100 consigli pratici per fotografare meglio/8
Da Marcoscataglini
8.Datevi più
possibilità. Un soggetto, se vale, non si concede quasi mai la prima volta
Trovarsi in un luogo pieno di potenzialità e toppare
portando a casa immagini banali o comunque poco efficaci, è un classico della
fotografia. Capita a tutti, anche ai maestri. E' che un soggetto, come un
potenziale partner, non si concede mai alla prima occasione; occorre imparare a
conoscerlo, viverci un po' assieme, analizzarlo, scoprirne difetti e pregi. E
questo naturalmente vale sia con i soggetti umani che con i paesaggi o i
soggetti naturalistici. Cartier-Bresson utilizzava una tecnica infallibile.
Andava nei luoghi che voleva raccontare, trovava un angolo in cui stare e che
fosse vantaggioso per fotografare e aspettava. Si dava tutto il tempo
necessario. Prima o poi il soggetto o i soggetti si sarebbero dimenticati di
lui: diventato “trasparente” poteva fotografare senza interferire con la vita
che gli stava intorno. Questa tecnica è stata impiegata molte volte anche dai
fotografi di natura, e può essere utile anche ai paesaggisti, o ai fotografi di
architettura. Fate una prova, quando ne avrete la possibilità. Scegliete un
luogo a voi familiare e andateci la mattina presto; lì restate fino a sera, sin
dopo al tramonto. Non spostatevi se non rimanendo nell'ambito di qualche decina
di metri. Quello è il vostro soggetto: imparate a conoscerlo, esploratelo con
lo sguardo, imparate a conoscerlo sotto il variare della luce, e fotografatelo
con calma, senza fretta. E' un vero e proprio esercizio “zen”, in effetti molto
difficile, perché spesso interviene la noia, la voglia di scappare. Provate a
resistere, prendetelo come un utile esercizio. Vedrete che ne otterrete degli
indiscutibili vantaggi! Ricordo di aver messo in pratica questa tecnica, la prima volta, in una caletta del promontorio del Circeo, nell'omonimo Parco Nazionale. Sono arrivato la mattina di buon'ora e me ne sono andato la sera al tramonto. Durante tutto il tempo non ho scattato molte foto (all'epoca si lavorava con la pellicola e non si scattava "tanto per scattare" come oggi!), ma ho cercato di sentire il luogo, più che vederlo, di cogliere la presenza, come si usa dire, del Genius Loci, di percepire la vera essenza del luogo. Non c'erano più solo pietre, sassi, scogli, il mare con le sue onde, le pareti rocciose, la vegetazione mediterranea e le palme nane, ma c'era un insieme armonico di tutte queste cose, e cogliere questa armonia mi parve da subito molto difficile, come vincere la tentazione di andar via. Ho resistito, e la sera ero molto soddisfatto di me. Non so se le foto fatte in quell'occasione fossero particolarmente significative (da tempo ho perso le loro tracce...), e se alla fine sia riuscito a cogliere davvero il senso del luogo, ma so per certo che da allora so cosa significhi sentirsi immersi "dentro" una situazione o un paesaggio, anche quando vi trascorro un'ora e non un'intera giornata...
Potrebbero interessarti anche :