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The Freak’s note collection – La Controriforma Natalizia

Creato il 29 dicembre 2014 da Thefreak @TheFreak_ITA

 

Sapete qual è il lavoro stagionale più profittevole sotto le feste natalizie, oltre fare il magazziniere per Amazon?

Se state pensando a quella cosa lì, siete fuori strada.

Boccadirosa metteva l’amore sopra ogni cosa e, a quanto pare, ogni qualvolta fosse richiesto ( non solo dal 1 al 31 dicembre).

Se state invece pensando a quell’altra cosa li, siete in alto mare. Le bombe delle 6 non fanno male, ma era all’indomani della maturità e non al post-cenone della vigilia.

In più se per bombe avete inteso i botti di Natale, mi dispiace dirvi che il mercato è in perdita, colpa anche delle recenti app che simulano lo scoppio petardi sull’Iphone, compatibili anche per Android e già copiate a Caserta.

Ok, lo so che state pensando a Magalli, e fate bene, ma il business di cui sopra ha origini più antiche e non si limita ad una moda recente, per quanto geniale possa essere..

Signori, l’oggetto del contendere altro non è che la compilation delle canzoni natalizie.

Si, avete capito bene. Parliamo della raccolta delle tracks di Natale e Capodanno che, puntualmente, si ripropongono ogni anno dall’Immacolata in giù.

Una reunion di vecchi e nuovi successi, inseriti in compact disc dalle copertine discutibili o in versione playlist su youtube e spotify (almeno fin quando non parte l’insopportabile pubblicità).

Una bella infornata di musica che va dal superclassico Tu scendi dalle stelle, passando per la ballata brit-pop dei Coldplay e finendo con l’ultima Christmas Hit cover di Do they know It’s Christmas time? realizzata dalle all star riunite (che, se ci pensate, il video annesso ricorda un po’ la formula dei cantanti nostri “quanno c’è stato er terremoto in Abbruzzo e s’erano riuniti nella cantina zozza a cantà Domani è già qui, e mo la canzone der Natale è proprio uguale, che te t’aspetti che mo esce Giuliano dei Negramaro e invece c’è Bono Vox e tu dici.. Ammazza come se so ridotti dopo 5 anni!!)”

In pratica la questione è semplice. Non c’è Natale che passi senza che non vengano sparate a palla tutte e – dico tutte-, le super tracks dei natali e delle feste passati. Un surrogato dal candore assicurato che fa felici tre generazioni di parenti a tavola. E vai di aneddoti, racconti a tema, commozione facile e stonatura annessa, mentre si cerca di intonare: Help yourself a merry little Christmas.

Intanto si verifica quanto segue: alla nonna è partita la dentiera, complice un torrone rimediato coi punti del Conad del 1997; alla cugina si sono smagliate le calze di 26 euro di golden point prima che lei vada alla bisca figa, tuo padre e tuo zio litigano per il 4-4-3 di Zeman e per Angela Merkel fumando nervosi 12 sigarette di seguito e perché uno dei due crede che Di Battista sia una persona intelligente mentre l’altro lo reputa un surrogato di Solletico.

Tua madre ripete che l’agnello era più buono l’anno scorso e tua zia la guarda con fare di disappunto, mentre cerca di levarsi un pezzo di carne tra l’incisivo e il canino, ma con sobrietà naturalmente.

I tuoi nipoti si litigano i pacchi regalo e per poco uno non urtava la candela a caduta libera sulla tenda e vai di incidente domestico, mentre i cugini iniziano a strillare o happy days con voce stridula, messa a tacere dal proverbiale rumore del risucchio del brodo da parte del nonno. Poi apri la finestra e l’unica canzone che senti, almeno in alcune parti del Sud Italia è “Jingle Bells, Jingle Bells, picciuli un ci ‘nnè” e vieni di colpo ricatapultato nell’immaginario dantesco post Maria De Filippi.

Consigli per gli acquisti e si riparte dalla tombola, ma manca un numero e la tombola viene spartita fra i cugini più tirchi e rompipalle.

Insomma, le tracce natalizie fatturano un sacco, sono gestite da tutte e quattro le mafie italiane ( compresa la novella della capitale, con buon placet delle coop rosse che consigliano di mettere nei cd’s anche l’Internazionale, per compensare la presenza di Frank Sinatra, notoriamente simbolo di una certa destra).

Ma siamo sicuri che per le feste natalizie dobbiamo accontentarci unicamente di brani come Happy Days e Mariah Carey vestita da aiutante di babbo natale, modalità copertina playboy di dicembre?

Siamo certi che, al netto della vastità dell’offerta musicale, ci si debba settare solo sui tormentoni classici di ieri e di oggi, arricchiti dal buon Tiziano Ferro che si assenta sempre solo per poco dal panorama della musica?

Siamo pacifici nell’accettare che le bacheche di fb siano imbonite di tracks in odor di vischio, a garanzia totale di atmosfera natalizia e amore per Gesù nascituro, senza che vi siano competitors accettabili?

The Freak ha scelto di dire no a George Michael in tuta da sci acetata e al conto alla rovescia del 31 Dicembre di Gigi D’Alessio a Piazza Plebiscito! Ha scelto di dire basta al faccino da bimbo minkia di Micheal Bublè mentre canta lo scibile, chiuso in un imbarazzante smoking e salvare Joe Cocker, da poco scomparso, da necrologi virtuali viziati per la presenza di Ed Sheraan e One Direction.

La redazione unita ha deciso di mandare finalmente in pensione Rod Stewart (sotto lauta liquidazione, anche se lui non lo sa ancora) e ha deliberato una contro riforma natalizia, ossia una Xmas compilation ma con i brani scelti da noi.

Vogliamo che la musica che ci arrivi al cuore (e non al pancreas ma forse al Punkreas), che ci emozioni senza renderci stucchevoli, che ci dia candore e non caldane, che ci trasmetta il senso del Natale e non l’istinto omicidia contro lo stereo, che ci renda uniti ma senza omologarci.

Insomma, questo Natale ce la comandiamo noi, regalandovi la musica che più ci rievoca lo spirito dei giorni correnti, ma che se la metti ad aprile va bene uguale e anzi ci fai pure bella figura con la tipa che hai rimorchiato due giorni prima in una delle migliaia di gelaterie nate quest’anno e di cui gli italiani hanno immensamente bisogno.

La musica bella, almeno per noi, come alternativa Freak-consapevole a tutta la sbobba ridondante delle feste kitsch!

Per voi, per noi, da noi… Buone Feste e buon ascolto!

di Anouk Cortàzar e Boris Panofsky


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