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2011: l'Italia compie 150 anni. Noi non dimentichiamo né i bersaglieri a Porta Pia né il fidentino Luigi Musini a Villa Glori e Mentana.

Creato il 29 settembre 2010 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
2011: l'Italia compie 150 anni. Noi non dimentichiamo né i bersaglieri a Porta Pia né il fidentino Luigi Musini a Villa Glori e Mentana.I prossimi mesi saranno verosimilmente testimoni di una serie di manifestazioni e iniziative orientate a ricordare l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Viste le arie che tirano, il rischio è quello di una rievocazione che rievochi tutto dimenticandosi la "questione romana" e il conflitto, anche armato, tra l'Italia e lo Stato pontificio.Nel 1861, dopo le guerre contro gli Austriaci e conclusa la spedizione di Garibaldi in Sicilia, termina il lungo periodo di lotta politica e militare che conduce l’Italia all’unificazione. Il 17 marzo di quell’anno a Torino viene proclamata l’unità nazionale e la città diventa la prima capitale d’Italia.Durante il Risorgimento aveva accolto tutti gli esuli che, giunti da ogni parte della penisola, avevano maturato una comune aspirazione unitaria e qui era stata elaborata la strategia politica che avrebbe portato all’unificazione. La nuova storia dell’Italia, indipendente e unita, parte quindi da Torino il 17 marzo di un secolo e mezzo fa. La città resta capitale per quattro anni, fino al 1865, quando la centralità del governo del Regno si sposta a Firenze. Roma, ancora in mano, con l'aiuto dei francesi, al potere pontificio, rimane il punto d'arrivo, ultima meta necessaria per definire compiutamente l'unità nazionale. L'idea di tentare una conciliazione con il papa deve fare i conti con la rigorosa intransigenza del potere temporale clericale, arroccato negli 80 principi di condanna dei principali <> enunciati in un apposito elenco (Sillabo), pubblicato l'8 dicembre del 1864. Non bastando la politica, Garibaldi si convince che occorre marciare in armi contro lo Stato pontificio. e si organizza. L'azione di Garibaldi era tale da esporre direttamente il governo italiano alle reazioni francesi che non mancarono, costringendo il presidente del consiglio, Urbano Rattazzi, ad intervenire. Il 24 settembre 1867 Garibaldi veniva arrestato e spedito a Caprera sotto stretta sorveglianza. Non bastò: il 19 ottobre Garibaldi fuggi. Postosi alla testa di alcune migliaia di volontari marciò su Roma dove tentò di attuare un piano di rivolta che fallì. Da qui gli episodi di Villa Glori (23 ottobre) e Mentana (3 novembre). Ripassato il confine dello Stato pontificio, Garibaldi fu nuovamente arrestato e ricondotto a Caprera.
Parentesi. Il fidentino Luigi Musini ( e qui, signor sindaco, sarebbe importante trovare il modo per ricordarlo, magari all'interno delle iniziative per i 150 anni dell'unità d'Italia), non solo fu uno dei Mille di Marsala ma, garibaldino tra i garibaldini, partecipò attivamente sia all'episodio di Villa Glori che agli scontri con i francesi a Mentana - episodi raccontati nel suo libro di memorie, editore Mattioli 1885, "Per un Italia di liberi, di felici, di uguali" Luigi Musini "le memorie, 1859-1885" - pag.50 e oltre).
Solo nel 1870, cambiati i rapporti di forza con la sconfitta, il 1° settembre a Sedan, del francesi, il governo italiano diede l'ordine di conquistare Roma. Il 20 settembre i bersaglieri aprirono a cannonate una breccia a Porta Pia ed entrarono in Roma, senza però occupare il Vaticano. Veniva dunque compiuto l'ultimo passo per il completamento dell'unità territoriale italiana. Roma diventava Capitale e i rapporti con il Vaticano venivano regolati unilateralmente con la legge delle Guarentigie, anni dopo seguirà il Concordato... Per la Storia, l'Unità d'Italia era compiuta. W i bersaglieri
Dal Blog Fidentino di Carduccio Parizzi: Blog fidentino: 2011: l'Italia compie 150 anni. Noi non dimentich...:

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COMMENTI (1)

Da OK MORANDO SERGIO Crocefieschi Genova Malpotremo Lesegno Italia Argentina San Morando
Inviato il 14 aprile a 15:02
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BERSAGLIERI una vera storia dimenticata e "poco" studiata..Già i "BERSAGLIERI PIEMONTESI SABAUDIA " tanto per intenderci i BERSAGLIERE dei due fratelli alfonso e alessandro la marmora della reale casa savoia (scritto VOLONTARIAMENTE in minuscolo)Codesto squadrone BERSAGLIERI hanno sulla propria arma VILI fatti di avere UCCISO DONNE BAMBINI e UOMINI e STUPRATO le DONNE di GENOVA nel non tanto lontano 1849 tanto per intenderci al tempo dei nostri bisnonni..I BERSAGLIERI con il comando del Re diede ordine a la marmora di mettere a ferro e fuoco l'intera Genova! Ma con l'onta di eseguire sulla Popolazione Genovese l'ordine di saccheggio e violenze di ogni tipo compreso gli stupri!A Genova fare il "bersagliere " NON è ancora ad oggi un onore !I moti di Genova sono stati boicottati sui libri di storia..della reale casa..e pensare che i piemontesi di natura NON esistono..il sangue infatti genetico dei primi popoli primitivi è ben altro insomma l'Italia settentrionale è stata creata dai primi abitatori delle tre Regioni oggi confinanti..ma i "piemontesi" di fatto non esistevano..ed i BERSAGLIERI hanno sparato ed ucciso i loro fratelli sorelle di altre idee..i discendenti esistono ancora ad oggi pertanto questi fatti vanno ricordati essere Balilla essere savoia oggi non ha pi senso..ma la storia NON va dimenticata..certo l'astio rimane per certi versi ancora ad oggi..sarà certamente per il sangue versato per poi unire un Italia con altre due Guerre Mondiali..dove nella Grande Guerra si mise tante persone a morire..in trincea per il re..idem per la Seconda Guerra Mondiale e FINALMENTE i savoia FINITI !ESPULSI !Belin! Evviva la Repubblica in fin dei conti Genova ha vinto sui piemontesi per sempre! Morando