Magazine Cinema

20000 days on earth

Creato il 10 dicembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: 95'

Distribuzione: Drafthouse Films

Genere: Documentario

Nazionalita: Regno Unito

Regia: Ian Forsyth e Jane Pollard

Data di uscita: 02-December-2014

Nick Cave, una delle figure più controverse degli anni 90, si mette a nudo in “20000 days on earth”,  docu-drama dai connotati quasi unici, in cui finzione, vita “reale”, dubbi, insicurezze, si rincorrono per oltre 100 minuti, nelle sale italiane dal 2 dicembre. In un mostrarsi privato e pubblico, con quel distacco necessario da cui vien fuori un ritratto di un uomo e delle sue canzoni concepite come entità vive.

Cave calcola di aver trascorso 20000 giorni sulla terra, e ci permette di seguirlo durante il corso dell’intera giornata, dalla sveglia mattutina sino agli abissi del suo archivio personale, passando per le registrazioni di “Push the sky away” , i pranzi consumati con Warren Ellis, e i suoi “Weather diaries”.

Il tutto è diretto da Ian ForsythJane Pollard , per la prima volta alle prese con un lungometraggio, in passato già collaboratori di Cave con la regia del videoclip “Dig, Lazarus, Dig!!!”, e successivamente con il documentario “Do you love me like I love you “ suddiviso in 14 episodi commissionato dal musicista stesso, dai suoi Bad Seeds e dalla Mute Records. Confezionano il tutto con grande maestria, con una fotografia efficace, suggestiva e una regia equilibrata che risente in qualche momento delle loro precedenti esperienze di video artisti con installazioni, film sperimentali e progetti audio-visivi.

Viene scandagliato il Cave “privato” in chiave di fiction , con le finte sedute psico-analitiche, e allo stesso tempo il Cave “artista”. Il rapporto con la creazione, il cogliere la poesia nel reale, il concetto di trasformazione come fine ultimo del concetto stesso di arte. In un tentativo di umanizzazione e mitizzazione, in cui la semplice vicenda umana, e la sua fragilità, si alterna a quella titanica dell’artista, tesa a lasciare qualcosa oltre se stesso. E’ il concetto di trasfigurazione a interessare particolarmente il musicista australiano, sia quella vissuta da Nina Simone e dai suoi spettatori nel leggendario concerto di Londra al Meltdown Festival, o quella del padre dello stesso Cave durante la lettura del primo capitolo della “Lolita” di Nabokov.

Il diventare qualcos’altro, l’essere qualcun altro in una dimensione quella live, vissuta come catartica, tesa ad emozionare/terrificare le prime file, in un rapporto intimo tra peccatori (il pubblico) e il loro angelo di redenzione. Una vita fatta di contraddizioni, in oscillazione tra religione e pornografia, droga e perdite di coscienza. Entriamo così nel suo immaginario di vite, partecipi del suo concetto di scrivere canzoni, incontri che vengono trasfigurati, mitizzati, riflessioni sulla memoria e su come questa entri nel processo creativo dello scrivere un brano. Alla ricerca di quel particolare momento, in cui sono le canzoni a tenerti con il fiato sul collo. Si discute di questo con i suoi collaboratori del passato Blixa Bargeld, Kylie Minogue e risulta ben efficace la scelta dei dialoghi in macchina, incontri che vengono punteggiati di una lieve ironia e sembra quasi di immergersi in un road movie di ottima fattura.

Costruzione e decostruzione, cannibalismo del reale, fagocitare esperienze vissute e restituircele sotto l’effetto distorto della poesia in un continuo lavoro di traduzione e trasfigurazione. “20000 days on earth” appare ai nostri occhi come una riflessione sul songwriting, sulla creazione di mondi fittizi, sulle illusioni insite nell’arte “del creare”, dove tutto è necessario ed effimero.

 Giacomo Salis


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :