#2

Ho perso qualcosa di me forse troppo tra le note di Oblivion di Piazzolla proprio lì tra un incedere e un andare tutti i sogni del mondo messi in fila e uno bello assai nudo come quella volta che l'aspettai e aspettai invano nel vuoto di casa mia mentre il profumo d'estate rodeva il mio stomaco o forse era lei che carteggiava e non per smussare lei lima che generavascintille visibili nei miei sguardi mentre gli altri scivolavano sul palco della vita solita di una giornata qualsiasi nel sovrapporsi delle note incagliatesi dentro di me dalle parti del suo nome così stonato coi suoi occhi i suoi maledettissimi occhi capaci di fermare il carillon sul più bello e poi lasciarlo andare quando e solo se le andava mentre il cappio sopra la mia testa dettava il tempo come un metronomo silenzioso frapposto tra qui e il cielo con lo sgabello a un passo e io no che non ci salgo anche se un sorriso non vale il suo anche se un bacio non vale il suo anche se una voce non vale la sua quando il sapore dell'amore non è quello che t'aspettavi e non sai più come chiamarlo se dargli il suo volto o quell'altro lì o quell'altro là in un rincorrersi di cose andate che già sai che non le afferri più e allora perché ci pensi perché ti struggi caro mio e no che non sei un poeta anche se qualcuno ha detto che un po' uno in effetti lo ricordi ma sì che scherzava e comunque non si può essere un ricordo di qualcuno che continui a ricordare in un gioco infinito di specchi di dettagli in cui molto troppo di te è andato perduto e che ora invano provi a recuperare tra le note di Oblivion che dicono che non sei non sei non sei proprio perché sei davanti a ciò che mai sarà tuo.