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1937: La terza Sagra della canzone leccese

Creato il 07 ottobre 2010 da Cultura Salentina

di Federico Capone

1937: La terza Sagra della canzone leccese
Anche la terza Sagra, come la prima, si svolse in Villa dove i pittori Ferruccio Scandellari, un simpatico e intelligente bolognese trasferitosi da alcuni anni a Lecce, e Mario Palumbo, insegnante nell’Istituto d’Arte, avevano creato il palcoscenico e trasformato l’ingresso. 

Né il maestro Pecoraro, né il poeta Casarano, da me insistentemente invitati, vollero prendervi parte; e avevano le loro valide e buone ragioni, per il trattamento avuto dopo la prima Sagra.

Vi partecipò invece Schipa inviandomi la canzone Rùmule fatte, rùmule19, così come aveva promesso.

Vi parteciparono altri poeti e altri musicisti, in una selezione che io stesso operai e che doveva svolgersi in un tempo molto limitato. C’era poco da scegliere, e da quel poco trassi il meglio. Per arricchire e rendere interessante la Sagra, invitai il coro misto di Alessano, che in costume dell’800, si esibì in canti vendemmiali e folkloristici, con scene e danze locali.

Fu un lavoraccio questa terza Sagra, che mi costò giorni e notti di grande fatica.

Ma fu realmente la mia ultima Sagra, nel senso di manifestazione artistica-culturale, a carattere popolare e folkloristico, perché le altre che vennero dopo, organizzate dal Dopolavoro, ma affidate a mestatori politici e a incompetenti, abusarono del nome di Sagra.


19. La canzone s’intitolava Rumule, con versi Maria Attisani Vernaglione e musica di Tito Schipa. Fu cantata da Elena Petrini.

 


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