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Tema: La Boy Band

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SvolgimentoTema: La Boy BandFrancesco ha sedici anni e un sogno: formare una boy band. È stanco di andare a scuola, che non gli ha mai insegnato niente di utile, tanto più che da un po’ si addormenta sul banco perché la notte prima ha scaricato frutta al mercato di Ballarò. Basta anche con arance, mele e zucchine: farà un sacco di soldi e regalerà una nuova casa a sua mamma, che rischia lo sfratto. Suo padre li ha abbandonati quando lui era piccolo, ma questa cosa da un po’ ha smesso di rattristarlo e gli ha dato un motivo in più per perseverare nel suo progetto: traumi, difficoltà e disgrazie familiari sono valore aggiunto ai membri di una boy band, fanno presa sulla sensibilità di tutto il pubblico, anche di quello non composto da ragazzine fra gli undici e i sedici anni. Come potete notare, Francesco non si fa illusioni, non vorrebbe tutto questo per perseguire un sogno musicale, ha semplicemente studiato le caratteristiche che garantiscono a un gruppo di ragazzi tra i sedici e i vent’anni di sfondare. 

Fondamentale è trovare i compagni adatti. Il numero di componenti di una boy band oscilla fra il quattro e il cinque e ognuno di loro corrisponde a un ruolo:- C’è il biondino slavato con gli occhi azzurri, che quasi le ragazze si vergognano a fare fantasie sessuali su di lui. Di solito fa i falsetti. - Il tipo con la voce classica: magari ha anche studiato canto e ha una bella estensione vocale, ma niente fuori dall’ordinario.- Il nero o comunque l’elemento etnico del gruppo. Solitamente ha uno stile un po’ r’n’b e la voce calda, e, dove presenti, esegue le parti rappate delle canzoni. Il più macho di tutti.- Quello con la voce rauca o graffiante.- Il quinto, che non si sa che voce abbia perché nessuno l’ha mai sentito cantare, è lì solo per ornamento. Leggenda narra che non apra bocca nemmeno durante i cori. 

Francesco pensa che può tranquillamente assegnarsi il ruolo di quello con la voce graffiante: dopo anni e anni di visione di Amici riesce a imitare il timbro di qualsiasi vincitore di sesso maschile (e femminile) della trasmissione.Restano da trovare gli altri quattro, Francesco parte dal più facile: afferra suo fratello biondo di dodici anni che non ha ancora cambiato la voce. E’ vero che un requisito basilare è la bellezza, però non si deve necessariamente essere dei modelli, anzi, a volte i boys sono troppo giovani per essere ancora maturi fisicamente, ma sono proprio le facce d’angelo che fanno presa sul pubblico: le ragazzine devono riconoscere qualcosa del loro mondo in loro. Il trend, ultimamente, è quello di un costante abbassamento dell’età dei componenti delle boy band e l’elemento giovinezza è importante, i ragazzi in virtù dell’età sono molto disinvolti e hanno un’energia pazzesca: sorridono, saltano, scherzano in continuazione, l’unico momento in cui sono seri o addirittura sull’orlo delle lacrime è la canzone lenta, indispensabile in ogni boy band che si rispetti, o mentre parlano della loro famiglia. Ogni pomeriggio, Francesco fa provare al fratello tutte le canzoni con parti in falsetto che conosce. La cosa finisce quando i vicini cominciano a minacciare la loro madre.

Si passa alla ricerca del cantante tradizionale. Francesco sa a chi chiedere: una mattina va dal suo compagno di classe che studia in conservatorio ma canta anche in una cover band e gli propone la cosa. Lui, dopo anni di esperienza in canzoni d’amore, si troverà in sintonia con i testi del gruppo, perché una cosa è importantissima: loro devono essere tanto, tanto ma tanto sensibili. In ogni canzone la donna sarà celebrata in tutta la sua bellezza/sensibilità/spontaneità/unicità -non che sia perfetta, anzi, si fa un sacco di paranoie, le si deve ricordare quanto è speciale nonostante i suoi piccoli difetti. La ragazza è colei da osannare e guai a farle del male, se questo disgraziatamente accade avremo una canzone in cui il ragazzo si profonderà in scuse e chiederà un’ultima occasione: nessuna donna al mondo meritava questo trattamento, ma se lei perdona allora lui non sbaglierà più e i due staranno insieme per l’eternità. Il compagno guarda Francesco da sotto in su e poi si volta dall’altra parte, senza nemmeno rispondergli. Tanto lo sapevo, gli urla Francesco, ti senti troppo in alto per cantare con me, razza di figlio di papà! Ma vedrai quando avrò più soldi di tutti quelli che la tua famiglia ha mai visto!Abbattuto, ma non scoraggiato, Francesco individua il quinto membro, quello decorativo: Marco D’Agostino è il più bello della scuola, a tutte le ragazze piace lui. Diciamo che sta già sperimentando la fama, ma, gli assicura Francesco, non è niente in confronto a quello che succederebbe se entrasse in una band con lui: dalla comparsa del fenomeno, ogni donna, almeno una volta nella vita, è affetta dalla sindrome da boy band. Ci passano tutte, anche le dark e le rocchettare: negli angoli più nascosti delle loro stanze giacciono ancora cd, ritagli di giornale, dichiarazioni d’amore fatte al proprio diario nei tempi in cui non si vergognavano di gusti musicali pop e non avevano capito che strillare e piangere a un concerto dei Blue fa molto meno figo che strillare e piangere a un concerto dei Verdena. Non si scappa, è come le malattie esantematiche, e proprio come queste finisce relativamente in fretta. Ok, forse Francesco non conosce i Verdena, ma queste cose le sa anche lui, sa che la carriera del gruppo non potrà essere molto lunga, per questo è meglio spremere da esso tutto il succo possibile finché il momento è buono e la moda dilaga: registrare tre album in due anni, fare sette tour mondiali (le date saranno esaurite un anno prima, con pullman provenienti da ogni dove dirette agli stadi), essere ospitati in qualunque canale televisivo-radiofonico-online possibile, commercializzare magliette, calendari, poster, zaini, spille, profumi, bambole, sagome cartonate a grandezza naturale ispirati a loro, e anche rispondere a domande del tipo: che supereroe vi piacerebbe essere? Di cosa sanno i vostri baci? Cosa fareste se ci fosse un’apocalisse zombie? Ma sono piccoli inconvenienti se si considera che si gira tutto il mondo insieme a un gruppo di coetanei di cui ogni bravata è giustificata, si conoscono innumerevoli ragazze che non si deve fare fatica a conquistare, si viene diretti dai più grossi registi di videoclip esistenti, si entra a far parte del jet set che si è sempre guardato da lontano, per non parlare di hotel, macchine, pranzi, case e vestiti di lusso. Marco accetta. Ma non si presenta alle prove, deve uscire con le ragazze, e poi ha pallamano, nuoto e calcetto: niente da fare.Provato da queste sconfitte, Francesco tenta almeno di trovare il ragazzo nero. Jamil lavora con lui al mercato: gli espone la sua idea, faremo un sacco di soldi, gli dice, e Jamil ci sta, chiede informazioni, cosa dovrebbe fare questa boy band? Beh, innanzitutto trasferirsi, da che mondo è mondo le boy band sono inglesi o americane e cantano in inglese. Dato che gli USA sono troppo lontani, la loro prima mossa sarà partecipare a X Factor UK o comunque cercare di farsi notare da qualche talent scout britannico. Jamil scuote la testa: niente da fare, lui a diciannove anni ha già una moglie e un figlio e non si può permettere di girare il mondo per cantare. Deluso, Francesco si aggira per la città, e pensa a chi potrebbe chiedere. Un cinese! Come non pensarci prima! L’importante è che l’elemento sia etnico e nessun asiatico è mai stato in una boy band, sarebbe una novità assoluta. Entra nel primo negozio di via Lincoln che gli capita a tiro e spiega la sua proposta con entusiasmo al proprietario, che lo butta fuori in malo modo. No, i cinesi pare che non siano interessati, ma Francesco ha un compagno che viene da Lampedusa, se è più vicina all’Africa che alla Sicilia vorrà pur dire qualcosa. Si fionda a scuola, il professore non l’ha mai visto entrare in classe così di fretta, cerca il compagno lampedusano ma gli dicono che manca ormai da tre mesi, non se n’era accorto? I suoi hanno deciso di trasferirsi nuovamente sull’isola.Disperato, Francesco adesso è solo nella sua stanzetta. Sembra impossibile trovare qualcuno che si imbarchi seriamente con lui nel suo progetto e senza altri ragazzi la boy band è impossibile da fondare…Oppure no?  Il ragazzo viene colpito da un’illuminazione: ha già la pelle un po’ scura e facendo qualche lampada dovrebbe riuscire a passare per nero o almeno mulatto, si tingerà i capelli di biondo, indosserà lenti a contatto azzurre, si farà i cori da solo e, in una sola canzone, voce pulita, rauca, calda e in falsetto, o comunque la registrazione per tracce singole risolverà qualsiasi problema di sovrapposizione. Una one man boy band. La prima della storia. Geniale. Manca solo da scegliere il nome: i Five in One, i Which Direction?, i Blè, gli ‘N Soccu, i Pigghialu, i Via Messina Marine Boys?

Ecco, io vi ho raccontato la storia di Francesco, adesso vado che ho cose più importanti da fare che stare qui a parlare di boy band. You are my fire, my own desire…


Valeria Balistreri


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