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11/9: dopo 10 anni Franco Cardini brancola ancora nel buio

Creato il 22 settembre 2011 da Tnepd

11/9: dopo 10 anni Franco Cardini brancola ancora nel buio

11/9: dopo 10 anni Franco Cardini brancola ancora nel buioTorniamo a occuparci di Franco Cardini, lo storico medievista balzato agli “onori” della cronaca di quesi ultimi anni per la sua partecipazione al libro complottista Zero e all’omonimo film, di Giulietto Chiesa. Dopo aver pubblicato le sue esternazioni su Al Qaeda nel marzo di quest’anno, in occasione del decimo anniversario dell’11 settembre non si trattiene dal fare altre delle sue originali considerazioni, dalle quali si evince che il poveretto continua a brancolare nel buio da ben dieci anni.

L’articolo è intitolato: “11 settembre: dieci anni dopo siamo ancora nella notte” ed evidentemente quel plurale (“siamo”) va riferito a lui e a una manciata di complottisti come lui, perché tutto il resto dell’umanità sa perfettamente cosa accadde l’11 settembre 2001 e la cronologia di quei fatti è ormai entrata di diritto a far parte della storia del XXI secolo.

“Dieci anni non sono che un batter di ciglia dinanzi all’Eternità. Ma sono molti nella vita di una persona e possono significare molto nella storia. Nel 1804 Napoleone veniva incoronato imperatore in Notre Dame – che dieci anni prima, nel 1794, era stata trasformata in tempio della Dea Ragione –, e dieci anni dopo, a Fontainebleau, abdicava per ritirarsi all’isola d’Elba. Nel 1907, gli imperi russo e britannico, con l’assenso del sultano, e dei Kaiser di Austrungheria e di Germania, firmavano un patto per la spartizione del territorio persiano; dieci anni più tardi, nel fatidico e terribile 1917, l’impero czarista veniva cancellato mentre dei suoi quattro colleghi imperatori europei (il sultano compreso) di lì a un anno soltanto Giorgio V d’Inghilterra sarebbe rimasto sul trono.”

Zzzzz… scusate, ci stavamo addormentando. Va bene che è uno storico, ma tutta questa prosopopea per dirci che in dieci anni possono cambiare tante cose… E’ una banalità che conosciamo tutti. Dieci anni fa il pizzicagnolo sotto casa stentava ad arrivare a fine mese, poi ha vinto il Super Enalotto e ora gira in Ferrari. Non c’è mica bisogno di essere uno storico per sapere come va la vita. Piuttosto Cardini dovrebbe accettare il fatto che dieci anni fa il mondo prendeva atto che Al Qaeda aveva compiuto il più grande attentato terroristico della storia, e oggi non ha mutato opinione. Allo stesso modo, Cardini scriveva corbellerie dieci anni fa e continua a scriverle oggi. Certe cose non cambiano…

“[...] Nine/Eleventh, Ground Zero, War against Terror. Espressioni ormai divenute familiari, che per qualcuno suonano forse a questo punto come slogans pubblicitari o spots televisivi, roba da film di Hollywood e da telegiornale quotidiano.”

Per qualcuno, certo: per i complottisti, infatti. Per gli altri sono una realtà di cui tenere conto.

“Un po’ di morti ogni giorno in Iraq, in Israele, nei territori palestinesi, in Afghanistan: come in Africa o in America latina, del resto. Chi ci fa più caso? Ci si abitua a tutto. Anche alle tragedie. Specie quando si ha la sensazione che non ci riguardino, che siano i soliti materiali della solita fiction.”

Cardini… Cardini… Non dovremmo essere noi a spiegare certe cose a uno storico. Gli uomini si ammazzano tra loro dai tempi di Caino e Abele, non è mica una novità di questi giorni.
Anzi, proprio grazie alla buona volontà di tanta gente e alle loro iniziative (Nazioni Unite, relazioni diplomatiche, interventi di peace-keeping) oggi si ammazzano molto meno di un tempo.

“Eppure, non è così. Si dice che dall’11 settembre del 2001 sia cominciata una nuova fase storica. Aperta, come sovente accade per le fasi storiche, da una nuova guerra. Quella «contro il Terrore», che riguarda anche noi, e nella quale anche noi siamo stati e restiamo coinvolti.”

No no… Cardini vorrebbe invertire i fattori causa ed effetto, ma le cose non funzionano così.
La nuova fase storica è stata determinata dagli attentati terroristici, non dalla reazione a quegli attentati.

“Nel nostro Bel Paese, qui tra noialtri Italiani Brava Gente, ci sono ormai decine di famiglie che piangono il loro ragazzo rimasto là, in Irak o in Afghanistan, tra sabbie e rocce d’un paese lontano o sul cemento ardente e crepato d’una città-fantasma, tra le macerie e i rifiuti.”

Certo. E quei ragazzi sarebbero ancora vivi e vegeti, se Atta e i suoi complici se ne fossero stati a casa a osannare Allah e a giocare a tressette, anziché pilotare aerei kamikaze contro New York e Washington.

“«Caduti», si deve dire: non morti che è generico, e nemmeno vittime ch’è parola la quale suggerisce innocenza e passività. No. Erano soldati. I soldati cadono, cioè muoiono perché ciò fa parte del loro dovere: «La morte è un atto di servizio», diceva José Antonio Primo de Rivera, questo meraviglioso guerriero cristiano che ci credeva sul serio, e lo dimostrò appunto cadendo. I soldati muoiono, però, anche per qualcosa. Per che cosa, in questo caso?”

Cardini non ci arriva. Muoiono perché da “quella parte” ci sono fanatici esaltati convinti di finire nel paradiso delle vergini se ammazzano qualche manciata di infedeli, donne e bambini compresi.

“Erano più di sessant’anni che – a parte qualche caso isolato, in Congo o in Somalia – l’esercito italiano non aveva più caduti; che madri, sorelle, fidanzate, mogli non piangevano più un ragazzo in divisa che non sarebbe mai tornato. «Caduti», certo: onore alla loro memoria. Ma caduti perché, per chi, per che cosa? Per la Patria, per la Libertà, per la Civiltà occidentale, per la Pace nel mondo, per gli Interessi nazionali, per gli interessi di qualcun altro, per la nostra sicurezza, per la sicurezza altrui, per le lobbies produttrici di armi (non dimentichiamo che l’Italia è al decimo posto nel mondo tra i paesi esportatori di tali merci), per il petrolio, per che cosa?”

C’era quasi arrivato, poi si è perso per strada. Muoiono anche per consentire a Cardini di scrivere in tutta libertà le sue corbellerie, senza il rischio che gli taglino la gola per aver violato i precetti di Allah.

“Undici settembre. Ormai si dice così, come si dice Venticinque Aprile e Primo Maggio. Una data entrata nella storia. Ma che cos’è davvero successo quel giorno? E che cos’è davvero cambiato, da allora?”

Cos’è successo è scritto nei libri di storia. Almeno quelli, Cardini dovrebbe conoscerli.

“La risposte alla prima domanda non sono così semplici come certi politici e certi giornalisti si ostinano a credere o a volerci far credere.”

Invece sono proprio semplici. E non sono i politici o i giornalisti a dirlo, ma le innumerevoli prove e testimonianze. Ossia, i fatti. E’ proprio Cardini a voler farci credere altro…

“Quattro anni fa fecero un certo rumore, uscendo in contemporanea nelle sale cinematografiche e nelle librerie, un film coordinato dal gruppo «Progetto Megachip» e un libro edito dall’Editrice Piemme e coordinato da Giulietto Chiesa e da Roberto Vignoli.”

Sì, ricordiamo bene. E fecero un gran rumore davvero… come questo: “TONF!!!
Si trattava, e si tratta, di due grossi concentrati di corbellerie che aspiravano a conquistare il circuito delle sale cinematografiche e invadere le librerie. Sono andati così male che i realizzatori non sapevano nemmeno come fare a restituire i 500 euro versati dai soci finanziatori e alla fine sono stati svenduti nelle edicole e su Internet.

“Il titolo del libro e del film era lo stesso, lapidario, inquietante: Zero. Zero come il Ground Zero, la tragica spianata che oggi a Manhattan sta là dove prima sorgevano le due torri del CTO e altri edifici adiacenti.”

Zero come il grado di affidabilità dei due titoli. Tra l’altro, Cardini dovrebbe fare un salto a New York, prima di parlare a vanvera. A Ground Zero hanno ricostruito e stanno ricostruendo da un bel po’, ci sono nuovi grattacieli e giusto i basamenti delle Twin Towers sono stati preservati in un grande monumento commemorativo. Di spianato c’è ben altro… per esempio il cervello di certi complottisti…

“Zero come le certezze che ancor oggi sappiamo di possedere circa le responsabilità di quel tremendo 11 settembre del 2001, troppo presto proclamate con frettolosa sicumera e quindi oggetto di contestazioni e di polemiche a non finire: e non da parte dei soliti noiosi «negazionisti», ma soprattutto delle famiglie delle vittime…”

Altra idiozia. La quasi unanimità dei familiari delle vittime non ha alcun dubbio sulla responsabilità di Al Qaeda per quegli attentati, al punto che c’è stato un coro di proteste quando il presidente americano Obama aveva dichiarato di voler trasferire i processi militari da Guantanamo.

“… per nulla soddisfatte del trattamento che il governo statunitense ha loro riservato, né convinte dei risultati delle inchieste ufficiali e delle contraddittorie e lacunose versione dei fatti che esse hanno fornito, né rassegnate a chiudere il caso (che, ricordiamolo, ha dato luogo a una sola condanna all’ergastolo di un solo presunto responsabile in seguito a un giudizio a dir poco precipitoso).”

“Presunto responsabile”? Giudizio precipitoso? Ma Cardini ha visto l’elenco delle prove esibite in quel processo?
Lo sa che Moussaoui ha pienamente ammesso le proprie responsabilità di fronte a una giuria federale (di giudici civili)?
Che razza di ciance sono queste, che piegano i fatti a proprio piacimento?

“Non è certo il caso di far del complottismo: Dio ce ne guardi. Semmai, si tratta proprio, al contrario, di smascherare l’ipotesi appunto complottistica travestita da realtà proclamata ai quattro venti mai però comprovata sulla base della quale, nel giro di meno di un mese, il governo Bush dichiarò di aver individuato con certezza responsabili materiali e mandanti”.

Molto meno di un mese. Spieghiamo a Cardini come funziona.
Dagli equipaggi degli aerei, togli i piloti e gli assistenti di volo. Poi togli i passeggeri normali: americani che hanno famiglia, che lavorano regolarmente, ecc…
Ti restano 19 nomi, tutti arabi, tutti entrati in USA nello stesso periodo, tutti affiliati ad Al Qaeda, quattro dei quali – uno per ciascun aereo – avevano preso il brevetto di pilota.
Capiamo che Cardini non ci arrivi, ma una persona che sa leggere e scrivere lo capisce chi sono i dirottatori…

“Poiché questo è un paese dalla cortissima memoria, sarà utile forse ricordare che la colpevolezza di Bin Laden – il quale è intanto scomparso in circostanze a dir poco strane e frettolose, ma senza che la sua morte abbia diradato il mistero della sua responsabilità – è fino ad oggi stata provata solo attraverso dichiarazioni da lui stesso fornite, attraverso videocassette di dubbia origine e di ancor più dubbia attendibilità.”

Non è per niente così. Cardini dimentica che Khalid Sheikh Mohammed, oggi recluso a Guantanamo, spiegò per filo e per segno (prima di essere arrestato) a un giornalista arabo la responsabilità propria, di Bin Laden e di Al Qaeda.
E dimentica le tonnellate di altre prove esistenti, compresi i filmati dei dirottatori girati nei campi di addestramento in Afghanistan.
E quindi non è il paese ad aver corta memoria… piuttosto è Cardini che avrebbe bisogno di una massiccia dose di fosforo (sempre che funzioni)…

“Una delle quali anzi, ritrovata in Afghanistan nel dicembre del 2001 e ritenuta fondamentale e decisiva, fu poi dimostrata falsa.”

Altra cavolata. Persino le testate giornalistiche arabe hanno riconosciuto l’autenticità della videocassetta e le analisi dimostrano che l’uomo ripreso nei filmati (quelli originali, non quelli taroccati dai complottisti) è proprio Bin Laden.

“E Bush, sia pur con reticenza, dovette ammetterne la falsità.”

Questo è il colmo. Cardini sta sognando o è sotto effetto di un altro vuoto di memoria.
E’ un’affermazione inventata di sana pianta!

[...] “Che cosa pensare, dunque? Forse qualcuno di voi ricorderà un’«esternazione» dell’ex Presidente della repubblica e senatore a vita Francesco Cossiga apparsa fugacemente sul «Corriere della Sera» del 30 novembre 2007 e quindi passata a un «lancio d’agenzia» Ansa prima di venir completamente oscurata. Parlando di audiocassetta attribuita a Usama bin Laden, quella diffusa il 22 ottobre di quell’anno stesso in cui si formulavano minacce anche a Silvio Berlusconi, Cossiga affermava che si sarebbe trattato nientemeno che di «un videomontaggio realizzato negli studi di Mediaset a Milano”.

“Completamente oscurata” dice. Eppure l’“esternazione” di Cossiga a cui si riferisce è ancora on-line in bella mostra.
Ma davvero uno storico può arrivare a dire idiozie di questa portata?
Può prendere sul serio le esternazioni di Cossiga che amava burlarsi di mezzo mondo?
Oddio… è anche vero che il film Zero, tanto decantato da Cardini, utilizzava cartoni animati per dimostrare l’esistenza di sistemi missilistici antiaerei nascosti sotto il prato del Pentagono.
Se quello è il livello, non ci meravigliamo che Cardini utilizzi le dichiarazioni del “Picconatore” invece che prove tangibili.

Sta di fatto che quando Paolo Attivissimo ha contestato l’affermazione di Cardini sulla presunta ammissione di Bush, tra i commenti pubblicati sul sito Toscana Oggi, lo storico ha risposto:

11/9: dopo 10 anni Franco Cardini brancola ancora nel buio“Naturalmente, la Presidenza statunitense non ammise mai l’errore a proposito del preteso documento ritrovato il 9.11.29001 a Jalalabad in circostanze a dir poco strane e diffuso il 13.12 successivo dal Dipartimento di Stato, dopo essere passato al vaglio del Pentagono; e tantomeno confessò il falso. [...]“

“Naturalmente”?
Cardini ha detto una menzogna bella e buona e secondo lui questo è naturale?
Altro che storico. Da un tipo così non ci faremmo raccontare nemmeno la favola di Cappuccetto Rosso: potrebbe voler farci credere che il lupo era innocente e Cappuccetto Rosso una escort pagata da Bush per incastrarlo…

Ringraziamo Zibbì per la segnalazione.


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