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The Strypes.

Creato il 05 aprile 2013 da Tereeffe @tereeffe

Questa sera voglio parlarvi di una band scoperta nella City proprio recentemente e di cui ogni rivista, musicale e non, ne parla come se fosse arrivata la rivoluzione musicale che tutti stavano aspettando.
No, aspettate: questi qui hanno 16 anni e io gli sto scrivendo un post.
Ok, devo ammettere che mi hanno incuriosita: sentirli suonare live lassù è pressoché un’impresa (venerdì scorso sarei dovuta andare a vederli, ma erano sold out da un bel pezzo), tutti ne parlano come se fossimo in presenza di una resurrezione e molti li descrivono come i nuovi Rolling Stones (movenze à la Mick Jagger e genere che-siamo-lì).
Fa’ te se i The Strypes coi loro parka, i loro completi mod e il loro taglio di capelli, non fanno venire domande agli amanti della British music.
Presente.

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(Vacca boia: paiono un nuovo gruppo per sbarbine).

Questi 4 adolescenti arrivano da Cavan, Irlanda, e questa è la line up:

Ross Farrelly (vocalist, armonica, percussioni);
Josh McClorey (chitarra, tastiere, back vocals);
Pete O’Hanlon (basso, armonica);
Evan Walsh (batteria).

Ok, sentite: le loro canzoni sono molto adolescenziali, ma se fossero venuti fuori negli anni ’60 avrebbero conquistato una buona parte d’Europa col loro rock’n'roll e rhythm and blues fortemente influenzato da Rolling Stones, Chuck Berry e The Yardbirds.
L’apparenza inganna.
Non facciamogli montare la testa fin da subito, già ci pensano i britannici e il Modfather, ma non ascoltarli sarebbe davvero un peccato. E io, ancora, non posso credere che questi siano così giovani e talmente capaci da proporre un genere simile.
Certo bisogna ascoltarsi un album completo di questa band per poterli giudicarli al meglio, ma su Spotify potete trovare la loro cover di “You can’t judge a book by the cover” (Bo Diddley) e le tracce dell’EP “Blue Collar Jane” per farvi un’idea.


Una band che segue la scia dei Miles Kane – Jake Bugg – The Moons, che riporta sulle scene la musica 60s e la riempie con qualcosa di più attuale e “garage”: segnatevi il nome ed ascoltateli. E se non vanno sold out, andate pure a vederveli nel Regno Unito.



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