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1954: Alcatraz – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 21/03/2014

Cover 1954: Alcatraz

PC Pegi 16 TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore: , Irresponsible Games

Produttore: Daedalic Entertainment

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 11/03//2014

VISITA LA SCHEDA DI 1954: Alcatraz

Pro-1Buoni personaggi principali, soprattutto Christine Contro-1Breve e poco rigiocabile

Pro-2Fondali degni di nota Contro-2Decisamente semplice

Pro-3Soundtrack e doppiaggio Contro-3Animazioni e caricamenti da rivedere

Uno dei generi che negli ultimi tempi ha riscoperto quella che potremmo benissimo definire una seconda giovinezza è di certo quello delle avventure grafiche, di cui troviamo esponenti più o meno classici sui vari servizi digitali, che tentano di proporre storie intriganti basate su fatti realmente accaduti o di tipo fantasy, accontentando i gusti di ognuno. Il punta-e-clicca che analizzeremo oggi è rimasto in sviluppo per molti anni, sia perché chi se ne occupava era impegnato in altri progetti e sia perché l’ispirazione ad epoche passate ha richiesto un lavoro certosino. Stiamo parlando di 1954: Alcatraz creato da Irresponsible Games (con la collaborazione di Daedalic Entertainment), team che nacque con lo scopo di creare storie intriganti e personaggi ispirati agli eventi ed alle epoche americane d’un tempo.

Il team di sviluppo è stato fondato da Gene Mocsy – tra l’altro autore anche del recente The Perils of Man rilasciato su iPad, di cui a breve vi proporremo la nostra recensione – che negli anni ha avuto modo di crescere e farsi un nome lavorando a progetti videoludici come Ghost Pirates of Vooju Island, The Godfather, James Bond 007: Everything or Nothing, The Simpsons, A Vampyre Story e Lord of the Rings: The Third Age. Sarà bastato, tutto ciò, per ottenere un’avventura grafica degna di nota?

1954-alcatraz-evidenza

LA COPPIA CHE SCOPPIA

L’interesse di Daedalic Entertainment per 1954: Alcatraz nacque all’IGDA 2011 di San Francisco quando Gene mostrò una versione prototipo del gioco, allora soltanto Alcatraz. Il team di sviluppo tedesco ne colse il potenziale e dopo un incontro tra le parti decisero di portarlo in produzione su larga scala. Lo sviluppo ha però avuto un percorso tutt’altro che veloce e privo di intoppi, difatti gli inizi dei lavori risalgono addirittura all’agosto del 2009 quando lo stesso Gene iniziò a muoversi per cogliere riferimenti e spunti dai luoghi reali che poi avrebbero fatto da sfondo al videogioco: North Beach, Chinatown ed Alcatraz, prendendo nota anche da foto e giornali, oltre che realizzando interviste a persone che avevano vissuto quei posti e le loro particolari atmosfere negli anni ’50. Quello difatti fu proprio un periodo storico particolare per San Francisco, e non solo, in cui il traffico di stupefacenti e la delinquenza armata poneva in forte pericolo la vita dei cittadini onesti, ogni giorno, quindi perché non rendere due di questi delinquenti i veri ed assoluti protagonisti di una avventura grafica dalle tinte noir? Joe e Christine, marito e moglie, sono proprio due farabutti, ma con “metodi di lavoro” totalmente differenti; il primo, grosso e fortissimo, non disdegna l’uso della violenza; la seconda, deliziosa e carina, per questo tremendamente pericolosa, utilizza fascino ed intelligenza come vere e proprie armi, capaci di fare molto male.

Joe, condannato a quarantanni di carcere per rapina a mano armata e tentata evasione, è rinchiuso nella prigione di Alcatraz; Christine, che non ne può più di esser sola e di vivere in un appartamentino lurido e schifoso, è stanca e stressata, e da qualche tempo è costantemente minacciata da alcuni mafiosi desiderosi di recuperare il malloppo rubato dal marito. Parte così 1954: Alcatraz, che nelle circa cinque ore di gioco necessarie per arrivare ai titoli di coda ci inserirà nei panni dell’uno e dell’altro personaggio, cercando di venirne a capo come meglio si riuscirà: Joe ha buone possibilità di tentare un’altra fuga, stavolta grazie ad un piano del vicino di cella Hank, un novantanovenne! Christine, invece, ha trovato il modo di prendere tempo (è anche un ottima bugiarda, NdR) dai brutti ceffi, ma il gioco è rischioso ed il sogno di andar via lontano con la sua dolce metà – Hawaii e Messico le mete preferite – si fa sempre più difficile e lontano. Il lavoro di sviluppo è stato suddiviso tra due gruppi; il primo, capeggiato da Gene Mocsy, che si è dedicato ai dialoghi ed agli enigmi; il secondo, ecco quindi il motivo della collaborazione di Daedalic, ha curato alcuni dei fondali. Gli scenari presenti si avvicinano alla centinaia e ci sono apparsi ben disegnati a mano, con un uso dei colori appropriato in ogni circostanza, ma su tutto il resto le ore di impegno non hanno dato i frutti che ci saremmo aspettati. Sebbene la linearità di sviluppo della trama non sia di per sé un grosso difetto in un’avventura grafica, la presenza di enigmi spesso troppo semplici ci ha fatto storcere il naso. Parliamo di un’avventura di stampo classico, o almeno che propone enigmi e rompicapo classici, quindi bisognerà perlustrare ogni location per raccogliere oggetti, combinarli tra di loro, o sbloccare dettagli e particolari tramite dialoghi; fin qui niente da ridire, se non fosse per la semplicità che investe la quasi totalità di queste situazioni di gioco, da un lato aiutando la narrazione, che scorre fluida e senza intoppi, dall’altro limitando in grosso modo quel fattore sfida a cui gli avventurieri più navigati non sanno più fare a meno. Non è tutto, perché all’impostazione canonica si associa un inventario posto a sinistra dello schermo, grazie al quale “switchare” anche tra i due personaggi principali, ma soprattutto la possibilità di compiere delle scelte, anzi una scelta, nel finale. 1954: Alcatraz prometteva ben altro, effettivamente, e le scelte di cui sopra avrebbero dovuto far capolino in più situazioni dell’avventura, elevando così quella rigiocabilità che oggi è striminzita e ridotta quasi allo zero. La scelta andrà compiuta proprio negli istanti finali e ci è parsa molto forzata, inutile: dopo tanta fatica, almeno, Joe & Christine riusciranno a coronare il loro sogno? Questo toccherà a voi scoprirlo, ma la piega presa nelle fasi di gioco finali potrebbero lasciarvi un po’ d’amaro in bocca, per quella che è a tutti gli effetti un’avventura grafica che avrebbe potuto (e dovuto) dare di più ed osare maggiormente visto il background storico-culturale assolutamente intrigante.

Come detto anche in fase di anteprima, 1954: Alcatraz si compone di fondali e location di gioco davvero ben riprodotte e piene di dettagli che, grazie ai due personaggi giocabili e all’alternanza giorno/notte, ci gettano all’interno della San Francisco degli anni ’50 vista da varie angolature, in modo tale che alle tranquille situazioni da galera – tranquille almeno in apparenza – facciano da contrasto quelle della vita reale, fuori dalle sbarre, di notte, in una città piena di crimini e delinquenti, locali di discutibile gusto e detective poco cortesi chiamati a contrastare il problema dello spaccio di droga, o semplicemente nell’arrestare strane coppiette nascoste dietro ai cespugli del parco… Si ottiene così un “gioco nel gioco”, caratterizzato da tinte decisamente noir nelle fasi gameplay gestite con Christine, più esaltanti delle restanti, e di altre più compassate e lente nei panni di Joe, che troverà il modo – nel finale – di recuperare il tempo perso. Purtroppo, il gioco completo ha messo in mostra difetti non da poco nella caratterizzazione di molti dei personaggi chiamati in causa, che durante la prova della build non riuscimmo a valutare nell’insieme; esclusa Christine, personaggio assolutamente riuscito e sexy, che riesce a trainare gli eventi in maniera egregia, e Joe, che rispecchia pienamente quello che un carcerato (quasi) a vita è, tutti gli altri ci sono apparsi spesso un po’ abbozzati, mettendo in evidenza alti e bassi che una produzione di questo genere avrebbe dovuto assolutamente evitare, visti i temi trattati. La stessa approssimazione l’abbiamo colta nel comparto animazioni, poco vario, che necessitava di ulteriore rifinitura; la stessa che i team di sviluppo avrebbero dovuto destinare alla riduzione dei tempi di caricamento che, tra una location di gioco e l’altra, rubano con troppa frequenza quella decina di secondi: l’attesa è sempre insopportabile, c’è poco da fare! È pur vero che la produzione di Irresponsible Games e Daedalic Entertainment si riprende alla grande in termini di colonna sonora – perlopiù di stampo jazz, che ricorda in parte quella ascoltata in Contrast, composta da Pedro Macedo Camacho – e di doppiaggio, recitato completamente in inglese ed in nessun modo localizzato nel nostro idioma, ma in ogni caso il bicchiere ci è sembrato mezzo vuoto, non mezzo pieno.

1954: Alcatraz – Recensione IN CONCLUSIONE
1954: Alcatraz, complice anche uno sviluppo che si è protratto negli anni, ha perso più di qualcosa nel corso del tempo. Sebbene la versione preview anteprimata qualche mese fa avesse mostrato buoni propositi, la conferma con la release finale non c'è stata. Per esser più chiari: il titolo di Gene Mocsy & Co. ha steccato proprio in dirittura d'arrivo, risultando a tutti gli effetti “soltanto” l'ennesima discreta avventura grafica da cui non pretendere chissà cosa. A dei bei fondali, sapientemente realizzati a mano, si uniscono una trama semplice ma scorrevole e due protagonisti principali che ben si bilanciano nel prosieguo delle vicende; purtroppo però sono tanti i difetti riscontrati, dalle animazioni abbozzate ai frequenti caricamenti, ma soprattutto una longevità esigua accompagnata da una semplicità di fondo, quindi una rigiocabilità quasi del tutto assente. Nemmeno la scelta finale è riuscita a darci quel qualcosa in più che ci saremmo aspettati ed è un peccato perché la colonna sonora, il doppiaggio e svariate situazioni ironiche avevano aperto il giusto sentiero, quello che se imboccato fino in fondo avrebbe permesso a tutti noi di avere tra le mani un punta-e-clicca noir dai toni seriosi, ma che non avrebbe fatto a meno di prendersi poco sul serio in alcuni casi, e più appassionante di quello da poco giunto su Steam e GOG.com. ZVOTO 7
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