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115. il gregarismo massificante

Creato il 12 agosto 2014 da Mavi

Ieri è morto Robin Williams, grande attore e uomo di grande sensibilità. Come tutti i comici, come tutte le persone dotate di grande ironia, aveva dentro un altrettanto grande senso di inadeguatezza, una sofferenza che non sempre si riesce ad esorcizzare con il paradosso ed il sarcasmo. Ha cominciato la sua carriera facendo il comico nella trasmissioni americane, ha visto crescere sempre più velocemente la sua popolarità grazie alla partecipazione a telefilm di successo. La televisione, il cinema, ti danno questa sensazione di gloria, di inebriante notorietà, poi le pause, i momenti di riflessione, la consapevolezza che questa effimera celebrità può portarti in un istante dalle stelle alle stalle. È il rovescio della medaglia, il prezzo del successo, si sa, ma saperlo non ci frena dal desiderio di fama!  In questi giorni la TV annuncia la programmazione delle vecchie puntate del 'Maurizio Costanzo Show', trasmissione che ho sempre seguito con interesse ed alla quale diedi il nome di 'Circo umano', per l'idea di questo show, antesignano degli attuali talent, che lascia esibire chiunque possa provocare ilarità nel pubblico, talvolta voluta, ma molto più spesso, provocata dalla goffaggine e dall'incapacità dell'aspirante vip. David Riondino, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, sono solo alcuni dei personaggi lanciati da Costanzo, in alcuni di questi casi sembra che lo show abbia quasi assolto una funzione sociale, sottraendo ad un destino quasi sicuramente infelice, dei veri talenti.  Sembrerebbe che gli attuali talent show siano quasi una regressione, piuttosto che un'evoluzione del salotto di Costanzo. In questi programmi, migliaia di anonimi ed illusi individui affamati di successo, stregati dal fascino della tivù, della notorietà e del guadagno facile, costituiscono vera e propria carne da macello per un pubblico sempre più sadico ed incontentabile. Personalità inconsistenti, veri e propri 'fenomeni da baraccone', ma anche validi professionisti senza agganci, si espongono ad un rituale, ad un ormai noto gioco al massacro. Ma forse questi nuovi dilettanti allo sbaraglio, non arriveranno a suicidarsi a 63 anni, stanchi di una vita di illusioni e delusioni, di falsità e di vana celebrità, per molti di loro, il vuoto, l'effimero, è una condizione naturale.

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