magistrale la scena del confronto fra DiCaprio e Hammer dopo la decisione di Hoover di sposarsi). Se vi incuriosiscono i biopic e se amate Eastwood, film consigliato


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