Magazine Diario personale

#23 aprile -3 (Cita-un-libro #ioleggoperché10)

Creato il 20 aprile 2015 da Povna @povna

Mancano 3 giorni al 23 aprile, la giornata nella quale, in diretta da ogni luogo di Italia, avverrà la consegna dei libri ai lettori da parte dei messaggeri, una grande cavalcata su e in nome della lettura, scambio di libri, incontri, chiacchiere e molte altre cose. Tutto in diretta su Rai Tre (nella trasmissione su #ioleggoperché condotta da Favino) e in varie piazze di Italia.
La ‘povna farà la sua parte in diversi luoghi della penisola. Per lo più a casa sua, prima sulla via della scuola, sul treno regionale che da Grosseto va a Firenze, poi, con le sue classi, consegnando il totem con le citazioni raccolte in questi mesi alla Biblioteca della scuola, quindi nella piccola città, nella sua iniziativa serale al Caffè letterario.
E poi, a livello nazionale, in piazza Gae Aulenti, a Milano, alla Festa dei Messaggeri, sarà presente virtualmente, ma ‘come se’, di fatto, visto che una parte di questo evento sta contribuendo (in uno slalom di contatti che le sta portando via la testa) a organizzare.
In carne, ossa e tastiera saranno presenti, invece, alcuni amici blogger: lei, lei, lei, lui, lui e forse anche lei. Ed è da loro che la ‘povna invita ad andare, in questi giorni, e poi la sera di giovedì, per partecipare, almeno virtualmente, a questa orgia di lettura e letteratura, tutti insieme.

Intanto, e sempre assai di fretta, la citazione sulla lettura di oggi. Perché quando il gioco si fa duro (come lo è in questi giorni), arriva il momento di citare Peter Pan.

“Non so se tu abbia mai visto la pianta della mente di una persona. A volte i dottori disegnano piante di altre parti di te stesso, e la tua pianta può diventare profondamente interessante; ma sorprendili mentre tentano di disegnare la pianta della mente di un bambino, che non è solo confusa, ma si muove continuamente. Ci sono linee a zig zag, come quelle che segnano la tua temperatura su un grafico e queste sono forse strade dell’isola; perché il Paese-che-non-c’è è sempre più o meno un’isola, con sorprendenti macchie di colore qua e là, e banchi di corallo e navi al largo, e selvagge tane isolate e gnomi che per lo più fanno i sarti, e caverne attraverso le quali scorre un fiume e i principi con sei fratelli maggiori, e una capanna che va in rovina, e una piccola vecchia col naso a uncino. Se tutto fosse qui, sarebbe facile disegnare quella pianta; ma c’è anche il primo giorno di scuola, catechismo, genitori, la Vasca, ricami, assassini, impiccagioni, verbi che reggono il dativo, il giorno del budino al cioccolato, i primi calzoni, contare fino a cento, tre pence per strapparsi un dente da sé, e così via; e tutte queste cose sono parte dell’isola oppure un’altra pianta che si mostra attraverso quest’altra e tutto fa una certa confusione, anche perché non c’è niente che stia fermo.

Peter


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