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18 marzo 2011

Creato il 18 marzo 2011 da Soniaserravalli

INTERVENTI E COSTITUZIONI

L’ONU si accorda finalmente per la no fly zone in Libia. Russia e Cina si astengono ma non dicono no. A Bengasi si fa festa con canti e grida di giubilo in segno di approvazione di tale decisione, del sostegno del mondo da tanto agognato nel Paese in cui il genocidio (durante le rivoluzioni degli altri Paesi arabi, durante il disastro in Giappone, durante i festeggiamenti per l’Italia unita) non si è mai fermato. L’Italia offre le sue basi militari e aerei. La risoluzione e’ stata approvata con il voto favorevole di dieci Paesi: Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, Germania, Brasile e India – la Francia spinge per attaccare entro l’alba. La risoluzione 1973 prevede “tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile”, tranne un’invasione di terra. Secondo il Viceministro degli esteri libico, la risoluzione costituirebbe “un invito ai libici ad uccidersi tra di loro” (vedere filone demenziale dei miei post precedenti – oltre alla nuova intervista di Gheddafi ieri, i cui toni si prestano ad un nuovo remixaggio sullo stile di questo, ormai canticchiato in tutto l’Egitto e oltre). Il figlio delirante del dittatore delirante risponde con sprezzo che la cosa non fa loro paura, che per loro non cambia niente. Sempre che abbia un senso riportare quello che dicono Signori che si sono bevuti il cervello a colazione.

All’apprendere la notizia della decisione dell’ONU questa mattina si è sciolto qualcos’altro dentro di me, e mi sono sentita più giusta, meglio rappresentata. Dopo tutta l’indecisione delle scorse settimane da Parte dei capi di governo sulla questione se intervenire o meno in Libia di fronte ad un massacro, e da parte dell’Italia dirimpettaia del Paese di Gheddafi, che continua a minacciarla di guerra se s’immischia (“risponderemo colpendo il traffico civile o militare aereo e marittimo del Mediterraneo”), ho preso coscienza solo oggi veramente di quale fosse la mia posizione. La psicologia, sbalzando via qualunque lettura etica, dice che ci si nasce: di fronte a un pericolo o si fugge o si attacca. Di fronte a intimidazioni tanto barbariche da parte di un assassino, ho riscoperto che preferisco partecipare che starmene da parte, quindi, oggi che ci si è mossi, mi sento decisamente meglio.

Ultime notizie del pomeriggio:

14.30 Dopo tanti sputi di fuoco del drago, il drago si arrende e tramite il Ministro degli Esteri Mussa Khusa ordina il cessate il fuoco. Cito da Ilpost.it: “Si tratta semplicemente di una mossa per dividere le Nazioni Unite dopo l’approvazione della risoluzione? Come sarà controllato e verificato questo cessate il fuoco? Le Nazioni Unite avranno il permesso di entrare in Libia? Sono arrivate notizie di combattimenti a Misurata poco prima della conferenza stampa del ministro a Tripoli. La sua offerta di dialogo è già stata rifiutata dai ribelli di Bengasi. Il regime di Gheddafi non ha quasi nessuna credibilità e c’è molto scetticismo su questo annuncio.”

Domani referendum in Egitto sulla modifica della Costituzione, tra discussioni nel Paese se considerare più giusta una modifica o una riscrittura globale. Come ho già scritto, sarà finalmente sufficiente per voltare solo la carta d’identità, e nessun tessera aggiuntiva. Intanto l’Italia riscopre la sua, di Costituzione, una delle più liberali del mondo all’epoca della sua approvazione. Riscopre i suoi eroi, la storia della vita di Mazzini (affascinante), la Repubblica Romana, l’unificazione, i partigiani del XX secolo, le sue più grandi figure politiche ed artistiche in un revival rivoluzionario e unificatore che porta a una partecipazione inaspettata. Anche questo, in un momento così turbolento della storia, mi ha trasmesso un grande quantitativo di ossigeno, e in parte sono felice di essermi trovata all’estero in quel 17 marzo storico, così che ho potuto godere di quanti più festeggiamenti possibili, discorsi e documentari (oltre alla visione del Nabucco) dalle televisioni, perché se fossi stata a casa mi sarei lasciata prendere dall’entusiasmo di una piazza perdendomi tutte le altre

:-)

Sull’auspicato “risorgimento” egiziano e su un momento storico sfasato, che però ci fa intravvedere l’un l’altro in una prospettiva comune e attraverso una lotta popolare fondata su sentimenti simili, consiglio questa pagina di blog dal Cairo.

18 marzo 2011
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