Magazine Cinema

12° Festival della Cultura Polacca a Roma: da 26 maggio all’8 giugno 2014

Creato il 23 maggio 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

ist-polacco-cultura-romaTorna Corso Polonia, il Festival della cultura polacca a Roma! Giunto alla sua XII edizione, nel 2014 il Festival Corso Polonia festeggia i 25 anni dalle prime elezioni libere e dalla vittoria di Solidarność in Polonia nel 1989, una grande vittoria che segnò l’inizio di profondi cambiamenti avvenuti non soltanto in Polonia, ma in tutta l’Europa centro-orientale. Nel programma della manifestazione sarà dato ampio spazio al cinema, in particolare alla trilogia di Andrzej Wajda con L’uomo di marmo, di ferro e della speranza… come anche alla musica rock, una delle forme della contestazione politica e giovanile nella Polonia degli anni ‘80. 

In occasione dell’uscita italiana del film “Wałęsa. L’uomo della speranza” di Andrzej Wajda – prima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Venezia 2013, nei cinema dal 6 giugno 2014 distribuito da Nomad Film Distribution – in esclusiva per il Corso Polonia verrà proiettata l’intera trilogia cinematografica di Wajda con “L’Uomo di marmo” e “L’Uomo di ferro” in copie restaurate digitalmente. Sono tre gli appuntamenti con il cinema di Wajda previsti al Nuovo Cinema Aquila: il 6 giugno alle ore 20.30 (ingresso libero) con la proiezione speciale del film “Wałęsa. L’uomo della speranza” (Polonia, 2013, versione italiana), cui seguirà l’incontro con l’attore protagonista Robert Więckiewicz; l’8 giugno alle ore 16.00 (biglietto 3 €) – “L’Uomo di marmo” (Polonia, 1976, v.o.sott.it) e alle ore 18.30 (biglietto 3 €) – “L’Uomo di ferro” (Polonia, 1981, v.o.sott.it), Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1981.

Come ha sottolineato Alberto Barbera durante l’ultima Mostra di Venezia, Andrzej Wajda “non è soltanto il cineasta più rappresentativo del cinema polacco del dopoguerra. È il regista che con la sua opera (oltre 50 film in poco più di 60 anni di attività), ha saputo porsi gli interrogativi più importanti e decisivi in merito alla storia del suo Paese e, di riflesso, dell’Europa intera, invitando a riflettere sui rapporti decisivi fra le vicende singole e quelle di un’intera nazione, fra l’angoscia che spesso caratterizza i destini individuali e il peso del compito collettivo a cui questi vengono chiamati”. 

Il genio di Andrzej Wajda è stato tra l’atro quello di creare un titolo simbolo, di grande forza creatrice, colto sia dagli operai che dallo stesso leader di Solidarność, Lech Wałęsa. Sulla fama de “L’uomo di marmo” (1976), Wajda incontra gli operai del cantiere navale in sciopero. Uno di loro, entusiasta, incita il regista a girare il seguito del film e lancia la sua proposta del titolo: “L’uomo di ferro”. La sala applaude, in tre mesi la sceneggiatura di Aleksander Ścibor-Rylski è pronta, e così in quattro mesi nasce il film, che vincerà la Palma d’oro a Cannes nel 1981. Il titolo L’uomo della speranza” nasce invece dalla proposta del leader di Solidarność. Nei primi anni ‘80 Andrzej Wajda riceve da Lech Wałęsa un breve telegramma: “In occasione dell’onomastico del regista di L’uomo di marmo e L’uomo di ferro, Le auguro di realizzare L’uomo della speranza”.

Grande protagonista dell’ultimo film di Wajda è anche la colonna sonora con musiche originali del rock polacco che ebbe un inestimabile contributo al cammino della Polonia verso la libertà fino alla data di svolta del 1989.  

Alla realtà della musica ribelle nella Polonia degli anni ’80 sono dedicati i documentari musicali di Leszek Gnoiński e Wojtek Słota. Per il Corso Polonia ne sono stati selezionati tre tra i più salienti: “Beats of Freedom” (Polonia, 2010, v.o.sott.it), “Blues senza un soldo” e “I figli della rivoluzione bevono latte” (entrambi Polonia, 2013, 30’, v.o.sott.it) che verranno proiettati alla presenza del regista Wojtek Słota, sabato 7 giugno, nell’ambito dell’evento #PolskaFree25freedom party organizzato con il Circolo degli Artisti in occasione del 25˚ anniversario delle prime elezioni libere in Polonia nel 1989. Il “Blues senza un soldo” e “I figli della rivoluzione bevono latte” sono tratti da un ciclo di otto film realizzati nel 2013 dagli stessi autori Leszek Gnoiński e Wojtek Słota su incarico del Museo Regionale di Jarocin e del Granaio del Rock Polacco, interamente dedicato alla storia del Festival di Musica Rock di Jarocin, il più grande e storico festival di musica rock nell’Europa centro-orientale, una sorta di Woodstock polacca.

A chiudere la rassegna cinematografica del Corso Polonia saranno l’8 giugno, al Nuovo Cinema Aquila, alle ore 20.30 un brindisi ai 25 anni della Polonia libera, e alle 21.30 la proiezione speciale del film “Tutto ciò che amo” di Jacek Borcuch (Polonia, 2009, v.o.sott.it) alla presenza dell’attrice Katarzyna Herman. Il regista Jacek Borcuch, con grande maestria, mostra una realtà in cui tutto sembra essere vissuto per la prima volta: il primo amore, la prima ribellione, la prima delusione. Ma in primo piano, più di ogni altra cosa, troviamo la musica che nella Polonia degli anni ’80 era divenuta sinonimo di ribellione contro il sistema. Il film “Tutto ciò che amo” è un omaggio fatto alla controcultura polacca.

Luana Verbanac


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :