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144. il vile pastore

Creato il 24 gennaio 2015 da Mavi

Ieri sera rientrando a casa, ero in auto, ho sentito un lamento di donna, come una richiesta di aiuto, mi sono voltata di scatto sulla sinistra, da dove proveniva la voce sofferente, e a momenti sbandavo. In un punto poco illuminato della strada, un essere dalle sembianze umane, genere maschile, picchiava un'esile donna. Mi è salito il sangue alla testa, ho fatto per accostare, con l'istinto di fare qualcosa, magari solo di urlare, ma avevo anche un po' paura, per fortuna, prima che riuscissi a focalizzare la scena, sono intervenuti dei pedoni e la bestia picchiante si è allontanata. Non so se fosse ubriaco, sotto effetto di stupefacenti, o una merda senza alcuna attenuante, so solo che spero che la vittima sia andata a denunciarlo. Lo spero soprattutto per lei. Se non l'ha fatto, come la maggior parte delle donne che subiscono analoghi trattamenti, spero che almeno trovi il coraggio di allontanare definitivamente quest'essere dalla sua vita! Non so cosa possa far scattare la molla della violenza, forse la rabbia, la delusione, il senso di sconfitta per un abbandono, o un'insana gelosia, di certo qui l'amore non c'entra niente, proprio NIENTE. Non è innamorato un coglione che picchia la sua donna, è un perdente, è un essere che non sa amare, che non sa dare, che pretende in maniera ottusa che tutto gli venga riconosciuto, che non fa differenza tra persone e cose, tratta la propria donna come un oggetto: deve essere sempre lì a portata di mano, sempre disponibile, e non deve mai manifestare idee contrastanti, e men che mai interesse per altre persone, proprio come se fosse una bambola. All'occorrenza, se non soddisfa più, la bambola può essere sostituta, ma deve essere tenuta al riparo, evitando che qualcun altro possa vederla e magari lusingarla, perché al bestio può tornare la voglia di riutilizzarla. L'uso esclusivo rende contente alcune donne che confondono il senso di possesso, talvolta inteso anche in senso sessuale, tipico del pastore con le proprie pecore, con il sentimento dell'amore. Queste donne restano affascinate dall'uomo-pastore per la sua apparente sicurezza, per la smania di possesso che sembra esprimere una grande passione, un forte coinvolgimento emotivo, in realtà, questa smania ben presto si trasforma in violenza, prima verbale, poi fisica. Ecco, vorrei dire a queste donne di non cercare la propria sicurezza in un bestio, ma di ricercarla prima in se stesse. Vorrei dire loro di non accontentarsi, non è questo l'amore; che non pensassero di non riuscire a ritrovare cotanta passione in altri; l'amore non è possesso, è gioia, è fiducia. L'amore dà energia, non la sottrae. Nessuna donna (e nessun uomo), deve accettare l'umiliazione fisica o verbale che sia dal proprio partner, nessuno. Quando vi picchia, non vi sta dicendo che siete la persona più importante, che vi ama, vi sta trattando come la pecora del gregge che ha smesso di dare latte. Uscite dal gregge, alzate la testa e lasciatelo morire di rabbia e solitudine il bestio, voi meritate carezze, rispetto, e se è il caso di discutere si discute, ma sempre alla pari.


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