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11 settembre: la testimonianza di Martina “ero al World Trade Center”

Creato il 11 settembre 2014 da Moveup

Scritto da: Nina Catalano 11 settembre 2014 in Notizie dal mondo Inserisci un commento 285 visite

11 settembre 13 anni dopo

11 settembre 2011, una ragazza Martina Gasperotti si trova dentro il Word Trade Center. Era partita lasciando l’Italia alle spalle per tre lunghi mesi. Aveva interrotto la sua professione di igienista dentale per imparare bene l’inglese. Niente e nessuno poteva dirle che di quel corso, avrebbe sostenuto solo il test di ingresso.

Martina, da quanto emerso dall’intervista pubblicata oggi su Rai News, l’inglese non lo ha mai imparato, ma il suo ricordo è vivo ma soprattutto indelebile nell’anima e nei ricordi. Ecco la testimonianza della giovane ragazza, che a distanza di 13 anni, racconta per non dimenticare.

La testimonianza di Martina e del suo 11 settembre:

Era al telefono con la madre, era arrivata da poco più di 3 giorni e ancora parlava entusiasta della città che per tre mesi l’avrebbe ospitata. Poi il boato.

«… ho sentito un gran botto, la terra ha tremato. Ma non mi sono preoccupata più di tanto, perché dal primo giorno i rumori di New York mi erano sembrati molto strani e avevo finito per non farci più caso.

Non mi sono accorta subito di cosa fosse successo perché avevo preso un’uscita dalla quale non si vedeva nulla: il primo aereo, rimasto nella struttura, era invisibile per chi non guardava dalla giusta prospettiva».

«Poi ho alzato la testa verso il cielo e mi ricordo di aver notato l’insolito cielo azzurro e migliaia di fogli bianchi che volavano ovunque. Ho visto il secondo aereo trapassare la torre sud: prima la sua ombra sugli altri grattacieli e poi lo schianto, talmente forte che ancora oggi sono sensibile ai forti rumori. Una delle sensazioni più vivide? Il calore dell’esplosione che mi arrivava da sotto i piedi».

La ragazza si trova da sola in America e con il suo inglese zoppicante (ed in preda al panico) chiede ad un passante cosa stesse accadendo. La risposta – racconta ancora Martina – di quel signore non la dimenticherà mai: “stia calma signorina, le torri gemelle non potrebbero crollare mai”…

Continua con il suo racconto:

«Non c’è un dettaglio che mi è rimasto particolarmente impresso perché porterò sempre tutto con me. La polvere, le grida. La mia mente non lascerà mai andare certi ricordi, come le persone che si lasciavano cadere nel vuoto. Il rumore sordo dei corpi che cadevano a terra mi ha sconvolto. Più del sangue. C’era sangue ovunque».

«Abbiamo iniziato a correre all’impazzata, ognuno in una direzione diversa, come topi. Sono arrivata con il fiato rotto fino a Brooklyn, grigia di polvere, i vestiti sporchi di un sangue che non era mio. La mia scuola di lingua si è trasferita a Brooklyn solo qualche giorno dopo l’attentato, ma io non sarei stata in grado di restare in America».

Una testimonianza, quella di Martina, che serve per ricordare:

La sua testimonianza si unisce a quelle di tante altre persone in tutto il mondo, perché l’11 settembre del 2011, lo ricordiamo tutti alla perfezione, anche se non eravamo li, anche se eravamo a Palermo come a Catania, in Sicilia o in Sardegna. Quel giorno è oramai di tutti.

(fonte articolo Rai News)


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