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100. Che cosa sono

Creato il 15 agosto 2011 da Fabry2010
100. Che cosa sono

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Hoshi’ana, hoshi’ana! cantano gridando, mentre Yehochoua e i suoi avanzano stupiti: cosa vorrà dire? La folla agita bandiere, c’è un moto perpetuo di mani, braccia, fazzoletti  che sventolano, volti che si tendono.
Le nuvole corrono lasciando tracce di luce che formano disegni: funghi, meduse, cavallucci.
Un gruppo di automobili compone una barriera naturale, come avesse deciso di scortarli.
Una mano si solleva verso il cielo, per afferrare il sole: che sia più vicino di quanto immaginiamo?
Loro hanno preso a camminare lentamente: è solo un sogno? A volte, la notte compensa i fallimenti, guarisce le ferite.
Le braccia alzate sono un segno di vittoria, o l’immagine di un uomo crocifisso.
Lui sta parlando: si vede il movimento delle labbra, ma è impossibile sentire, a causa del frastuono: hoshi’ana, hoshi’ana!
L’acqua del ruscello è gelida, si precipita tra rocce e cespugli di malva verdechiara.
C’è un passaparola, ma rimangono brandelli di frasi, frammenti indecifrabili di senso.
Sulle pareti rocciose hanno spruzzato macchie di neve immacolata, lambite dalla cima degli abeti.
Uomini e donne salutano, urlano, si forma un cordone protettivo (ammiratori ansiosi, agenti in borghese della Knesset?)
Il cielo è un occhio azzurro che ride, liberato da un peso insostenibile.
La città, vista dall’alto, è un tappeto su cui scorre un fiume di formiche colorate, un tremolio di teste, macchine, stendardi.
A volte è possibile volare, veder scorrere la sabbia, le pietre del deserto ammiccare al tuo sguardo di aquila felice.
Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali.
L’incenso abbozza  nuvole cariche di pioggia, cosa vorrà dire tutto questo?
Un uomo s’inginocchia per pregare, Eleazar, Shime’on, cosa succede?
Il tempio è un grappolo di casule, di camici, di stole, l’altare un’astronave piovuta da universi paralleli; il cielo un cuore azzurro che batte al ritmo rapido del vento, non sappiamo, Yehochoua, una folla si è raccolta all’improvviso, ha invaso le strade, le piazze, la città.
La moschea di Omar è accerchiata dai cipressi, le mura sono un gioco di fanciulli, quando aspetti un compagno e non arriva.
Hoshi’ana, hoshi’ana!
Papà, che cosa sono i sogni?
Figlio, sono favole che i bambini si raccontano da soli.



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