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11 cose che ho imparato in 4 e passa anni di vita all’estero!

Creato il 07 gennaio 2015 da Koalalondinese @farego

In questi 4 anni e passa di Londra, ho imparato queste 11 cose che ora vado a condividere con voi. Alcune le ho apprese cosí come si entra in un abito della taglia giusta, facilmente, altre invece le ho apprese dopo scivoloni, craniate e cicatrici curate.
Le condivido con voi koali, affinché possiate comprendere che se lo si vuole, se lo si accetta, si puó davvero cambiare e voltare pagina.

 

1. Chissenefrega di quello che gli altri pensano di te!

Mia madre mi ripete da sempre che non vivo su un’isola da sola, ma in una comunitá e devo quindi tenere conto di chi mi sta attorno. Devo e sottolineo la parola devo, tenere conto del pensiero altrui. Sono cresciuta con questa frase tatuata in testa, anzi, con questa angoscia che mi divorava pezzetto per pezzetto: il pensiero che ogni azione é giudicata, e il pensiero di quello che gli altri pensano di me. Ogni mia mossa l’ho sempre vissuta come azione misurata, soppesata e valutata dagli altri, sempre con il fantasma del chissá che pensano se faccio cosí o cosá. Poi il pressing é divenuto cosí tanto che me ne sono andata per non finire a lasciarmi modellare da ció che amici e parenti volevano da me, volevano per me e per il mio bene. Lo so che uno ama amici e parenti, lo so che uno ci tiene al gruppo e ai loro pareri, ad essere accettato e amato, ma fatevi il piacere di smetterla di pensare con la testa altrui! Fatevi il piacere di smetterla con il decidere in base a quello che gli altri, la massa, pensa di voi. Smettetela di vedervi per come gli altri vi vedono, smettetela di evitare di fare questo e quello perché chissá gli altri che penseranno di voi! Smettetela di tenervi prigioneri e ricattati dal pensiero altrui, rimandate invece al mittente tutto quello che vi hanno detto, che siete stupidi, lenti, grassi, brutti, antipatici, asociali, sognatori, illusi, etc. Prendete tutta l’immondizia che vi hanno gettato con amore o con odio addosso, e rimandatela al mittente! Non siate succubi del pensiero altrui, perché non ve lo potete permettere di perdere tempo, né metterete mai d’accordo tutti quanti. Siate liberi, é la vostra vita, d’altronde l’opera finale di un pittore o di uno scultore, non la si giudica nel mentre, nel suo parto artistico, ma a opera compiuta!

2. Fate di testa vostra invece!

Una delle cose che ho imparato nel corso di questi anni da expat, é di smetterla, anzi piantarla di chiedere consigli in giro soprattutto alle persone sbagliate! Mi spiego meglio, avete deciso di espatriare, di cambiare vita, lavoro e tutte queste cose belle ma siete confusi e volete un parere, un consiglio … fermi lí, non fatelo! Non chiedete consigli perché al 99% ve ne pentirete, e ne uscirete ancora piú confusi e dubbiosi sulla fattibilitá della riuscita dell’impresa! Smettetela di chiedere consiglio a gente che non ne sa una beata minchi@ sul percorso/cambiamento che volete intraprendere, gente a cui mai verrebbe in mente di espatriare, di lasciare il sicuro per l’insicuro, di rischiare oltre il scegliere una pizza diversa il Sabato sera a cena … Sí, smettetela di chiedere consigli a persone che tanto non la penseranno mai come voi, che vi metteranno addosso piú ansie e dubbi, che non sognerebbero mai di fare quello che volete fare voi, che mai l’hanno fatto e mai lo faranno … macché consigli pensate di ricevere da queste persone?!! É come chiedere a uno se Parigi é bella quando quello non l’ha mai vista, se non in cartolina! Risparmiatevi di rimanerci male, o uscirne confusi … fate di testa vostra, oppure chiedete SOLO a persone che hanno o stanno facendo lo stesso percorso vostro!

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3. Basta prenderla sul personale!

Una cosa che ho imparato dai British é il rimanere cool, pure quando quello che vorresti fare é saltare alla gola di un rompiballones. Soprattutto gli anni di blogging mi hanno insegnato che pure se ricevi frecciatine e commenti senza capo né coda, con il solo obiettivo di offenderti … tu fai un lungo respiro e passi oltre. Alcune volte non é semplice, ma questi anni mi hanno allenata duramente visto che mi sono subita parentame vario super-contro il mio espatrio, e svariate scelte di vita in generale, plus internauti cafoncelli. Insomma non prendetevela sul personale, perché molti vi ameranno, altri vi affosseranno, ma non per questo non siete esseri meravigliosi e meritevoli di vivere e scegliere come piú vi piace e vi pare!

4. Basta di sentirsi insicuri!

Non sono mai stata tutta questa scioltezza di ragazza. Alle feste ero carta da parati, e in generale prima di venire a vivere qui in UK appartenevo al club dei perdenti. Ma l’Inghilterra mi ha dato una raddrizzata, e mi ha costretto, ad uscire fuori dal guscio! Londra specialmente puó essere soffocante per un tipo insicuro come lo ero io. Nessuno aspetta nessuno, e anzi, devi sgomitare per qualsiasi cosa! Sono arrivata qui con 1000 pippe mentali, una su tutti che ero troppo grassa e avrei quindi faticato a trovare un lavoro nel commercio. Nulla di piú idiota! Qui se non “mostri” non vendi, e con la parola mostrare non intendo dire che mi sono spogliata, ma che ho dovuto imparare ad avere piú fiducia in me stessa e nelle mie credenziali. Ho imparato che se per primo non credi in te stesso e nelle tue capacitá non andrai da nessuna parte, non andrai molto lontano. Tutto il mondo puó venire a dirti che sei bello e bravo, ma se nella tua testolina ti vedi brutto e perdente allora c’é poco da fare, perché la vita é davvero uno specchio che rimanda ció che gli poniamo davanti. Non é semplice imparare ad amarsi, a stimarsi, a credere in se stessi e nelle proprie capacitá e possibilitá, é un work in progress continuo ma va fatto, perché ve lo meritate, meritate di amarvi e apprezzarvi e farlo, vi spianerá moltissimo la strada!

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5. Lascia andare via il passato!

Non sono una che puó vantare un passato fatto di grandi successi, per lo piú posso dire che essendo una grande studiosa le superiori e l’universitá mi hanno visto brillare, ma se prendiamo invece altre aree della mia vita … Ho sempre avuto paura di fare nuovamente degli errori, logico é che quando sono partita ero imbottita di paure. Paura di fallire, di crashare poco elegantemente quei due sogni di gloria che avevo, di far ridere gli altri con i miei disillusi sogni, di ripetere vecchi errori in un circolo vizioso dantesco, di farne di nuovi, o girare in tondo senza approdare a nulla! Londra poi va cosí veloce, che fai fatica a stargli dietro soprattutto se tenti di tenerti in equilibrio avendo sulle spalle il pesante fardello di dubbi, ansie e paure. Non é semplice togliersi di dosso la paura di fallire, il fiato sul collo del passato che sussurra possibili errori che potresti ripetere, ma la buona notizia é che non devi cercare di scorticarti via gli anni passati di dosso, no, devi solo vederli sotto un’altra luce, devi vederli sotto l’ottica di un arciere che sbaglia i primi colpi, ma li prende non come errori, ma come indizi che lo porteranno di volta in volta a mirare meglio, ad allinearsi con il suo obiettivo fino a quando … BOOM! Centro perfetto!

6. Sbaglia pure ma non fermarti!

Appena sono venuta a vivere qui, la prima cosa che mi sono imposta é che dovevo vivere con gli inglesi, dovevo sguazzare fra loro, piú lo avrei fatto e prima mi sarei immersa nella loro cultura, usi e costumi. Il trauma é che spesso mi sentivo in difetto, o meglio, spesso avevo paura di sbagliare quindi … parlavo poco! Il mio inglese era eccellente ma nonostante tutto mi vergognavo del mio accento italico, temevo di sbagliare a dire qualcosa, di non essere capita o peggio derisa perché non masticavo l’inglese perfettamente al 100%! Invece ho capito che non importa se sbaglio una parola, se la scrivo o pronuncio male, se mi dimentico un termine o si sente che sono italiana. A me non importa, perché al 99% non importa neanche a chi hai davanti, perché ho ricevuto complimenti, perché qui non tutti i brit parlano una seconda lingua, perché nonostante tutto io mi sono messa in gioco nell’apprendere lingua, usi e costumi differenti dai miei, e soprattutto … io sono umana, non sono un robot, o con super-poteri. Io sono carne e ossa e lo siete anche voi, io sono umana e anche se dico o faccio qualche scemenza ho il diritto di riderci su e di dirmi un oh fuck! E andare avanti a riprovarci!

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7. L’erba del vicino … puoi averla anche tu!

Ho sprecato, sí sprecato anni a guardare l’erba del vicino, il lavoro che volevo per me, il fidanzato che desideravo per me, lo stile di vita che ambivo per me, la ricchezza che bramavo per me, il vestito, il fisico, i viaggi, il carattere, etc. Tutti sembravano avere qualcosa che io non avevo, tutti sembravano brillare in qualcosa dove io volevo brillare, tutti sembravano vivere una vita che io desideravo … giorni, mesi e anni a chiedermi perché loro sí e io no?!! Finché sono arrivata qui e mi sono accorta che calpestare verde di invidia il praticello su cui ero non mi avrebbe MAI dato il rigoglioso prato del vicino su cui sbavavo! Non é stato bello rendersi conto che fumavo per le fortune altrui, amori, lavori, situazioni, etc. Non é stato figo rendersi conto che mi devastavo la vita da sola, perché non me ne prendevo cura, perché presa come ero a sognare le vite altrui, stavo inaridendo il mio di praticello! Quello che ho capito é che io sono io, e ognuno ha una sua vita e vissuto, ha un suo background e un suo cammino. Non sono l’emulo di nessuno e nessuno lo sará di me, e questo mi rende unica nel mio genere cosí come lo é ognuno di voi, a modo suo. Ognuno ha un suo percorso, ognuno é capitano di se stesso e puó virare dove vuole, ma soprattutto ognuno puó e deve prendersi cura del proprio praticello, che zappetta-zappetta poi qualcosa cresce sempre! Oggi quando in alcune letterine o commenti leggo sei stata fortunata a fare questo e quello … vi dico che quello che chiamate fortuna é invece il seme piantato e nutrito per anni, é la caparbietá auto-imposta pure quando c’é burrasca, é la buona volontá unita all’audacia … é lo smettere di invidiare l’erba verde del vicino e mettersi invece a curare e amare la propria.

8. Soldi, soldi, soldi!

Quando sono arrivata qui a Londra ho capito che sei per quello che mostri, vi basta guardare le lunghe file che si fanno qui come altrove per accaparrarsi l’ultimo iPhone. Lavorando poi nella moda era per me essenziale cercare di avere l’ultimo must-have! All’inizio non guadagnavo moltissimo, anzi facevo davvero fatica ad arrivare a fine mese! Campavo di riso e latte, e intanto sognavo di trovare un lavoro migliore e soprattutto di potermi comprare borse firmate e gingilli super tecnologici! Non ero mai soddisfatta perché non avevo la borsa, il vestito, il profumo, il cellulare, che mi avrebbe reso figa e felice. Seguivo i blog di moda, sfogliavo riviste e mi lustravo gli occhi da Selfridges, e ogni volta mi incaxxavo come una iena perché non mi potevo comprare questo e quello. Londra e i suoi sfavillanti negozi ti possono inghiottire, e io non  ero felice se non avevo quel tale oggetto. Finché alle porte di Natale del 2011 sono rimasta per un bel po’ a spasso. É stato uno dei momenti in cui mi sono sentita uno straccio, spedivo CV di qua e di lá, centellinavo tutto e di piú, e mi ritrovai a dover anche vendere dei miei bei vestiti firmati e sapete cosa é successo invece … mi sono sentita finalmente libera! Ho ridotto il mega armadio zeppo di roba a due cenci, e mi sono sentita sollevata da allora ho iniziato a spendere i soldi per cose che mi fanno stare bene come i viaggi e i libri. Non mi frega se tutti possiedono quel telefonino e io no, se non indosso le scarpe del momento, se non acquisto l’abitino che mi fará sentire figa … no io ho imparato che non mi serve un pezzo di stoffa, di pelle o metallo prezioso che sia per sentirmi figa e felice! E oggi guardo le vetrine londinesi diversamente, ma soprattutto ho alleggerito guardaroba e anima!

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9. Carpe Diem AKA o la va o la spacca!

Anni fa ero nel club dei “attendo il momento giusto!”. Ho aspettato cosí tanti momenti giusti e onde perfette … Con la stessa Londra l’ho fatta attendere per anni! Era dal 2007 che volevo venire a vivere qui, ma lo feci solo nel 2010 perché prima c’era stato un mare magnum di se, forse, ma e magari … Quando ero alle superiori mi invaghii di un ragazzo ma invece di andare subito al sodo e dichiararmi, no, passai una estate a dieta per farmi bella e figa per lui, per poi finalmente rivelargli che lo amavo … peccato che a Settembre, a inizio scuola lui intanto si era giá bello che fidanzato! Ci vuole allenamento, molto allenamento soprattutto se siete dei rimandatari cronici. Ma quello che vi voglio dire, é che potete stare lí a scrutare in eterno in attesa di un segno, di onde perfette e tempi idilliaci per dare il via alle vostre grandi gesta … ma lí rimarrete, lí fissi sulle sponde del se, ma e forse. L’unico posto dove rimarrete é lí su quella scogliera a fissare il vuoto, il salto sotto di voi, e gli anni passeranno, e le incertezze aumenteranno … prendete aria, chiudete gli occhi e tuffatevi perché comunque vada voi non potete permettervi di rimanere con il dubbio del se lo avessi fatto come sarebbe andata?!! Fallimento o vittoria sono alla portata di un carpe diem!

10. Prendetevi alla leggera!

Dico davvero, fatevela una risata pure quando pensate che non c’é nulla da ridere. Altrimenti fate come gli inglesi che risolvono tutto bevendosi una tazza di fumante tea, poi prendono e ripartono da dove avevano lasciato in sospeso. Sapete poi come dice il vecchio detto, gente allegra …

11. Ce la puoi fare!

Una delle cose che ho appreso qui é che in un modo o nell’altro sto vivendo il mio sogno, nei miei modi e tempi. Qui ho visto vittoriosi e falliti, ho ascoltato storie di disfatta e riuscita, ma soprattutto ho capito che se qualcuno eccelle in un campo o area dove io intendo brillare, allora se ce l’ha fatta lui o lei, ce la faccio anche io! Della serie qualcuno solca sempre una via che gli altri possono percorrere, magari a loro modo e tempo, magari fanno dei giri lunghi, si perdono e si ritrovano … ma se lo si vuole, se si ha costanza, si trova un modo per arrivare. Sempre. Per anni ho ammirato e invidiato chi era all’estero, chi viveva a Londra, li vedevo come esseri fortunati e mitici, poi ho capito che se non mi davo da fare io da sola, se non mi adoperavo per calcare la loro via, sarei rimasta lí con un pugno di sogni in mano. Sí, ce la puoi fare anche tu! Ricorda che chi ha avuto successo in qualcosa non é perché ha super poteri o chissá quali armi magiche … é perché un giorno si é alzato e ha messo un passo tentennante dietro l’altro, fino a quando i metri sono diventati chilometri.

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Ovvio che ho ancora di strada da fare, lavorare su noi stessi é un continuo lavorio di rifinitura. Ma volevo condividere con voi questi punti, nella speranza che vi possano aiutare a capire che nonostante il passato, nonostante quello che gli altri pensano di voi, voi avete in ogni momento la possibilitá di cambiare, di sterzare verso nuovi lidi, poiché nulla é definitivo anche quando invece vi sembra che lo sia. Non potete sapere se la calma apparente é perché siete nel bel mezzo dell’occhio di un ciclone, ciclone che avete volontariamente o non, provocato voi, ciclone che vi portera lontano, vi scuoterá dalla polvere per poi depositarvi sulla soglia della vostra nuova terra di conquista!


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