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Recensione "La città delle ribelli" di Meg Wolitzer (Garzanti)

Creato il 21 aprile 2012 da Maila Tritto
«La città delle ribelli è arguto e intenso dalla prima all'ultima riga. Meg Wolitzer è una narratrice nata che incanta con le parole e i personaggi.»The New York Times
 
Titolo: La città delle ribelli
Autore: Meg Wolitzer
Editore: Garzanti
Traduttore: Andrea Monti

Data di pubblicazione: 5 aprile 2012
Prezzo: 16,60 Euro
Pagine: 252 pp.
ISBN: 978-8811684084

Sinossi: Smettere di fare l'amore con i propri uomini per ritrovare la felicità. La vera felicità. Questa è la strategia che le donne di Stellar Plains, nel New Jersey, adottano, più o meno consapevolmente, per ritrovare sé stesse e i loro desideri. Una dopo l'altra iniziano a rifiutare qualsiasi contatto con i loro compagni. Nessuna vuole essere sfiorata: ogni bacio, ogni carezza vengono accuratamente evitati. Un vento freddo inizia a soffiare tra le lenzuola di ogni camera da letto. L'ispirazione per la rappresaglia è data da Fran Heller, la nuova, anticonvenzionale professoressa di teatro del liceo, che ha deciso di mettere in scena Lisistrata, la commedia di Aristofane in cui le cittadine ateniesi si uniscono in uno sciopero del sesso per protestare contro i loro mariti e contro la guerra. Eppure Stellar Plains sembra un luogo felice. Niente turba la serenità delle coppie che vi abitano. O almeno così appare. D'altro canto… Dory e Robby Lang, insieme dai tempi dell'università, dicono di amarsi come il primo giorno, ma stanno scivolando verso una stanca sopportazione; la moglie del preside è afflitta da una sindrome di stanchezza cronica, mentre il marito se la intende con la consulente scolastica; Ruth, la neosposa, ha sempre più evidenti problemi di peso. Un quadro allarmante, fatto di nevrosi quotidiane, piccoli screzi, rancori sopiti da anni. Gli uomini fingono di non vedere le crepe celate dietro le facciate linde e ordinate e le erbacce che infestano le aiuole immacolate. E allora è compito delle donne guardare la realtà in faccia, riprendere in mano il loro destino e combattere la battaglia per salvare le coppie, e la passione delle loro notti.

Recensione: "Cosa accadrebbe se all'improvviso tutte le donne smettessero di fare l'amore con i loro mariti?" A chiederselo è la scrittrice americana Meg Wolitzer che, con la sua ultima pubblicazione La città delle ribelli, indaga – e analizza – il mondo delle donne, svelandone anche i loro più intimi segreti, nonché i desideri nascosti. Il romanzo, narrato in terza persona, si basa sulla vita degli abitanti di Stellar Plains, nel New Jersey. In particolare, l'autrice descrive con abile maestria – la vita di coppia degli abitanti del posto. Non c'è limite di età; niente sfugge all'occhio indagatore della Wolitzer. Il lettore assisterà, perciò, a diverse storie che hanno come comune denominatore la vita di coppia: sentimentale e non. Sono, queste, storie di vita reale, descritte soprattutto dal punto di vista delle donne (protagoniste indiscusse del romanzo). All'apparenza, Stellar Plains sembra un luogo piuttosto tranquillo e perfino felice; in realtà tutto cambia nel momento in cui le donne prendono maggiore consapevolezza di sé, dei loro desideri e della loro felicità. Ebbene, ognuna di loro – in momenti diversi – si chiederà se sia effettivamente quella la vita che vorrebbe condurre con i propri partners o se, invece, c'è qualcosa che non va come dovrebbe. La vita di coppia, si sa, non è sempre facile. Spesso si ha difficoltà nel gestire le cose importanti: i figli (e la loro educazione) e anche il lavoro. Tant'è che, soprattutto per le donne, diventa complesso gestire entrambi. E così, la vita coniugale rischia di passare in secondo piano, compresa la vita sessuale. In fondo, però, i momenti più difficili (da gestire) sono quelli in cui la coppia dovrebbe – almeno teoricamente – dimostrare di essere unita. La quotidianità a volte, però, è anche sinonimo di "monotonia" e di routine, deleteria per la coppia stessa. In questo modo si finisce per cadere in quella che anche l'autrice definisce come: "stanca sopportazione". Essa potrebbe sfociare in nevrosi quotidiane, piccoli screzi, e perfino rancori sopiti da anni. Non mancano, poi, le distrazioni o gli interessi che potrebbero anche essere diversi. In un periodo storico in cui predomina la società globalizzata a livello economico-produttivo-culturale, non sono pochi i cambiamenti che coinvolgono gli uomini. Basti pensare anche all'avvento e all'affermazione delle nuove tecnologie e dei social networks, soprattutto, che influiscono enormemente anche sul modo di affrontare la realtà odierna.Siamo in quella che è comunemente definita come 'network society' «società di reti», che influisce anche sulla vita di coppia. Così, l'uomo adotta comportamenti diversi che non coincidono con il vero carattere e personalità. Di conseguenza anche il modo in cui l'uomo si relaziona con gli altri è cambiato: il rapporto non è sempre e solo diretto, bensì mediato dalle tecnologie, appunto, che portano a diversi cambiamenti sociali. E sono proprio le nuove tecnologie che costituiscono una nuova "distrazione", col rischio di perdere l'interesse per il proprio partner. Altre volte, invece, con i social networks si inscenano, come già detto, comportamenti che sono molto diversi dalla propria personalità. L'individuo, in questo senso, diventa quello che il sociologo canadese Erving Goffman ha definito come 'attore che pone se stesso sul palco della società". La vita quotidiana diventa, perciò, una mera rappresentazione. Inoltre, le nuove tecnologie limitano, di molto, l'interazione faccia a faccia. Questo fenomeno coinvolge, in modo particolare, i giovani che – sempre più spesso – trovano nei social networks "la soluzione" per relazionarsi con i propri coetanei, e col sesso opposto.La scelta di orientare la mia recensione su tale linea dipende, principalmente, dal fatto che anche la Wolitzer – nel suo romanzo –  analizza tali casi. L'autrice, usando espedienti legati prettamente alla fantasia, ci mostra la realtà che molte donne vivono. È, quello di Stellar Plains, un quadro allarmante in cui le donne iniziano a ribellarsi ai propri uomini, negandosi e rifiutando ogni contatto fisico: i baci e le carezze vengono accuratamente evitati. E la vita sessuale diventa un vero e proprio tabù. Gli uomini, dal canto loro, fingono che non ci siano problemi e pensano che nulla potrebbe minare la loro tranquillità.Spetta alle donne guardare la realtà in faccia e riprendere in mano il loro destino, combattendo una battaglia per la salvezza delle coppie. La stessa battaglia che, con arguzia e fantasia, Meg Wolitzer associa ad una delle commedie più famose di Aristofane: la Lisistrata. Infatti, nell'opera il commediografo greco mette in scena una battaglia che le cittadine ateniesi  – guidate da Lisistrata, la protagonista – conducono affinché i propri uomini ritornano dalla guerra del Peloponneso (con protagoniste Sparta e Atene, e le rispettive coalizioni). Come le donne ateniesi, anche le donne di Stellar Plains decidono di fare 'lo sciopero del sesso'. Le cause, certo, sono diverse ma l'obiettivo è comune: ottenere, dai propri uomini, l'affetto e l'attenzione che spesso viene loro negato. Sebbene la Lisistrata si basa sulla volontà   da parte delle donne – di riportare la pace, la commedia è il primo testo che tratta i temi dell'emarginazione femminile; adottato dalle donne per la battaglia a favore della parità dei sessi. In un romanzo, come quello della Wolitzer, tale commedia è importante proprio perché è necessario far emergere il punto di vista delle donne: le loro attitudini e le loro passioni. La città delle ribelli è un romanzo che mi ha particolarmente coinvolta e che mi ha fatto riflettere, e non poco. Ho apprezzato il modo in cui l'autrice abbia affrontato le tematiche enunciate, grazie anche ad uno stile che  – fin dalle prime pagine – è ironico, pungente e a tratti anche spregiudicato. Ma mai volgare, come a volte capita per i romanzi che affrontano la tematica sessuale; piuttosto induce a riflettere sui comportamenti che si verificano nella realtà stessa. Inoltre, emerge la psicologia di alcuni personaggi femminili. Tuttavia, ritroviamo  – anche se in misura minore – il punto di vista degli uomini. Meg Wolitzer, perciò, ha realizzato un romanzo che fa emergere sia l'emisfero femminile che maschile, con particolare riguardo al primo.Il Wall Street Journal ha definito, giustamente, La città delle ribelli come "un romanzo che tutte le ragazze e tutte le donne consapevoli della loro vita sessuale dovrebbero leggere". È, infatti, un romanzo che parla di donne, scritto da una donna – prima ancora che scrittrice – e indirizzato, principalmente, ad un pubblico di lettrici.


A cura di Maila Tritto


L'AUTRICE: Meg Wolitzer, autrice di numerosi romanzi, vive a New York City con la sua famiglia. Presso Garzanti ha pubblicato anche La posizione (2006) e La stagione delle cattive madri (2010).


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