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2 maggio 1990: Una finale all’italiana

Creato il 09 marzo 2014 da Calcioromantico @CalcioRomantico

La prima finale tutta italiana di una coppa europea. Roberto Baggio per l’ultima volta con la maglia viola e contro la sua futura squadra. Zoff alla ricerca dell’accoppiata Coppa Italia-Coppa UEFA prima di lasciare la panchina bianconera a Gigi Maifredi. La possibilità per Ciccio Graziani, appena subentrato a Giorgi, di entrare ancor più nella storia dei viola. La grande rivalità tra Juventus e Fiorentina.

Galia segna l'1-0

Galia segna l’1-0

Le ragioni che fanno della finale UEFA 1989/90 una partita tanto attesa sono numerose, le ragioni che faranno della sfida d’andata una di quegli incontri difficili da dimenticare saranno altrettante. 2 maggio 1990, Juventus e Fiorentina sono di scena al Comunale di Torino, anch’esso in via di dismissione a favore del nuovissimo Delle Alpi che ospiterà i Mondiali. Graziani e Zoff sono ancora poco affascinati dalle sirene della zona e schierano le squadre all’italiana. Anche i contrasti in campo lo saranno.
Pronti via e i padroni di casa sono già in gol. Schillaci si invola sulla destra dribblando Di Chiara e Volpecina e crossa per il puntuale inserimento di Galia, che solo qualche giorno prima con un gol in casa del non più imbattibile Milan ha regalato ai suoi la Coppa Italia. A molti viene il dubbio che per la Vecchia Signora non ci saranno problemi e invece la Fiorentina reagisce subito. Il pareggio immediato porta la firma dell’ex, Renato Buso (colpo di testa su cross di Di Chiara), poi per tutto il resto del primo tempo va in scena un monologo viola. Sergio Brio, in campo per lo squalificato Bruno, non ce la fa a tenere Nappi e tocca a Tacconi a tenere a galla la Juventus. Ma è Baggio al 33′ a salvare davvero i suoi… futuri compagni di squadra: splendidamente lanciato da Nappi il numero 10 si ritrova a tu per tu con Tacconi e non sa far altro che centrare in pieno il portiere bianconero.

Casiraghi in azione

Casiraghi in azione

A riposo si va sull’1-1 e con i viola a mangiarsi le mani. La Juventus che esce dagli spogliatoi è diversa in campo, perché Alessio ha sostituito Brio, e nella testa, perché non può permettersi altri 45′ così. E fatalmente al 59′ arriva il 2-1, firmato Gigi Casiraghi, che da pochi passi approfitta di un’azione molto confusa. L’arbitro, lo spagnolo Emilio Soriano Aladren, convalida anche se Celeste Pin è finito a terra poco prima del tiro di Casiraghi a causa di una spinta proprio dell’attaccante juventino. Il dubbio di una compensazione per un rigore non concesso al 42′ (dubbio intervento in corsa dello stesso Pin su Casiraghi) sfiora l’inviato del Corriere dello Sport.[1]

La partita si fa più nervosa e gli interventi in campo ancor più duri, anche perché l’arbitro ammonisce poco. La Fiorentina si rende pericolosa solo sporadicamente, la Juventus ha invece la fortuna di riuscire ad affondare nuovamente il colpo. Un tiro dal limite di Gigi De Agostini, senza troppe pretese, manda in crisi Landucci che permette alla palla di finire in rete. Due interventi del dirimpettaio Tacconi su Dunga e Baggio congelano il risultato sul 3-1.
L’arbitro fischia e in campo scoppia quasi la rissa. Gli juventini riferiranno di aver ricevuto minacce. Celeste Pin passa dietro i microfoni RAI, in campo per intervistare Zoff, e urla talmente forte “Ladri sono!” che le sue parole si percepiscono distintamente. Nei commenti in tribuna l’opaca prova di Baggio è allusivamente ricondotta al portafoglio di Giovanni Agnelli. E mentre il pensiero comincia ad andare alla partita di ritorno – che non sovvertirà il risultato uscito dal Comunale, parte la sigla dell’Eurovisione.
Si chiude così il sipario su questa sfida all’italiana che ha avuto la ribalta del palcoscenico europeo.  

federico

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[1] cfr. Corriere dello Sport 3/5/1990, pag. 3


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