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Se la "bellezza salverà il mondo" la Danza salva il Teatro e l'Arte. Le coreografie di danza-teatro esaltano il festival Inequilibrio di Castiglioncello

Creato il 07 luglio 2012 da Robertoerre

// di Roberto Rinaldi 

Il filosofo David Hume nel '700 sosteneva che “La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva”. Un'intuizione nata dal suo sapere filosofico ma non validata dalla neuroscienza, disciplina che solo nella nostra epoca contemporanea, grazie agli studi del neurobiologo Semir Zeki, ha potuto accertarne la sua veridicità: “La bellezza è tutta negli occhi di chi guarda e il nostro cervello possiede un concetto astratto di bellezza”. Il poeta tedesco Friedrich Hölderlin sosteneva anche la necessità di: “Sentirsi uno con il tutto”, ovvero la capacità di sentirsi in armonia con la natura, e provare un sentimento di empatia verso tutti gli altri simili sulla faccia della terra. Convinto com'era che solo in questo mondo l'uomo “potrà riuscire a prendere coscienza dell'eterna e infinita bellezza che lo circonda”.

High res cosas

Il termine bellezza sta ad intendere l'insieme delle qualità, che se percepite, suscitano sensazioni piacevoli, derivanti da forme di vita, oggetti (e quindi anche le opere d'arte), animali e persone, esseri viventi abitanti tutti dell'universo. Il piacere si genera nel momento stesso dell'esperienza vissuta, procurando un'emozione positiva. Il meccanismo è quello di farne un paragone immediato (conscio o inconscio) con un canone di riferimento interiore, innato o acquisito, derivante dalla consuetudine sociale. Una delle espressioni più celebri della storia letteratura mondiale, scritta da Dostoevskij per L'Idiota, e fatta dire al principe Miškin. L'idiota prova una fiducia illimitata nei confronti dell'arte tanto da poter affermare che “La bellezza salverà il mondo“. Quella bellezza basata sul sentimento che suscita negli esseri umani, anche se è più giusto riconoscere, come la bellezza umana, sia solo una componente dominante di una più vasta e indefinibile bellezza naturale.

 

(Alma Söderberg)

 

In ascolto sieni

E se la “bellezza salverà il mondo” (il filosofo russo Tzvetan Todorov è l'autore di un saggio che porta questo titolo), dopo aver assistito a Inequilibrio (il festival di Armunia di Castiglioncello) ad una serie di spettacoli suddivisi tra teatro e danza, si può tranquillamente sostenere che la danza salverà il Teatro e a seguire anche il mondo, se per mondo s'intende la nostra esistenza stessa, fatta di bellezza per la cultura, a difesa dell'arte in generale.

(Virgilio Sieni In ascolto)

 


Leonardo diana verso la luce
La riflessione nasce in occasione di conversazione conviviale con Andrea Nanni, direttore artistico del festival, ed Elisabetta Cosci responsabile dell' ufficio stampa. Intenzioni chiare dal principio fin dal principio con la diffusione del programma: “A collegare le tante proposte di Inequilibrio, diverse per linguaggio e per genere, è la capacità di aprirsi alla realtà, di distillarla per generare bellezza, nutrimento sempre più necessario in questi tempi sempre più difficili”. Un manifesto programmatico a tutti gli effetti, e alla luce di quanto visto raggiunto in pieno. La danza è la protagonista di quindicesima edizione per qualità e numero di titoli scelti, dove la presenza delle compagnie e dei solisti, non lascia spazio a dubbi di sorta.

(Leonardo Diana Verso la Luce)

 

L'arte di portare in scena la commistione tra danza figurata e recitata, contaminata dal teatro, vedeva protagonisti come Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con il loro Reality, Matteo Fantoni in Onirica arsenic dreams. Il CollettivO CineticO e Francesca Pennini con *Plek -, le straordinarie creazioni di Virgilio Sieni, capace di trasformare dei veri giardinieri in creature uscite dalle favole, immersi nel bosco insieme ad dolcissime ed eteree fatine. Sieni firma anche In ascolto, un saggio di come si possa far emergere la bellezza del corpo in ascolto: “L'essere in ascolto... che significa anche stare sul bordo del senso, come se il risuonare attraverso il gesto non fosse nient'altro che questo bordo. Essere all'ascolto consiste in un essere-teso-verso il silenzio, inteso non come privazione ma come risonanza. Risentir suonare il proprio corpo”.

Plek collettivo cinetico ph_marco_davolio
Alvaro esteban
(Elias Aguirre, Alvaro Esteban Entomo)

 

 

(CollettivO CineticO Francesca Pennini  *Plek -)

 

(Virgilio Sieni In Ascolto)

In ascolto 2 sieni

Il celebre coreografo ha scelto il Gruppo Cerbiatti di Livorno per dare vita al suo pensiero, affidando la scena a tre danzatrici di soli dodici anni: Noemi Biancotti, Emma Pellegrini, Linda Pierucci. E a proposito di bellezza, Virgilio Sieni cita anche Claude Lévi-Strauss: “In un oggetto che troviamo bello c'è qualcosa di particolare che lo distingue dagli altri, dagli oggetti dell'esperienza ordinaria? In un oggetto che troviamo bello c'è qualcosa che lo rende tale per noi”. Zaches Teatro è invece il protagonista di Lost in time#1. La danza assoluta di Abbondanza e Bertoni con Il ballo del qua, sette piccoli performer protagonisti della scena, in grado di disegnare coreografie uscite da un libro illustrato. La danza che si gemella con il teatro da cui origina Le fumatrici di pecore (con Antonella Bertoni e Patrizia Birolo).

Puro distillato di perfezione espressiva è l'assolo di Alma Söderberg, artista svedese che unisce la sua bellezza a quella del talento artistico. A Castiglioncello presentava Cosas, dove la giovane performer nata nel 1983, perfezionatasi in danza classica alla Royal Ballet School (“e tip tap in camera sua”), a soli sedici anni ha deciso di trasferirsi a Siviglia per studiare flamenco. La sua biografia racconta di essere stata una viaggiatrice curiosa in giro per il mondo: da Stoccolma a Parigi, da Madrid ad Amsterdam. La sua scelta di diventare coreografa avviene a soli otto anni ma ne ha impiegati ben diciotto per “trovare le condizioni giuste per realizzare gli spettacoli”. In Cosas “canta mentre parla, parla mentre danza e danza mentre canta”, non si tratta di gioco di parole ma la sintesi perfetta della sua esibizione. Il corpo di Alma è in grado di emanare suoni musicali, sibili che diventano note di un pentagramma mai scritte, sonorità che si espandano nello spazio, rifrangendosi in mille sfumature che l'udito cerca di decifrare.

Castiglioncello-Marianna-Masselli-13

La sua ricerca vuole indagare gli aspetti fisici del linguaggio strappando le parole al loro significato e riportando le frasi alla loro nudità. In un flusso torrenziale (straordinaria la sua capacità di dominare sensi, percettività e movimenti fisici) di canto e parlato, piedi battuti a terra (lo studio del tip tap ha giovato) e gesti punteggiati (leggeri, aggraziati, sensuali, senza peso), suono e movimento diventano una cosa sola”. Diventano Cosas e incantano il pubblico affascinato nell'assistere a tale grazia e leggerezza che fa rima con bellezza. Uno degli eventi più belli ed emozionanti del festival. La sua semplicità così ricca di sfumature fa di Alma Söderberg, una rivelazione assoluta (è la prima volta che si esibisce in Italia), in grado di stupire anche per la padronanza delle lingue straniere.

 

(crediti fotografici di Marianna Masselli. Per gentile concessione di Teatroecritica)

 

Spesso bellezza e intelligenza sono un tutt'uno, se poi tali doti vengono utilizzate con senso di umiltà, generano, a loro volta, un'energia vitale a cui tutti possono beneficiarne. Chi ha avuto la fortuna di poter ammirarla a Inequilibrio lo può confermare. Nella stessa serata si esibita subito dopo anche Claudia Caldarano. Anche lei in relazione con la bellezza nel danzare Dialogo, dove spiega essere in “dialogo con mio padre. Cerco di richiamare il suo mondo alla mia memoria fisica. Imito e trasformo gesti di lui morente, suoni e parole per avvicinare il mio sguardo al suo. Lo sforzo che il corpo fa per dimenticare, per non rimuovere i fatti, le gioie, la bellezza dell'esserci, lo sforzo che fa per trattenere la vita o per lasciare che vada, lasciare che sia leggera”. Ritornano gli stessi concetti a cui ci si riferisce in questa riflessione sull'apporto dato dalla danza, se pur ricco di proposte anche di teatro per adulti e bambini, cinema, site specific, quanto ponderato attentamente negli equilibri diversi per scelte artistiche, dove Inequilibrio, che da il nome al festival, potrebbe suscitare il contrario. Claudia Caldarano si è avvale del contributo musicale di Beppe Scardino, talentuoso musicista di sax baritono e clarinetto basso.

Claudia caldarano Dialogo
(Claudia Caldarano Dialogo)

La danzatrice sa esprimere con il suo corpo, una sinuosità di movimenti che ruotano nello spazio e fendono l'aria come delle lame affilate. La sua è una danza altamente evocativa, esaltata dal suono ora aspro ora melodico, che esce dallo strumento di Scardino in grado di smontare il suo clarinetto utilizzato in ogni suo componente. Suoni graffiati e giocati in perfetta sintonia con le coreografie della danzatrice, diplomatasi nel 2010 alla Scuola Civica d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Nel settore della danza si è formata con Marina van Hoecke e Roberto Lun.

E poi accade di incontrare due giovani artisti spagnoli, non conosci nulla di loro e non potresti mai sospettare il talento innato, rivelatosi solo al momento della loro esibizione. Ci parli “fuori scena” come si fa con due persone qualunque, poche parole di circostanza, scambiate più per cortesia che per dovere professionale. È nel momento della loro esibizione che percepisci di avere di fronte due perfomer di assoluta bravura. Il loro lavoro si intitola Entomo e i due si chiamano Elias Aguirre e Alvaro Esteban. Sul palcoscenico sono due esseri umani capaci di trasformarsi in insetti, dal ragno alla cavalletta, dallo scorpione alla mosca. Flessuosi e dotati di una fisicità impressionante. Corpi snodabili dalle movenze di assoluta leggerezza. Una prima nazionale e una prima volta in Italia, i giovani danzatori sono i vincitori del Premio Certamen internacional Burgos di New York, assegnatoli nel 2010, oltre a quello di Alicia Alonso CIC, il Premio del Publico Certamen Coreográfico de Madrid. La loro esibizione è coinvolgente e sensuale, si presta ad essere una dimostrazione fisico (entomologica) di come realmente si muovono gli insetti. Non a caso: i due spagnoli si sono conosciuti in discoteca e condividono la stessa passione per l'entomologia.

 

EA&AE (2)

Da qui nasce Entomo, accattivante e ironica prova d'autore di rara bellezza espressiva, molto applaudita dal pubblico del festival. Giocava in casa, invece, Leonardo Diana di Livorno con il suo Verso la Luce. Una ricerca proiettata verso lo spazio creato solo dalla luce, dove il corpo si presta a mutuare forma e senso. Perde la sua fisicità naturale per assumere le sembianze di un'identità che cerca il dialogo con il proprio doppio. Si contorce come un manichino, un automa difettoso, cambia pelle (dal nero al bianco), immerso in una proiezione fantasmagorica che abbaglia la vista e confonde i sensi. Un danzatore a cui preme cercare una dimensione altra, ossessiva e trasfigurata dell'esperienza esistenziale. Forse è vero che la danza salverà il mondo, oltre all'arte stessa capace di ricreare in teatro, una dimensione di vita a cui aggrapparci, e ritrovare quell'armonia e bellezza smarritasi da troppo tempo.  

 

(Elias Aguirre, Alvaro Esteban Entomo)

 


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