Magazine Italiani nel Mondo

TOP Post dal mondo expat #8.12.14

Creato il 17 dicembre 2014 da Mamma In Oriente

Sempre un po’ in ritardo, vi segnalo gli articoli che ho ritenuto più belli ed interessanti nella settimana scorsa, dai “Blog Italiani nel Mondo”. Settimana di nuovo ricca di bei post! Eccoli in ordine di uscita:

“Epilogo” del blog “Pokelina” dagli Stati Uniti

Un post veramente bellissimo che ci racconta di un sogno dell’autrice. Un sogno nato quando era bambina guardando con ammirazione il padre. Un sogno per il quale sono stati necessari grossi sacrifici, suoi e della famiglia, per il quale c’è voluto tanto coraggio e determinazione. Un sogno avvenuto in quell’America per molti difficile, ma che le ha permesso di realizzarlo. Dovrei riportarvi tutto il post tanto è bello, ma ne scelgo ovviamente solo un pezzetto con l’invito ad andare a leggerlo tutto:

“E’ un sogno antico quanto i miei primi ricordi, quando la sera vedevo il mio papa’ rientrare a casa felice e gratificato dal suo lavoro. La sua passione era inesauribile e palpabile e faceva scintillare ancora di più la grandezza e nobiltà del suo animo. La sua grande umiltà. Fin da piccolina ho sentito di essere animata dalla stessa grande passione ed e’ uno dei doni più grandi che io potessi ereditare. Sono cresciuta sognando che da grande mi sarei presa cura della mia passione. Sono cresciuta sognando che da grande mi sarei presa cura delle persone.”

“Di tempo e di noia” del blog “Senza zucchero” dalla Svizzera

L’autrice si trova ad avere tempo libero, dopo la conclusione di un lavoro, per due mesi. Periodo in cui impara nuovamente ad avere una gestione del tempo non scandita da ritmi serrati e cose da fare assolutamente. Senza però mai avvertire la sensazione di spendere del tempo inutile o di sentire la noia. Il suo è un vero e proprio esercizio di recupero del tempo solo per sé stessa. Scrive:

Ho apprezzato il mio tempo, l’ho riempito e lasciato vuoto a mio piacimento.  Non mi sono mai sentita inutile, non produttiva; non ho mai avuto la sensazione che stessi sprecando tempo, nella mia mente non si è mai insinuato quel pensiero scomodo che ti assale quando ti impegni a fare cose che non vorresti fare, o passi tre ore della tua giornata su un treno per un tragitto che ne richiederebbe la metà e le giornate se ne vanno via, una dietro l’altra, come fotocopie di un’istantanea scattata anni fa.”

“L’attesa dei bambini” del blog “Il frutto della passione” dal Brasile

L’autrice ci racconta nel suo modo coinvolgente, delle emozioni che ha suscitato ancora una volta in lei la visita all’orfanotrofio dove suo figlio ha vissuto i primi mesi. Dell’amore e dell’attenzione che tutti quei bimbi richiedono e nello stesso tempo suscitano in chi li va a trovare. Di come cambiano le prospettive dopo qualche ora passata lì, di come tutto acquista un valore diverso. Scrive:

“Lì, tra le braccia di quei bambini, ogni volta io riparto. Ricomincio da quel luogo e faccio lo stesso anche oggi. Vedo tutto con occhi differenti, le cose hanno un peso diverso. Mi importa di poco e quel poco vale tutto l’oro del mondo.”

“Ancora così” del blog “La vita a modo mio” dalla Svizzera

Il bimbo dell’autrice continua ad essere ammalato monopolizzando tutto il suo tempo come sempre accade quando sono i piccolini a star male. E’ un periodo pesante che in passato l’avrebbe fatta andare a fondo, ma ora ha ancora forza e tranquillità dentro di sé per riuscire a non cedere. Scrive:

In qualche parte di me c’è ancora un mare tiepido e calmo, incurante delle onde di burrasca, che si fa cullare da un piano che suona, tutt’uno con il ritmo del mondo. Non ci sono più mani, né dita, né tasti, bianchi o neri.”

“Talent show” dal blog “Mamme nel deserto” dal Kuwait

Tramite la scuola della figlia viene organizzato uno spettacolo in cui i bimbi che lo desiderano possono esibirsi in qualcosa che gli piace. Mimma si trova a riflettere, indipendentemente dai risultati che non hanno alcuna pretesa di essere di buon livello, su quanto sia importante che la scuola dia ai bimbi anche la possibilità di misurarsi con sé stessi, preparandoli anche a contare solo sulle proprie risorse e ad essere sicuri delle proprie capacità anche davanti ad un pubblico. Scrive:

“Sarebbe bello che alla fine dell’High school lei sapesse, meglio di quanto ho saputo io a 18 anni, qual è il suo vero talento. La sua passione. La sua dote. E sulla base di questa consapevolezza avere la determinazione e la sicurezza di  giocarsi tutte le carte.”   11

“Riflessioni su certi sguardi” del blog “Ma che davvero?” da Londra

L’autrice si trova a riflettere su come gli innamoramenti del passato per ragazzi che non ci amavano e per i quali abbiamo fatto di tutto, sono proprio quelli a cui sono legati ricordi speciali, probabilmente proprio per il fatto che sono rimasti rapporti sospesi e non abbiamo avuto la possibilità di viverli fino in fondo e di sapere come sarebbe finita. Scrive:

“Di alcuni, ancora ricordo le parole e gli occhi, e sono ancora tra le cose più belle, intense e romantiche che io abbia mai provato. La ragione è che, in fondo, erano solo nella mia testa.”

“Cammelli brontoloni nel presepe” del blog “Why mum Why” da Londra

L’autrice assiste alla recita di Natale nella scuola della figlia. Una scuola multiculturale dove bimbi di ogni religione si trovano sereni ad interpretare i personaggi del presepe senza preoccuparsi che Gesù non sia il loro Dio. Perché è giusto che i bambini conoscano anche il diverso e perché sotto al rito del presepe c’è un principio semplice, ma importantissimo per chiunque, di pace e amore. E da questo semplice concetto l’autrice si trova a considerare che sente proprio il bisogno di rispolverarlo quel principio del presepe per tornare al significato originale del Natale. Scrive:

“Un Natale che riaccenda per un poco il calore delle origini, perché le origini sono importanti e se non sai da dove vieni potresti trovare difficile capire dove vai. Un Natale che magari filtri anche un poco di spiritualità. Che è molto più di una cosa religiosa e culturale.”

TOP Post dal mondo expat  #8.12.14
 “Di passione e di spettacoli di Natale nella scuola inglese” del blog “Mamma far and away” da Londra

All’indomani delle recite di Natale nelle nuove scuole dei propri figli, l’autrice si trova a fare un confronto fra l’esperienza nel sistema scolastico francese, che per la sua famiglia non è stata piacevole, e quella attuale nel sistema educativo inglese. Non può che evidenziare una differenza sostanziale nelle insegnanti inglesi che sostengono tutti i bambini indifferentemente con gioia, coinvolgendoli ed aiutandoli indipendentemente dalle loro capacità, preoccupandosi principalmente dei loro bisogni e del loro sentirsi a proprio agio. Scrive:

“Questo e’ il punto: l’attenzione al benessere del bambino, alla sua serenità, prima di tutto e soprattutto prima del risultato, del “fare bene”. Ho visto energia in quelle maestre, passione, dedizione e gioia.”

“New York” del blog “Smila Blomma in UK” dall’Inghilterra

Un bel post scritto dall’autrice al suo ritorno da una vacanza a New York. Che ci racconta come destinazioni di viaggio, pur essendo indubbiamente belle, ci rimangono meno impresse nel cuore e nella mente perché appartenenti ad un mondo a noi noto. Che non vuol dire che non le apprezziamo, ma semplicemente assegniamo loro un posto all’interno di un tipo di viaggiare diverso, più normale. Scrive:

“Ma mi è mancata la sensazione di spaesamento dei viaggi in luoghi davvero ignoti. Mi è mancato il sentirmi fuori posto, il dover fare uno sforzo per capire la situazione, il confronto con il diverso. Perché a New York puoi comprare magneti di Mosca a Little Odessa o mangiare zil-zil al ristorante Etiope, ma non sei in Ucraina e non sei in Africa, sei sotto la bandiera a stelle e strisce, sotto il cappello di quella cultura occidentale nella quale sei nato e che perciò conosci fino in fondo.”

“E’ “diffacile” abitare Tokyo” del blog “Giappone Mon Amour” dal Giappone

L’autrice ci racconta come sempre in modo meraviglioso della sua Tokyo e della sua nuova quotidianità a contatto con il gelo dell’inverno. Una Tokyo amata come una persona di cui si conoscono pregi e difetti. Per eludere quest’ultimi però basta fare percorsi meno noti, in una città meno frenetica e veloce. Scrive:

È “diffacile” vivere in questa città. È uno scendere continuo a compromesso, una ricerca di tracce secondarie che promettono di dispensare la vita calma, l’unica che accoglie veramente le persone e i loro cuori sempre inquieti. Qualcosa che è probabilmente comune a tutte le metropoli del mondo.”

Per oggi ho finito, ma direi che ne avete abbastanza da leggere!

 


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