Magazine Diario personale

1982

Da Iomemestessa

L’anno inizia senza significativi scossoni. Io compirò a breve otto anni e mi sono liberata da tempo delle suore. Con reciproca soddisfazione, sospetto.
Sono una bambina solitaria ed introversa. Lo sono rimasta. Ma crescendo ho imparato a far finta meglio.

A marzo la Corte d’Appello di Brescia assolve per insufficienza di prove gli imputati della Strage di Piazza della Loggia, avvenuta otto anni prima. E che resterà impunita, a distanza di quarant’anni.

Io mi convinco che mi piace la matematica.

Il 30 aprile viene ucciso a Palermo Pio La Torre, segretario regionale del P.C.I. Viene nominato prefetto di Palermo con poteri speciali il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Lo stesso che aveva rinvenuto i documenti di Moro nel covo di Via Monte Nevoso.

Tenetelo a mente.

Io mi avvicino agli otto anni e sono felice perché si avvicina l’estate. Perché da bambini ci si accontenta di poco, e forse è per quello che solo i bambini riescono ad essere genuinamente felici.

L’8 maggio durante le prove del G.P. del Belgio a Zolder La Ferrari di Gilles Villeneuve si impenna dopo aver urtato la March di Jochen Mass. Villeneuve viene sbalzato dall’abitacolo e finisce contro un palo di sostegno delle recinzioni, spezzandosi l’osso del collo. Morirà poche ore dopo in ospedale.

É un sabato pomeriggio, mio padre sta guardando le prove, mamma lavora, io disegno. E quel corpo che vola in aria, riproposto mille volte al rallentatore diventa il mio primo nitido ricordo televisivo.

Il 13 giugno inizia in Spagna il dodicesimo campionato del mondo di calcio. L’Italia gioca a Vigo, in Galizia. L’inizio è tutto tranne che entusiasmante. Nel nostro girone ci sono Polonia, Camerun e Perù. Ne pareggiamo tre su tre. Facciamo due gol e ne incassiamo due. Siamo secondi nel girone, davanti al Camerun, e solo in virtù del maggior numero di reti segnate (una).

La situazione diventa talmente spessa, dal punto di vista mediatico che si decide per il silenzio stampa (anche a seguito di una serie di illazioni sulle inclinazioni sessuali di alcuni calciatori).

La seconda fase (sempre a gruppi) fa ridere tutti, da Bolzano a Palermo. Finiamo con Brasile e Argentina e la domanda è quante ne prenderemo. Invece battiamo l’Argentina, 2-1. Gioca anche un giovanissimo Maradona. Claudio Gentile lo mena come un fabbro per 90 minuti.

Il 5 luglio si gioca Italia Brasile. Zico, Socrates, Toninho Cerezo, Junior e Falcão. Non dei calciatori, ma il calcio. A loro basta un pareggio, noi dobbiamo vincere.

Paolo Rossi, che fin lí aveva infilato perline, si sovviene di essere un centravanti e infila Waldir Peres, che malgiudica, ritenendolo innocuo, un cross di Cabrini.

Passa un istante e Zico, tra una mazzata e l’altra del solito Gentile, lancia Socrates ed è pareggio. Io sto vedendo la partita col nonno. In un caldo spesso, senza condizionatori. E in un silenzio irreale che chiunque sta vedendo la partita. Il nonno non è uomo da agitarsi. Contadino comunista dal ’23, ha un certo aplomb. Al pareggio si alza in piedi. Non si siederá più. L’unica altra volta sarà per i funerali di Berlinguer. Ma quello era rispetto.

Paolo Rossi è posseduto, uno stato di grazia di quelli che capitano nella vita, e dopo una sgroppata infila di nuovo Waldir.

Ma la felicità si infrange su un tiro da lontano di Falcão che infilza Zoff. I commenti sull’anziano capitano si sprecano. Sembra finita. E sarebbe stato comunque bello così. E invece Rossi segna ancora. Ed è assalto alla porta italiana. Zoff entra nella leggenda artigliando una incornata di Oscar sulla linea di porta. L’arbitro fischia ed è delirio.

La partita si gioca al Sarriá di Barcelona. L’hanno demolito. Per far posto a un centro commerciale, je possino.

In semifinale ritroviamo la Polonia. Manca Boniek, squalificato. Vinciamo 2-0, con doppietta di Rossi, ormai in stato di grazia, e prendiamo la via di Madrid e del Bernabeu, dove ci attende la Germania che ha superato la Francia.

E l’11 luglio e si gioca la finale. Inizia male. Cabrini fallisce un rigore e a mezza Italia parte un embolo.

Il solito Rossi sblocca il risultato, lo seguono Tardelli (il cui urlo farà la storia televisiva) e Altobelli. Al 3-0 il presidente Pertini in tribuna fa segno col dito, non ci prendono più. Breitner segna il gol della bandiera, e io assisto al prim vero caravanserraglio di piazza. Mi divertirò un botto.

Ad agosto negli Stati Uniti inizia la vendita al dettaglio del Commodore 64. Sembra una roba per iniziati, e una moda che tramonterà in un niente. E invece son qua che scrivo un post, su un blog, in rete, con un tablet. Di queste quattro parole, tre non esistevano tout court, e la quarta, rete, aveva tutt’altri significati.

Il 3 settembre A Palermo in un agguato mafioso vengono uccisi il generale Dalla Chiesa e la moglie Emanuela. Son passati quattro mesi dalla nomina. Ad oggi pur con la certezza dell’esecuzione mafiosa, molti dubbi permangono sugli effettivi mandanti.

Io sto per iniziare la terza elementare e mi piace andare a scuola. Scopro presto che gli adulti non si aspettano che tu lo dica o lo pensi. E imparo a tenermelo per me. Lo dico solo a mamma e papà e pochi intimi che apprezzano.

Tra il 16 e il 18 settembre Alla periferia ovest di Beirut, per mano delle falangi libanesi si consuma quello sconcio che fu il massacro di Sabra e Shatila. Innegabili le responsabilità di Ariel Sharon, ministro della difesa israeliano. Caso mai qualcuno avesse in mente una rivalutazione postuma.

Il 10 ottobre muore Leonid Breznev. Il suo nome incuteva timore, al di qua è aldilà della cortina di ferro. Gli succede un freddo gerarca dell’establishment, Jury Andropov.

A dicembre in Brasile viene arrestato Tommaso Buscetta. Comincerà a collaborare e ne sentiremo delle belle.

Sta per arrivare Natale e scopro che Babbo Natale non esiste, e che le renne sono mamma e papà. La faccenda non mi genera specifici traumi.


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