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Creato il 02 gennaio 2016 da Filmedvd

La meraviglia della scoperta e le inquietudini della giovinezza; le relazioni interpersonali come coacervo di ambiguità ed inganni; l'indagine sull'identità, simulacro mutevole e illusorio, in continua ridefinizione. Sono solo alcuni dei fil rouge che legano i miei film del cuore, fra quelli usciti in Italia nel corso del 2015, fra coming of age, fantascienza e insidiose indagini dell'animo umano. Anche per quest'anno, ecco dunque una classifica delle opere che più mi hanno affascinato e commosso; tenendo conto di vari ottimi titoli che, per un soffio, non hanno trovato posto nel seguente elenco (, Mad Max - Fury Road, Vizio di forma) e di quelli datati 2015 ma che, per ragioni distribuitive, in Italia arriveranno solo nelle prossime settimane (fra cui due capolavori assoluti, Carol e ).

10. THE IMITATION GAME

Una messa in scena di classica sobrietà che si pone al servizio di un racconto teso e coinvolgente, mentre l'ottimo Benedict Cumberbatch dà voce, volto e corpo alla figura complessa e tormentata di Alan Turing, matematico diviso fra un'arrogante genialità e la repressione di inclinazioni e sentimenti considerati "scandalosi". Felicità personale e ragion di Stato, dignità e compromessi sono al cuore del dramma storico diretto da Morten Tyldum e ricompensato con l'Oscar per la miglior sceneggiatura: un cinema che probabilmente guarda al passato, ma che regge senza difficoltà al confronto con i propri modelli di riferimento.

9. UNA NUOVA AMICA

L'analisi dei sentimenti e la scoperta di una nuova - e più vera - identità sessuale sviluppate quasi come un noir, ma con il gusto squisitamente postmoderno per la commistione di generi di un maestro del cinema europeo come François Ozon, che prende in prestito un romanzo di Ruth Rendell, lo rilegge secondo la propria poetica e firma una delle punte di diamante della sua filmografia. Romain Duris, Anaïs Demoustier e Raphaël Personnaz sono i vertici di un torbido triangolo costruito attorno alla presenza / assenza di una donna fantasma, in un affascinante gioco di riflessi e di sdoppiamenti, sempre sotto il segno di una rigenerante libertà narrativa.

8. 45 ANNI

Gli spettri del passato, rievocati da una notizia inaspettata, si frappongono all'improvviso fra i maturi coniugi Kate e Geoff Mercer, in procinto di festeggiare il loro quaranticinquesimo anniversario di matrimonio, distendendo la loro ombra sull'apparente serenità della coppia e scoperchiando un "vaso di Pandora" di dubbi e rimpianti. Dopo lo splendido , Andrew Haigh si conferma uno dei nuovi talenti del cinema britannico attraverso un dramma ammirevole per il pudore, il realismo, la profondità e il coraggio con cui si cimenta in questa amarissima analisi di coppia. Tom Courtenay e Charlotte Rampling, premiati entrambi al Festival di Berlino, sono due interpreti superbi, e il finale sulle note di Smoke gets in your eyes dei Platters si stampa nel cuore e nella memoria.

7. FOXCATCHER

Il Sogno Americano rovesciato in incubo; la retorica dello sport, del patriottismo, della vittoria a tutti i costi denudata per rivelarne la natura inesorabilmente corrotta. Bennett Miller, fra i massimi registi del cinema americano contemporaneo della sua generazione, racconta la reale vicenda dei fratelli Mark e Dave Schultz, campioni olimpici di lotta libera, e del loro mecenate, il milionario John Eleuthère du Pont, animato da un delirio di onnipotenza prossimo a sconfinare nella follia. Il mito della "seconda occasione" demolito dalle fondamenta in un dramma raggelato e raggelante, diviso fra la potente fisicità di Channing Tatum e la maschera ambigua e spaventosa di Steve Carell.

6. STAR WARS - IL RISVEGLIO DELLA FORZA

Il film-evento del 2015 non è semplicemente un blockbuster d'intrattenimento, ma il tentativo - ambizioso, magari imperfetto, ma di sicuro maestoso e appassionante - di confrontarsi con un immaginario cinematografico che da almeno trent'anni è parte integrante della cultura popolare. E l'operazione condotta da J.J. Abrams, condotta sul filo della nostalgia, pur inserendosi nel solco della trilogia originale di George Lucas (anche e soprattutto a livello di costruzione narrativa) riesce nell'impresa, tutt'altro che scontata, di infondere nuova modernità e pathos alle avventure di quella galassia lontana lontana, resuscitando un'epica fantascientifica in grado di parlare a fan vecchi e nuovi.

5. BLACKHAT

Dal maggiore successo del decennio al flop più immeritato e ingeneroso dell'anno. Eppure, a dispetto dello scarso interesse del pubblico, il cyber-thriller di Michael Mann è un'opera irresistibilmente protesa verso il futuro: per le arditezze di una messa in scena in molti casi stupefacente; per l'alone di struggente romanticismo che circonda l'hacker Nicholas Hathaway (Chris Hemsworth); per la presenza indefinibile di un nemico che non ha corpo, né volto, né identità; per un finale poderoso, carico di notturna poesia. Un "fiasco" con tutti gli ingredienti per una tardiva ma meritoria consacrazione fra i grandi cult del nostro tempo.

4. BIRDMAN

Non solo un'altra variante sul tema della dicotomia fra realtà e finzione, né una mera riflessione sulla verità dell'arte e sull'identificazione fra maschera e volto: la sorpendente commedia di Alejandro González Iñárritu, un autentico unicum nel suo itinerario cinematografico, ricompensata con due Golden Globe e quattro premi Oscar (tra cui miglior film e regia), rappresenta un formidabile concentrato di tensione ed ironia, di dramma intimista e di squarci surreali, costruito come un singolo, vertiginoso (per quanto fittizio) piano sequenza. Tantissime influenze e suggestioni dal cinema del passato (fra cui La sera della prima di John Cassavetes), ma il risultato è un film originale e indefinibile come pochi altri; e il Riggan Thomson interpretato da un bravissimo Michael Keaton è un personaggio già entrato negli annali della settima arte.

3. EX MACHINA

Le convenzioni della fantascienza rielaborate in un crudelissimo gioco fra il gatto e il topo, in uno spazio ipertecnologico e claustrofobico trasformato nel teatro di un duello psicologico in cui realtà e paranoia si confondono in maniera ineluttabile. Il miglior esordio dell'anno, quello del romanziere Alex Garland, è un dramma pinteriano con le sembianze di un thriller sci-fi, percorso da una tensione divorante e sorretto dalle eccellenti interpretazioni di Domhnall Gleeson, Oscar Isaac e Alicia Vikander, seducente e impenetrabile donna-robot, all'interno di un meccanismo narrativo di geometrica, implacabile precisione.

2. L'ALTRA HEIMAT - CRONACA DI UN SOGNO

Il sublime lirismo, le aperture al sogno, alla visionarietà e ai sentimenti (quei lampi di colore all'interno di un avvolgente bianco e nero), ma anche la concretezza "materica" e il minuzioso realismo dell'affresco storico e sociale. Il veterano Edgar Reitz, fra i maestri del Nuovo Cinema Tedesco, torna sui sentieri dell'immaginario villaggio di Schabbach, già cornice del suo monumentale progetto di , con un'altra "opera mondo" sviluppata nell'arco di quattro ore, in cui lo sguardo al passato (la Germania di metà Ottocento) non è che il veicolo per raccontare un anelito di libertà attualissimo e commovente.

1. INSIDE OUT

Un altro racconto di formazione, e stavolta si tratta di un coming of age letteralmente rivoluzionario. Il capolavoro scritto e diretto da Pete Docter, da annoverare fra gli apici assoluti della miracolosa filmografia targata Pixar, è un'opera pervasa di intuizioni (e invenzioni) geniali, capace di aprirsi all'osservazione della mente umana e dell'universo emozionale di ciascuno di noi: quel groviglio, complesso e contraddittorio, in cui la realtà sensibile viene rielaborata, assumendo nuove tinte e nuova luce, fino a diventare un'altra realtà, se possibile ancor più vera. La scintillante ironia di uno script infallibile, il carisma irresistibile dei personaggi e "l'elogio della tristezza", dall'effetto a dir poco dirompente, contribuiscono a rendere Inside out una pellicola seminale per il cinema d'animazione e per il cinema tutto, nonché il mio incontrastato "colpo di fulmine" del 2015.


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