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Creato il 21 luglio 2015 da Malvino
In violazione dellart. 8 della Convenzione europea dei diritti delluomo, di cui fu fra i primi firmatari del testo base nel 1950, senza mai far mancare poi la propria approvazione a tutti i protocolli addizionali stilati dal 1952 al 2013, lItalia è condannata per la sua ostinazione a negare ogni forma di riconoscimento legale allunione di due persone dello stesso sesso ed esplicitamente sollecitata a mettersi in regola per evitare sanzioni più severe. Sì, sode qualche mugugno, ma ha fatto più rumore il divieto di raccogliere e commerciare vongole dal diametro inferiore ai 25 millimetri, un altro degli impegni sottoscritti dallItalia in sede europea, nel 2006. Qui da noi la vongola arriva ormai solo a 22 millimetri – si protestò – e impedirne la raccolta vuol dire privare le nostre tavole di un piatto che è più italiano degli spaghetti alla carbonara, e non è giusto, e a tutto c’è un limite, e questo è troppo, vorrete mica sradicarci dalle nostre tradizioni secolari? Come se fra quelle non vi fosse pure l’omofobia. Niente, la vongola non mancò di far gridare a qualcuno che tanto valeva uscire dalla Ue, qui l’ipotesi nemmeno sfiora chi mastica amaro per la condanna. E sarà che poi «non è una sentenza della Ue [visto che] alla Corte europea dei diritti dell’uomo aderiscono anche Russia, Moldavia, Turchia ecc.», che però non si capisce perché screditerebbero la Corte, visto che in quanto a riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso sono nella stessa situazione dell’Italia; e «non è una sentenza che impone lapprovazione del ddl Cirinnà», che infatti centra poco o niente, visto che la sentenza si limita a segnalare, e a condannare, linadempienza dellItalia a una convenzione liberamente sottoscritta, vedesse lei come rientrare nella legalità, Cirinnà o non Cirinnà; e poi «è solo una sentenza di primo grado, come quella sul crocifisso nei luoghi pubblici in Italia che fu ribaltata in appello, dunque il governo italiano proponga subito appello per non pagare le sanzioni e rivendicare il diritto degli italiani a decidere in Italia sulla famiglia», e come puoi decidere altrimenti che in ossequio a una sentenza, che se riconfermata, ti obbliga a pagare e adeguarti, sennò a stracciare gli impegni che hai firmato? Ecco, questa è la domanda che verrebbe voglia di porre a Mario Adinolfi (i virgolettati, infatti, sono suoi): se la sentenza verrà riconfermata, per limportanza che riveste la questione, sei disposto a chiedere al governo italiano di stracciare gli impegni assunti da tutti i paesi della Ue e perfino dalla Russia, dalla Moldavia e dalla Turchia? E il governo pensi che ti darà retta? Adino, te lo dico con l’affetto e la delicatezza che userei con un fratello scemo, se l’avessi: sotto i 25 millimetri non posso circolare, è vero, ma grosse come le tue non so’ più vongole, so cozze.

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