Magazine Politica

10 Tweets sul patrimonio storico-artistico e ambientale

Creato il 28 gennaio 2013 da Firenze5stelle @firenze5stelle

10 Tweets sul patrimonio storico-artistico e ambientale a cura del MoVimento 5 Stelle Firenze -  gruppo #patrimonio

Si ringraziano per la collaborazione i docenti universitari e i ricercatori indipendenti che hanno contribuito in misura decisiva al successo dell’iniziativa.

 

10 Tweets sul patrimonio storico-artistico e ambientale

1) La “cultura” è cura: impegno per il riconoscimento della dignità della persona, diritto al pieno sviluppo individuale, momento costitutivo di cittadinanza. Non è un ornamento. E’ la democrazia vista dal punto di vista delle madri che chiedono servizi all’infanzia, dei piccoli che chiedono parchi giochi e giardini pubblici, dei lavoratori che hanno bisogno di servizi efficienti e relazioni aziendali rispettose, dei giovani che cercano un lavoro dignitoso. Dei cittadini che rifiutano privilegio, incuria, corruzione.

2) Il “patrimonio” non è da cercare solo nei musei o nei siti archeologici. Il “patrimonio” prioritario che tutti dobbiamo mobilitarci a difendere è la mente, il talento, la tenacia. Il “patrimonio” è la natura che ci circonda, le acque, l’aria, il suolo, l’informazione, l’autoeducazione permanente, la cittadinanza attiva, la fiducia, la sovranità economica, politica e culturale dei cittadini comuni.

3) La tutela del patrimonio inizia nelle scuole, con i bambini. Passa per le città meno inquinate e meglio servite. Giunge infine alla creazione di occupazione qualificata nell’ambito della storia dell’arte, del restauro, della ricerca, della divulgazione. Cultura è tutela del vivente, condivisione di un progetto ampio di cura. Vogliamo insegnanti, bibliotecari, archivisti, soprintendenti o precari in costume da gladiatori?

4) La tutela del patrimonio non è riconducibile alla questione sponsor sì, sponsor no. Non ci strappiamo le vesti se i privati contribuiscono al recupero e allo stato di salute del tesoro storico-artistico e archeologico del Paese. Saremmo bigotti se lo facessimo. Ma non vogliamo svendere o regalare. Il pubblico mantenga poteri di indirizzo e di controllo. La comunità deve poter trarre vantaggio dalle partnership pubblico-private. Le sponsorizzazioni siano una forma di restituzione, non solo di pubblicità e appropriazione. La prospettiva è quella di incoraggiare partecipazioni in cambio di lavoro dignitoso e qualificato per i “meritevoli e capaci”. Vogliamo una legge che regoli i partenariati secondo norme di riconoscimento del bene comune: una quota dell’investimento vada a coprire attività di ricerca e formazione: cattedre, pubblicazioni, scuole di restauro, impiego per giovani tecnici di soprintendenza e restauratori che si sono educati in scuole pubbliche.

5) “Cultura” è rispetto della legalità. Dunque: concorsi trasparenti, incarichi assegnati a persone senza cricca, applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro nei cantieri, appalti regolari, rispetto delle competenze nella lotta alla discriminazione di genere e al lavoro nero. In primo luogo e in generale: manutenzione ordinaria del patrimonio diffuso invece che interventi emergenziali e retoriche del “capolavoro”. Mai piu’ Bertolaso.

6) Le politiche del turismo devono contribuire alla qualita’ della vita di tutti e di ciascuno. Noi non crediamo che l’Italia debba diventare un paese di campagne dilapidate e aggregati urbani informi costellato di resort a 7 stelle destinati a oligarchi.

7) Occorre innovare le politiche culturali e modificare drasticamente il funzionamento degli istituti italiani di cultura all’estero. Il finanziamento pubblico deve premiare teatro, cinema, editoria di qualità. Occorre prevedere l’istituzione di un fondo pubblico per l’incentivo alla traduzione in lingua inglese della migliore narrativa e saggistica italiana, incentivare la promozione di iniziative di diplomazia culturale secondo criteri selettivi, rinnovare il personale esigendo concorsi pubblici rigorosi. La diplomazia culturale non deve essere, com’è spesso oggi, sussidio per affiliati e contigui.

8) L’ambiente naturale è un bene comune di importanza irrinunciabile. Una risorsa preziosa e non rinnovabile. Non distruggiamo, non cementifichiamo, non svendiamo isole, mari, litorali, foreste. Dobbiamo affermare il principio che non si consuma più suolo, al contrario: si ritorna alla terra incoraggiando l’agricoltura biologica e di qualità.

9) Fare buona agricoltura equivale a conservare in modi dinamici il territorio. Garantire sicurezza alimentare. Assicurare prospettive innovative di impiego e crescita. Ricordiamolo.

10) Diversità biologica e diversità culturale sono i due aspetti che compongono l’integrità del nostro patrimonio. Sino ad oggi, due legislazioni parallele hanno messi in conflitto tra loro l’unico e l’altro aspetto. L’istituzione di un ministero unico per i beni culturali e ambientali rappresenta il primo passo per risolvere questa contraddizione, consolidatasi in epoca fascista. Tutela e conservazione naturalistica, riunificazione della rete dei parchi, delle riserve e delle aree protette in un unico ente nazionale di salvaguardia sono le ulteriori azioni da compiere. Proteggere fauna e flora significa promuovere conoscenza, responsabilità, ecoturismo, opportunità di impiego. Le aree protette sono l’ultimo presidio in difesa del patrimonio naturale del nostro Paese: devono essere connesse e ampliate nell’interesse della collettività.

Firenze, dicembre 2012-gennaio 2013


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :